Si scalda la battaglia sull’Iva, obiettivo dei Ministri europei della Cultura, riuniti ieri a Torino in vista del vertice formale del 25 novembre, è lavorare a una posizione comune che possa cambiare le attuali disposizioni Ue e prevedere un allineamento tra digitale e carta. Allineamento che ovviamente riguarderà anche i giornali online.
Lo ha detto a chiare lettere il Ministro Dario Franceschini, uscendo dalla riunione informale che si tenuta alla Reggia di Venaria alla presenza anche del Commissario Ue alla Cultura, Androulla Vassiliou.
A riguardo l’on. Antonio Palmieri di Forza Italia ha già depositato un’interrogazione al Ministro per chiedere come intende procedere. Ne ha dato notizia il deputato azzurro con un tweet mentre prima della riunione a Torino aveva rilanciato la questione proponendo il taglio dell’Iva per gli eBook al 4%.
Una battaglia complicata quella sull’Iva che sarà una delle mission della nuova Commissione Ue guidata da Jean-Claude Juncker.
“Per i libri pubblicati su un supporto elettronico l’Iva deve essere la stessa di quella per i libri di carta”, ha ribadito Franceschini. “È evidente – ha aggiunto – che solo una visione miope può ritenere il libro elettronico diverso da un libro di carta, un libro è sempre un libro”.
“Bisogna andare verso un’equiparazione dell’Iva del libro digitale a quella del libro su carta così come tra giornale su carta e digitale”, ha precisato il Ministro.
Il diritto d’autore di pari passo con la libertà d’accesso
Sempre sul tema del digitale Franceschini ha anche sottolineato che la riunione di ieri è stata dedicata al tema del copyright che va contemperato con la libertà di accesso al web.
“Abbiamo l’assoluta consapevolezza – ha osservato – che non è piu possibile affrontare questi temi soltanto dentro i confini nazionali, ma occorre una dimensione almeno europea. La tutela del diritto d’autore – ha detto – è la condizione per garantire la libertà di creazione, e contemporaneamente la libertà di accesso alla rete è un tema nuovo con cui ci si deve confrontare e che passa attraverso regole comuni”.
Un tema questo su cui si è soffermata anche il Commissario europeo Androulla Vassiliou che ha ricordato come la facilità con cui oggi i ragazzi scaricano da internet un film deve tenere conto “dell’investimento di tempo e di soldi che è necessario per realizzarlo”.
L’allineamento dell’Iva tra digitale e web doveva essere inizialmente ricompresa, come Key4biz aveva anticipato, nel Decreto Legge Cultura. Successivamente Franceschini ha fatto un passo indietro, temendo una procedura di infrazione, ma ha promesso che l’argomento sarebbe stato trattato durante il Semestre di presidenza italiana della Ue.
Editori in prima linea
Da qui a pochi mesi potremmo quindi vedere risolta questa annosa questione per la quale si stanno battendo in primis gli editori che da tempo domandano l’equiparazione tra libri di carta (Iva al 4%) ed eBook (Iva al 22%).
Lo scorso dicembre era stato l’allora Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ad aver lanciato la proposta di abbattere l’Iva sugli eBook. Un progetto che però restò soltanto una buona intenzione ma che adesso potrebbe diventare una realtà grazie al forte impulso da parte del Ministro Franceschini e dei colleghi che credono che l’allineamento sia ormai un passo necessario.
Sappiamo che la materia è di competenza della Ue. Ricordiamo, infatti, che Francia e Lussemburgo per aver ridotto l’Iva sugli eBook sono incorsi in una procedura di infrazione, ma questo non ha fermato i due Paesi che non hanno fatto alcun passo indietro a riguardo.
Una misura che servirebbe anche a mettere le imprese nelle condizioni di competere con le aziende straniere che hanno sede in Lussemburgo e pagano il 3% d’IVA, come Amazon contro cui il governo francese ha adottato la linea dura, arrivando ad accusare il gruppo americano di dumping. Una condizione di privilegio per le web company che oltretutto ricorrendo ad aggressivi sistemi di ottimizzazione fiscale si sottraggono in tutto o in parte al pagamento delle tasse, rendendo davvero difficile concorrere con loro.
Francia e Lussemburgo apripista
Ad aprire la via sono state Francia e Lussemburgo, richiamate dalla Commissione Ue, prima con una lettera di messa in mora e poi con un parere motivato, e infine deferite nel febbraio scorso alla Corte di Giustizia Ue per aver tagliato l’Iva sugli eBook. La decisione è stata presa dai due Paesi per contrastare l’avanzata degli OTT americani su questo nascente mercato.
Parigi ha fissato l’Iva al 7% per gli eBook come per i libri di carta, invece del previsto tasso del 19,6% mentre invece Lussemburgo ha un’aliquota super ridotta del 3%. Ma la Francia è andata anche oltre, arrivando ad abbattere al 2% anche l’Iva per la stampa online con un recente provvedimento.
Obiettivo, modificare la Direttiva Ue
I Paesi Ue sembrano adesso tutti allineati nella richiesta di abbattere l’Iva sugli eBook.
Si punta a una modifica della Direttiva sull’Iva ora che sono avvenute le elezioni europee, interpretando come un segnale favorevole alla riforma, anche il lancio nel 2012 di una consultazione pubblica europea su questi argomenti.
Altro fattore incoraggiante, il cambio di marcia della Germania, finora contraria al principio della neutralità tecnologica per i libri così come per la stampa, che adesso sarebbe invece favorevole.
Ruolo determinante in questa battaglia potrebbe avere il neo Commissario Ue alla Digital Economy, il tedesco Gunther Oettinger, che potrebbe spingere sull’allineamento dell’Iva tra eBook e carta.