sostenibilità

eCommerce, i punti di consegna diminuiscono l’impatto ambientale? Il report di RetailX

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Il Rapporto RetailX stima che la consegna a punti di ritiro diffusi produca un terzo delle emissioni ed evidenzia quanto sia rilevante la diffusione di lockers sul territorio.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Uno degli aspetti più trascurati del commercio elettronico è quello legato alle consegne e questo fattore è tanto più rilevante in un momento, come quello attuale, in cui si stanno ridefinendo alcune variabili come il luogo preferenziale di lavoro o di domicilio: non tutti i condomini hanno portinerie e, in tempi di smart-working, la consegna a casa potrebbe non risultare la scelta ottimale.

Per questa ragioni, e per fattori legati alla sostenibilità ambientale del commercio elettronico, lo sviluppo di reti di pick-up point e lockers è una delle evoluzioni dell’e-commerce volte ad intercettare i bisogni di un utente che può avere difficoltà a ricevere il prodotto a casa o sul posto di lavoro. E’ anche un modo per ridurre l’incidenza dei costi di trasporto il che spiega perché, nel nostro Paese, Amazon costituisce il principale network di lockers.

In questo scenario, gli spedizionieri possono essere valutati da parte delle aziende anche sulla base dell’offerta di questo servizio ed in particolarità sulla base della capillarità con la quale possono renderla possibile in un particolare territorio così da offrire un’alternativa a quelle imprese che non hanno la possibilità di collaborare con rivenditori fisici locali secondo i modelli click and collect. Da Ups a Dhl, tutti i grandi operatori lo hanno attivato.

Come dicevamo, la consegna a punti di ritiro diffuso hanno anche un valore sul piano della sostenibilità ambientale. Secondo il recente Sustainability Report di RetailX, infatti il 37% dei consumatori intervistati si dichiara consapevole degli effetti negativi per l’ambiente dell’e-commerce ed il 43% degli acquirenti afferma di tenere in considerazione le opzioni disponibili per ridurre l’impatto prodotto dalle consegne, con un dato ancor più elevato (il 60%) nella fascia di età 18-25.

Il Rapporto RetailX stima che la consegna a punti di ritiro diffusi produca un terzo delle emissioni ed evidenzia quanto sia rilevante la diffusione di lockers sul territorio: la diffusione di tali infrastrutture e la propensione a servirsene anche grazie alla loro modalità contact-free costituiscono dunque un orizzonte da considerare in qualunque progetto e-commerce.

Se nuove buone pratiche stanno dunque emergendo per affrontare gli aspetti critici della sostenibilità ambientale del commercio elettronico, è però la “competizione al rialzo” stimolata dalla  maggior consapevolezza e da aspettative più esigenti da parte dei consumatori che può introdurre elementi di innovazione nel sistema: i mesi dell’emergenza sanitaria e della conseguente crisi economica hanno messo infatti in luce quanto l’e-commerce, come ogni tecnologia, non sia un bene in sé, ma lo possa rappresentare nella misura in cui sappia essere improntato alla sostenibilità ambientale, e non solo, del contesto in cui opera.

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