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“Ecco perché la tecnologia cinese mi ha conquistato”. Intervista a John Artman (South China Morning Post)

Understanding the Success of TikTok: the Most powerful Tool to Engage European Digital Natives è il workshop che si terrà il prossimo 19 gennaio.

In vista dell’evento, Claudia Vernotti, direttrice di ChinaEU, ha intervistato John Artman, grande esperto di tecnologia cinese e Tech Editor del South China Morning Post, per conoscere la sua esperienza ultradecennale in Cina e raccogliere le sue opinioni sul successo dei prodotti di ByteDance a partire dall’espansione globale di TikTok.

John Artman sarà uno degli ospiti eccellenti dell’evento “Understanding the Success of TikTok: the Most powerful Tool to Engage European Digital Natives” del prossimo 19 gennaio, a cui si potrà partecipare acquisendo il ticket su Eventbrite.

Claudia Vernotti. John, sei in Cina da molti anni. Hai guidato la redazione di TechNode, lanciato e gestito un podcast settimanale come China Tech Talk e ora sei a capo delle pagine Tech del South China Morning Post, il quotidiano più popolare di Hong Kong. Perché la Cina e cosa ti ha spinto a scrivere sul mondo tecnologico di questo Paese?

John Artman. Mi sono trasferito dagli Stati Uniti a Pechino nel 2008 per diventare un insegnante di inglese. Ero già laureato in psicologia e filosofia, con specializzazione in cinese.  E finiti gli studi, non sapevo bene cosa fare… Voglio dire, cosa si fa con una laurea in psicologia e filosofia, oltre a proseguire con un dottorato, cosa che non avevo intenzione di fare? Così ho trovato un lavoro insegnando inglese a Pechino, poi ho lavorato in China Radio International per circa cinque anni. Mi sono occupato di localizzazione per oltre un anno e infine sono entrato in TechNode, dove sono rimasto per tre anni, prima di entrare a far parte del South China Morning Post in agosto 2020.

Claudia Vernotti. Come mai tanto interesse per la Cina?

John Artman. Devo dire di essere stato sempre interessato alla Cina. Dopotutto la lingua cinese faceva parte del mio programma di studi all’università. Mi sono anche innamorato della cultura cinese e in particolare della filosofia cinese. Sono un grande amante dei libri classici di filosofia cinese, come il Daodejing e lo Yijing. Così, quando sono arrivato in Cina per la prima volta mi sono innamorato. Dall’altro lato, sono sempre stato un po’ tech nerd. Ricordo che quando ero piccolo e i miei genitori si arrabbiarono con me per aver rotto il computer di famiglia (e giuro che non è stata colpa mia). Sono sempre stato interessato alla tecnologia e soprattutto ai personal computer. Quando ero in radio, coprivo la tecnologia in modo forse superficiale. Ho fatto alcuni report sul tema, entrando così in contatto con il mondo tecnologico. Quando ho iniziato a lavorare in TechNode (canale di riferimento per tutto quello che concerne il mondo tech in Cina-) era finalmente arrivato il momento di sporcarmi davvero le mani con la tecnologia e riprendere contatto con le informazioni e le persone del settore. Al mio arrivo in TechNode, ero fuori dal mondo media e non coprivo la tecnologia da quasi due anni. È stato scioccante percepire il ritmo con cui le cose erano cambiate nel settore in quei due anni. Per me, il mondo tech cinese è sempre stato estremamente entusiasmante. La Cina stessa ha una storia straordinaria di suo, ma quando guardi alla tecnologia in Cina in questo momento, capisco che sotto diversi punti di vista e diverse metriche in quel Paese si stanno stabilendo standard globali.

Claudia Vernotti. Cosa trovi di così affascinante sull’imprenditorialità cinese in questo settore e quali differenze noti rispetto ai modelli della Silicon Valley?

John Artman. Parlando di imprenditorialità cinese e di differenze rispetto ai modelli della Silicon Valley, direi che la differenza numero uno sia l’orario di lavoro. Nel settore tecnologico in Cina c’è una devozione quasi malsana al lavoro, situazione che sta mostrando un forte impatto negativo in questo momento. Allo stesso tempo, la cultura del lavoro “996” – ovvero dalle 9:00 alle 21:00 per 6 giorni a settimana – è uno dei motivi principali della velocità della Cina.

Da parte dei dipendenti, c’è grandissima motivazione a lavorare sodo, mentre da parte degli imprenditori e dei dirigenti di livello superiore, c’è la spinta a rimanere competitivi. Direi che un’altra grande differenza tra i due modelli è che le aziende cinesi non sono così mission-driven come le aziende della Silicon Valley.  Se guardiamo ai pay-off, per Facebook – non sono sicuro che sia più così – era “connettere tutti nel mondo“, mentre la missione dichiarata di Google è stata a lungo “non essere malvagio“.

I big tech americani hanno prestato molta fede a queste missioni nella loro comunicazione. D’altro canto, per molti giganti tecnologici in Cina, la missione è molto più pratica: aiutare le persone a scoprire le loro esigenze e trovare soluzioni, aiutare le persone a scoprire cibo delizioso che possono ricevere direttamente alla loro porta. Penso che nel complesso tutto questo mostri la differenza tra la cultura imprenditoriale statunitense e quella cinese.

Claudia Vernotti. So che sei stato un sostenitore di ByteDance, l’azienda madre di TikTok, per diversi anni, dedicando una newsletter ad-hoc su TechNode e diversi numeri del tuo podcast all’ascesa di questa azienda. Quali sono gli elementi principali che rendono ByteDance e i suoi prodotti così attraenti?

John Artman. A mio parere, ByteDance è la prima e forse l’unica azienda tecnologica cinese ad essere un vero analogo alle aziende della Silicon Valley. L’azienda è costruita attorno alla tecnologia, quella più avanzata. Forse il caso più simile in Cina è stato Baidu. Proprio come Google, l’intera attività di Baidu si basa sulla tecnologia di ricerca. Baidu ha perso terreno in un certo senso, ma ByteDance ha colto appieno questa mentalità. Tutti associano ByteDance a TikTok e Douyin (la sua controparte cinese), piattaforme di video brevi dove le persone fanno magari video leggeri e di facile consumo. Ma a guardare bene, ByteDance è una società di intelligenza artificiale, che si basa interamente su soluzioni di IA. Sono persino arrivati ​​al punto di sviluppare servizi B2B per l’indirizzamento o i suggerimenti di rete come servizio, quindi in pratica aiutando sviluppatori più piccoli a implementare la funzione di suggerimento algoritmico simile a quella che hanno sviluppato sia per Jinri Toutiao che per Douyin. Questo è il motivo per cui trovo ByteDance così affascinante. Ad essere sincero, non sono un grande fan dei loro prodotti (su Toutiao c’è molta spazzatura, come giornalista, ho bisogno di notizie ed è difficile trovare notizie concrete all’interno di Toutiao). E su Douyin o TikTok, non sono interessato a guardare persone che fanno video ridicoli. Capisco ovviamente che c’è una crescente componente educativa all’interno delle due piattaforme, il che è molto interessante. Ma non penso che passerò del tempo a curare il mio feed al fine di ricevere di più di quel tipo di contenuto. Quindi per me, come giornalista, l’interesse nei confronti dell’azienda sta nella psicologia organizzativa, nella psicologia dei fondatori, nell’ingegneria prima di tutto, nell’impegno a fornire un’ottima interfaccia utente e un’incredibile esperienza utente. Questo è ciò che veramente distingue ByteDance e la rende così affascinante per me.

Claudia Vernotti. TikTok è uno dei pochi, se non forse l’unico caso di un’applicazione nata in Cina che ha conquistato il mondo intero. Si potrebbe sostenere che anche WeChat – la super app di Tencent – abbia avuto un grande successo a livello globale, ma gli utenti esterni alla Cina di WeChat sono principalmente una nicchia di appassionati della Cina. E allora, come spieghi il successo senza precedenti di TikTok e ByteDance fuori dalla Cina, nonostante le sue origini cinesi e le crescenti tensioni geopolitiche USA-Cina che hanno quasi portato a un cambio di proprietà di TikTok?

John Artman. ByteDance è a mio parere forse l’unica vera azienda tecnologica cinese. So bene che molti non saranno d’accordo con me su questo, ma ho una definizione molto ristretta di azienda tecnologica. Il loro intero business è costruito attorno al sistema di segnalazioni e raccomandazioni basate sull’intelligenza artificiale. Questo sistema è culturalmente agnostico. Ecco perché la loro offerta di raccomandazione e segnalazione come servizio potrebbe potenzialmente funzionare. Non so quale sia ad oggi lo status-quo di questo servizio, ad essere onesti. Il fatto è che hanno messo in piedi un sistema per creare e ridimensionare algoritmi di raccomandazione. Questi algoritmi sono culturalmente agnostici e possono essere applicati in tanti scenari diversi, perché tutto ciò di cui hanno bisogno sono informazioni comportamentali. Tutto ciò di cui hanno bisogno è che tu (utente) trascorra del tempo sul loro servizio e saranno in grado di capire quello che vuoi. Questo sistema può trovare applicazione in molti scenari diversi all’interno di molti prodotti diversi. Quindi parte della risposta, ovvero come spiego il successo di ByteDance, sta nel loro vantaggio tecnologico e nella loro capacità di creare questa tecnologia. Ma bisogna anche ricordare che, nel caso di TikTok, i suoi promotori si sono fatti strada in modo intelligente per il loro successo internazionale. Hanno pagato milioni di dollari per Musical.ly, che era molto popolare nei principali mercati occidentali come Stati Uniti, UE, Russia, India. E una volta messo le mani su Musical.ly, lo hanno rebrandizzato in TikTok e hanno speso tantissimo in marketing e pubblicità. Si può dire che abbiamo acquistato gran parte della loro crescita proprio con TikTok.

Claudia Vernotti. E il confronto tra WeChat e TikTok?

John Artman. Nonostante questo, se paragoniamo TikTok a WeChat, osserviamo che WeChat è strettamente legata alla cultura cinese. In WeChat, non esiste una tecnologia di back-end culturalmente agnostica: la tecnologia di WeChat è letteralmente ciò che vedi in WeChat, molto simile a Taobao. Entrambi questi prodotti così ben ottimizzati per la cultura e il mercato dove sono cresciuti che risulta molto difficile lanciarli a livello internazionale. Questo sta decisamente cambiando, almeno in parte. Alibaba sta compiendo notevoli progressi nel sud-est asiatico, così come Tencent con l’e-commerce. In quella regione, i sistemi di pagamento di entrambe Tencent e Alibaba stanno lentamente ma inesorabilmente decollando. Se WeChat sarà in grado di soppiantare WhatsApp, Line o KaKaoTalk nel sud-est asiatico rimane tutto da vedere. In poche parole, ByteDance ha creato la tecnologia e ha costruito tutto il resto intorno a quella tecnologia. Mentre Alibaba e Tencent hanno creato un prodotto e poi la tecnologia per supportare quel prodotto. ByteDance ha costruito la tecnologia e poi i prodotti sulla base di quella tecnologia. Questo è ciò che rende TikTok e gli altri prodotti di ByteDance così unici e consente loro di ottenere quel successo globale che hanno avuto finora.

Appuntamento, per tutti coloro che si registreranno, al 19 gennaio 2021, dalle 12,00 alle 13,30 (CET). Assicurati di ottenere uno degli ultimi biglietti “early bird” ancora disponibili registrandoti qui.

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