In crescita il fatturato dell’eCommerce in Italia ha raggiunto quota 28,8 miliardi di euro nel 2015, in aumento del 19% rispetto al 2014 ma i maggiori beneficiari di questo progresso sono player stranieri come Amazon. In altre parole, l’eCommerce italiano al momento sembra terreno di conquista di operatori esteri, mentre alcuni dei maggiori player italiani come Poste con Poste Shop decidono invece di chiudere i battenti.
Il conversion rate medio dell’eCommerce per le aziende italiane si ferma all’1,5% nel 2016, a fronte dell’1,9% del 2015 e del 2014.
E’ quanto emerge dalla ricerca ‘E-commerce in Italia 2016’ realizzata dalla Casaleggio Associati presentata due giorni fa alla Camera di Commercio di Milano, dedicata all’amministratore delegato e fondatore Gianroberto Casaleggio appena scomparso.
La ricerca, condotta con l’ausilio di 400 aziende, ha preso in considerazione le vendite online nei settori alimentare, assicurazioni, casa arredamento, centri commerciali online, editoria, elettronica di consumo, moda, salute e bellezza, tempo libero, turismo.
Complessivamente, il fatturato generato dall’eCommerce in Europa è pari a 477 miliardi di dollari (circa 423 miliardi di euro) ed è dominato da Regno Unito, Germania e Francia che rappresentano due terzi del totale.
A trainare il commercio elettronico di casa nostra soprattutto le vendite online della GDO, i grandi centri commerciali che hanno registrato una crescita del 140% delle vendite grazie appunto alla crescente presenza di player internazionali e all’assorbimento di quote di mercato in settori come l’elettronica di consumo, la moda e l’alimentare.
Alle spalle della GDO, il balzo maggiore viene registrato dal settore alimentare (+77%) grazie all’affermazione della consegna del fresco, mentre i settori più maturi del turismo e del tempo libero rappresentano circa il 75% del mercato complessivo.
L’unico settore in calo è quello dell’elettronica di consumo (-15%) a causa della concorrenza sempre più aggressiva dei centri commerciali online che erodono quote.
Settori in sensibile crescita sono l’editoria online, con gli eBook sulle ali di Kindle, e lo streaming con Spotify.
I grandi player come Yoox, Expedia, Alibaba e Amazon nel 2015 sono diventati ancora più grandi con una massiccia campagna di acquisizioni.
Giganti come il sito di eCommerce Alibaba guardano con interesse al Made in Italy e le aziende di casa nostra guardano alla Cina come un mercato dal potenziale enorme ma difficile da penetrare. “Alibaba è una grossa opportunità per il Made in Italy – ha detto Maurizio Benzi, socio di lunga data della Casaleggio Associati – c’è una classe media elevata di 300 milioni di persone. In Cina poi il 70% delle vendite avviene da mobile, a fronte del 20% in Italia”. Il Tmall di Alibaba rappresenta quindi una porta d’ingresso importante per le nostre aziende, già sfruttata da grandi brand come ad esempio Ferrari e Moleskine, ma anche dalla stessa Amazon che è stata “costretta” ad aprire sul Tmall di Alibaba perché operare in Cina senza server in loco è un boomerang: la navigazione sui siti esteri in Cina è mantenuta per scelta molto più lenta.
Nel 2015 il mobile ha affermato la sua importanza, dimostrandosi un canale fondamentale nella vendita on line, non solo per i mercati più maturi ma anche per il mercato italiano il cui fatturato generato da questo canale ha rappresentato in media il 22% del totale a differenza del 13% del 2014. Questa crescita è dovuta al fatto che gli utenti hanno acquisito più fiducia e sono più propensi a concludere l’acquisto da mobile, non a caso a inizio 2016 sono oltre 22 milioni gli italiani che si collegano nel corso del mese dai loro dispositivi mobile, ben 5 milioni in più rispetto al 2015.
Oltre a Maurizio Benzi sono intervenuti relatori ospiti rappresentanti di importanti realtà e-commerce italiane e internazionali, come: Just Eat, Loviit, Quomi, Alibaba, Boraso e Zalando.