Iil valore della pubblicità online è cresciuto del 93%, passando da circa 3 miliardi di euro stimati per il 2018 ai quasi 5,9 miliardi di euro del 2022, con la componente ascrivibile alle sole piattaforme stimabile nel 2022 in circa 5 miliardi di euro.
Mentre i ricavi della televisione flettono, tra il 2018 ed il 2022, di 360 milioni di euro (complessivamente passano da 8,34 a 7,98 miliardi di euro), ma senza l’apporto dei servizi a pagamento via web, largamente rappresentati dalle offerte di contenuti video delle diverse piattaforme presenti sul mercato, la riduzione sarebbe nell’ordine di 1,5 miliardi di euro.
Lo evidenziano i dati dell’ultimo Osservatorio sulla Comunicazioni pubblicato oggi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni relativo all’ultimo trimestre 2022.
Piattaforme online
Per quanto riguarda le piattaforme online, nel mese di marzo 2023 circa 43,8 milioni di utenti unici hanno navigato in rete in media per un totale di oltre 68 ore. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, META/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti da quelli di alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali (Cairo Communication/Rcs Mediagroup, GEDI Gruppo editoriale, Fininvest/Arnoldo Mondadori Editore, MFE/Mediaset).
Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso marzo si sono registrati 38,3 milioni di utenti unici, con un incremento (+1 milione di visitatori) rispetto a marzo 2022. A marzo 2023, con 30,5 milioni di utenti unici, quello del “Corriere della Sera” è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato, seguito da “La Repubblica” (30,2 milioni) e “Fanpage” (23,9 milioni).
L’analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con 37,8 milioni di utenti unici registrati a marzo 2023, una crescita rispetto allo stesso mese del 2022, pari a circa +550 mila visitatori.
Ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 35,5 milioni di utenti unici (in crescita del 3,4% rispetto a marzo 2022), seguiti da quelli di eBay che ottiene 18,1 milioni di visitatori (in crescita del 6,3%) e di Subito.it, visitati da poco oltre 12 milioni di internauti (con un +2,2%).
Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (VOD) esclusivamente a pagamento, a marzo 2023, con 15 milioni e 275 mila navigatori, si riscontra una flessione (-870 mila internauti) rispetto allo stesso mese del 2022. In media, nei primi tre mesi dell’anno, Netflix registra 8,9 milioni di utenti unici (-3,6% rispetto al medesimo periodo del 2022) ed è seguita da Amazon Prime Video con 6,3 milioni di visitatori (-10,0%). Disney+, con in media oltre 3,7 milioni di internauti, e Sky/Now, con utenti unici medi pari a 1,2 milioni, registrano una crescita (rispettivamente del +5,8% e +15,3%), mentre Dazn (2,3 milioni di utenti unici medi) registra una flessione del -10,2% rispetto ai primi tre mesi del 2022).
Analizzando il tempo di navigazione sui principali siti di streaming video che offrono servizi esclusivamente a pagamento nel mese di marzo 2023, è possibile constatare una flessione del 12,8% rispetto a marzo 2022. L’analisi circa il tempo complessivamente trascorso dai navigatori sulle diverse piattaforme nei primi tre mesi del 2023, consente di osservare, sebbene con diversa intensità, una complessiva flessione per i principali operatori. Netflix da circa 99 milioni di ore nei primi tre mesi del 2022 passa a 90 milioni di ore nello stesso periodo del 2023, registrando una flessione del 9,2% di ore dedicate alla consultazione dei propri siti e applicazioni; analogamente, anche Amazon Prime Video presenta un andamento in contrazione (-40,8%) del tempo speso (da 21 milioni di ore nel primo trimestre del 2022 passa a 13 milioni di ore nello stesso periodo del 2023).
Analogamente, Disney+ e Dazn vedono una flessione delle ore complessive trascorse dagli utenti (che passano, rispettivamente, da 8 a meno di 5 milioni di ore e da 3 a 2,5 milioni di ore di navigazione complessive nei primi tre mesi del 2022 e 2023). Per il servizio Now di Sky si rileva, invece, una crescita (+8,6%) delle ore dedicate alla consultazione dei relativi siti o applicazioni.
Relativamente alle piattaforme di video on demand (VOD) che offrono servizi gratuiti, con 35 milioni e 864 mila navigatori unici collegati a marzo 2023, è possibile constatare una contrazione dell’audience rispetto al marzo 2022 (–648 mila soggetti).
Al riguardo, considerando i tre mesi del 2023, si sottolinea come, tra le piattaforme VOD gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (con 22,5 milioni), Sky TG24 (con 9,7 milioni) e RaiPlay (9,1 milioni).
Settore Tv
Nel settore televisivo, gli ascolti medi giornalieri del primo trimestre dell’anno (gennaio-marzo) mostrano, rispetto al corrispondente periodo del 2022, una flessione del 5,8% (da 9,61 a 9,06 milioni) nel giorno medio; un simile andamento (-5,5%) si registra anche per la fascia oraria del “prime time” (da 22,23 a 21,02 milioni di spettatori).
Appare opportuno segnalare, ampliando l’arco temporale dell’analisi, come gli ascolti del 2023 si siano ridotti di 2,73 milioni (-11,5%) nella fascia “prime time” e di 1,00 milioni (-9,9%) nel “giorno medio” rispetto al corrispondente valore del primo trimestre 2019, a testimonianza del crescente gradimento da parte del pubblico dell’offerta in streaming di contenuti video.
Nei primi tre mesi dell’anno, con riferimento agli ascolti medi giornalieri dei principali gruppi editoriali televisivi, nel giorno medio la Rai guida la classifica con 3,55 milioni di telespettatori (39,2% di share) seguita da Mediaset con 3,40 milioni (37,5%), mentre maggiormente distanziati risultano Discovery (690 mila), Comcast/Sky (630 mila) e Cairo Communication/La7 (340 mila).
Rispetto ai corrispondenti dati del 2022, si osserva un calo maggiormente intenso per la Rai (280 mila spettatori giornalieri in meno rispetto ai 200 mila in meno di Mediaset), Cairo Communication/ La7 mostra una flessione di 90 mila ascolti giornalieri mentre per Discovery e Comcast/Sky non si osservano variazioni di rilievo.
Tendenza analoga si registra nel “prime time”: nel periodo gennaio-marzo 2023 la Rai ha avuto ascolti medi giornalieri per 8,56 milioni (40,7% share), contro i 7,83 di Mediaset (37,3% share), con una flessione dei telespettatori rispetto al corrispondente periodo del 2022 che risulta pari a 670 mila per Rai e a 570 mila per Mediaset. Allo stesso tempo, il gruppo Cairo Communication/La 7 nel “prime time” registra ascolti pari a 1,02 milioni (4,8% di share), in calo di circa 210 mila ascoltatori rispetto al primo trimestre 2022. Crescono gli spettatori di Comcast/Sky, che passano da 1,41 a 1,47 milioni di spettatori (+4,3%%) mentre gli ascolti di Discovery rimangono stabili (1,39 milioni).
Gli ascolti dei gruppi televisivi minori mostrano, nel periodo gennaio-marzo, una crescita sia nel giorno medio (+60 mila) che nel prime time (+170 mila) rispetto al 2022. Ma tra il 2019 ed il 2023 il loro peso sugli ascolti complessivi nella fascia oraria “prime time” è sceso dal 4,5 al 3,6% e dal 6,7% al 4,9% nel “giorno medio”.
Con specifico riferimento all’andamento dei principali canali dei gruppi editoriali sopra analizzati (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7, TV8 e Nove), complessivamente nel giorno medio, su base annua, si registra una diminuzione di 540 mila spettatori (da 6,57 a 6,04 milioni, pari a una riduzione dell’8,2%), con flessioni non marginali per La7 (-22,7%), Rete 4 (-16,5%) e Rai 3 (-13,4%), mentre TV8 aumenta gli ascolti giornalieri del 13,4%.
Analogo andamento si osserva nel “prime time”, dove gli spettatori complessivamente persi giornalmente dai nove canali considerati, su base annua, risultano 1,29 milioni (-8,0%), con i tre canali della Rai che flettono per circa 590 mila spettatori (da 8,03 a 7,43 milioni di spettatori, pari a –7,4%), quelli di Mediaset mostrano una diminuzione analoga (intorno ai 580 mila spettatori, pari a una riduzione del -9,4%). Gli ascolti di La 7 si riducono del 18,9% (da 1,14 a 0,93 milioni di spettatori giornalieri), mentre quelli di TV8 e Nove crescono, rispettivamente, del 14% e dell’8,0%.