I posti di lavoro in Cina si creano grazie all’ecommerce. Come riportato dal quotidiano China Daily, secondo dati Askci, alla fine del 2018 i posti di lavoro legati al commercio elettronico saranno più di 48 milioni. Un dato significativo, soprattutto se relativo ad un settore che non sempre ha messo d’accordo imprese e lavoratori, soprattutto in Europa.
Eppure, nel grande Paese asiatico, già nel 2017 gli occupati direttamente e indirettamente nell’ecommerce erano 42,5 milioni, con una crescita su base annua del 13%.
Complessivamente, informa il China Daily, le transazioni sul mercato cinese hanno raggiunto i 4.560 miliardi di dollari (29 mila miliardi di yuan), anche qui con una crescita a doppia cifra su base annua pari all’11,7%.
“E’ il digitale ad aver trasformato il mondo del lavoro e l’ecommerce ha guidato tale processo”, ha spiegato al quotidiano Mao Risheng, ricercatore alla Chinese Academy of Social Sciences.
Anche in Asia, i principali modelli di business sono ormai orientati al paradigma economico definito “traditional industry plus digital“.
Integrare vecchie strategie a nuovi modelli di innovazione economica funziona. L’ecommerce, si legge nell’articolo, consente di avviare imprese votate all’innovazione, con nuovi metodi e soluzioni, ma allo stesso modo è facilmente accessibile ai lavoratori tradizionali, un’occasione per quelli che vivono nelle aree extra urbane e i disabili, ad esempio, ma anche per i giovani laureati che vogliono aprire una startup.
Nella provincia di Henan, grazie all’indotto del mercato ecommerce si è riusciti ad aumentare il livello di reddito della popolazione locale del 60%, migliorando sensibilmente la qualità della vita soprattutto dei più poveri.
Nelle aree rurali e più povere l’ecommerce ha dato lavoro a 28 milioni di cinesi l’anno passato.
Nella provincia di Zhejiang, 506 tra villaggi e piccoli paesini si sono specializzati in attività legate all’ecommerce, consentendo di trovare lavorare a più di 200 mila persone.