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eCommerce, le migliori tecniche di CRO (Conversion Rate Optimization)

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Chi ha già un proprio canale eCommerce può concentrarsi sull'ottimizzazione delle schede prodotto e della navigazione così da cogliere un cambiamento che perdurerà anche dopo l'allentamento del lockdown.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

In queste settimane le imprese con l’utilizzo dell’eCommerce stanno correndo ai ripari per adattare la propria strategia ed ovviamente anche la propria organizzazione ad una presenza online attiva ed efficace e, in qualche caso, anche attraverso l’offerta dell’acquisto online.

Covid-19 ed eCommerce

Se molte sono le soluzioni che permettono un’attivazione entry-level nel mondo dell’eCommerce – fra tutti, i software Shopify e Prestashop che mettono a disposizione una versione “as a service” – e se Google My Business e la Vetrina Facebook possono essere adeguati alla promozione dei prodotti per realtà dall’assortimento limitato, è evidente che una strategia eCommerce non può essere definita in pochi giorni o settimane: meglio affidarsi alla presenza sui marketplace generalisti o verticali.

Chi invece ha già un proprio negozio online può invece concentrarsi sull’ottimizzazione delle schede prodotto e della navigazione così da cogliere un cambiamento che perdurerà anche dopo l’allentamento del lockdown.

CRO: Conversion Rate Optimization

Sono le tecniche di CRO (“Conversion Rate Optimization”) che presentano diversi fronti di azione:

  • analizzare l’indicizzazione delle schede prodotto con Google Search Console e ottimizzarla così da presentarla agli utenti in target;
  • offrire una navigazione per più dimensioni di categoria con la predisposizione di contenuti editoriali come le guide all’acquisto e informazioni how-to su come conservare il prodotto;- aggiungere funzionalità di ricerca interna di tipo parametrico (a filtri progressivi) o «smart», con suggerimenti semantici e commerciali;
  • strutturare le pagine prodotto con tab separati ed informazioni che rispondono a tipologie di bisogni diversi (tecnici, funzionali, accessori correlati, …);
  • mettere in campo product advisory tools collegati con iniziative di retargeting automatizzate;
  • testare landing page ottimizzate per le campagne pubblicitarie, sempre più abilitate ad A/B testing: da provare il nuovo Facebook Experiments;
  • dedicare attenzione all’installazione di live chat e moduli di proactive engagement: finestre di dialogo che si attivano per determinati trigger;
  • analizzare il funnel di conversione per individuare il passaggio che presenta il maggior tasso di abbandono e mettervi mano; 
  • testare le AMP (“Accelerated Mobile Pages” per le schede prodotto e i dati strutturati per migliorare l’indicizzazione;
  • immaginare aree con offerte dedicate ai clienti fedeli.
  • Un investimento di lavoro e di miglioramento dell’e-commerce non può che costituire un vantaggio competitivo per i mesi a venire.

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