L’Associazione Italiana Editori (Aie) è determinata ad andare avanti nella propria battaglia per l’allineamento dell’Iva tra libri di carta e digitali sebbene alcune voci parlino della difficoltà dei Paesi Ue a raggiungere un’intesa sulla questione.
In una nota, il presidente dell’Aie, Marco Polillo, ha dichiarato: “Andiamo avanti. Siamo certi e fiduciosi dell’impegno del Ministro Franceschini e dell’Italia in sede europea per la battaglia contro la discriminazione dell’Iva degli eBook rispetto a quella dei libri di carta”.
Gli editori, che hanno lanciato sui social una campagna diventata in poco tempo virale, #unlibroéunlibro, a sostegno dell’abbattimento dell’Iva sui libri digitali, riferiscono che “la campagna non solo continua ma sarà rafforzata”.
Per Polillo si tratta, infatti, di “una campagna di buonsenso. Siamo a oltre 25 mila interazioni: l’intero mondo del libro, dei lettori, degli autori – di cui ci siamo fatti portavoce – è davvero vicino al Governo e al Ministro Franceschini in questa battaglia contro gli egoismi nazionali e contro una visione dell’Europa assolutamente burocratica”.
“Insieme – ha concluso il presidente dell’Aie – chiediamo di dire NO alla discriminazione dell’eBook e di riconoscere qualcosa che per noi è ovvio, ma non scontato: un libro è un libro, al di là del supporto di lettura. Per questo confidiamo, allo stesso tempo, che il consenso parlamentare sia di aiuto al Governo anche in sede nazionale e che il Parlamento italiano possa trovare una soluzione per la cultura del nostro paese. Noi, per la nostra parte, andiamo avanti con convinzione”.
Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, pare che una decina di Paesi Ue stiano ostacolando l’intesa volta ad allineare l’Iva tra libri di carta e digitali. Al momento i primi godono dell’Iva ridotta al 4% mentre agli eBook è riservata la normale aliquota che in Italia è del 22%.
Il Ministro Dario Franceschini si è subito schierato a favore dell’abbattimento dell’Iva per i libri digitali, ribadendo la propria posizione anche in occasione dell’ultima edizione della Buchmesse di Francoforte, lo scorso ottobre.
Ma a Bruxelles le cose non stanno andando per il verso giusto. La riunione del Coreper, il conclave dei rappresentanti dei governi che prepara i lavori dei ministri, sarebbe finita con un nulla di fatto.
Italia e Francia, in prima linea in questa battaglia, hanno spinto per convincere i partner che “un libro è un libro, comunque lo si serva”. Ma, per motivi vari (esigenze nazionali e questioni procedurali) una decina di Stati hanno detto no, mentre la Germania ha preferito non pronunciarsi.
Il risultato è che la bozza di conclusioni per il Consiglio Cultura con l’invito ai titolari di cattedra dell’Ecofin perché equiparino letture digitali e cartacee non è stata accolta. L’ultima chance potrebbe essere il Consiglio Cultura del 25 novembre, ma le speranze sembrano poche.
Ad aprire la via all’abbattimento dell’Iva sugli eBook sono state Francia e Lussemburgo, richiamate dalla Commissione Ue, prima con una lettera di messa in mora e poi con un parere motivato, e infine deferite nel febbraio scorso alla Corte di Giustizia Ue per aver tagliato l’Iva sui libri digitali. La decisione è stata presa dai due Paesi per contrastare l’avanzata degli OTT americani su questo nascente mercato.
Parigi ha fissato l’Iva al 7% per gli eBook come per i libri di carta, invece del previsto tasso del 19,6% mentre invece Lussemburgo ha un’aliquota super ridotta del 3%. Ma la Francia è andata anche oltre, arrivando quest’anno ad abbattere al 2% anche l’Iva per la stampa online.