Banda ultralarga

Scontro sulla fibra: Fibercop (KKR) attacca di nuovo Open Fiber. Quale la mossa del Governo?

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Lo scontro nel mercato della fibra in Italia si fa sempre più aspro. Fibercop, fa sapere oggi il Sole 24 Ore, sferra il suo secondo attacco nel giro di tre giorni nei confronti di Open Fiber.

Lo scontro nel mercato della fibra in Italia si fa sempre più aspro. Fibercop, fa sapere oggi il Sole 24 Ore, sferra il suo secondo attacco nel giro di tre giorni nei confronti di Open Fiber, con una richiesta di accesso agli atti che riguarda i fondi assegnati all’operatore controllato da CDP (60%) e Macquarie (40%) con la legge di bilancio del 2024 da parte del Governo e relativi al riequilibrio finanziario del Piano Bul delle aree bianche.

Si tratta di 660 milioni di euro, che con il placet del Governo sono stati accordati a Open Fiber, che ha potuto mettere a bilancio la somma. Un’operazione che ha contribuito al rifinanziamento da 10 miliardi chiuso dall’azienda a fine 2024.

Fibercop accesso agli atti

Ma Fibercop ora vuole vederci chiaro e conoscere la procedura di riequilibrio del Piano Economico Finanziario delle aree bianche. Una richiesta che, di fatto, è un attacco, per quanto indiretto, anche al Governo, che quella somma l’ha accordata.

Il rapporto fra KKR e il Governo potrebbe in effetti andare meglio.

Tre giorni fa il primo attacco sotto forma di missiva al Governo, svelato dalla Reuters, con cui Fibercop si offriva di subentrare a Open Fiber nelle aree grigie relative al bando Italia 1 Giga. In quel caso, per salvare i fondi del PNRR che rischiano di andare in fumo in caso di mancato rispetto delle stringenti milestone fissate da Bruxelles.

Fibercop, controllata al 37,8% dal fondo statunitense KKR, e a seguire dal fondo pensione Canada Cppib e il fondo sovrano Adia di Abu Dhabi entrambi con il 17,5%, dal Mef al 16% e dal fondo infrastrutturale italiano F2i (11,2%), non sembra affatto conciliante con la rivale. Il rischio è che si inneschi una sorta di ‘Kramer contro Kramer’ della fibra ottica.

Interessi divergenti?

E’ una tattica deliberata di KKR?

Il Mef è d’accordo?

Siamo di fronte ad uno scontro fratricida, senza esclusione di colpi?

CDP è controllata all’82% dal Mef, che però in Fibercop si trova in minoranza.

Quel che appare certo è che l’interesse di KKR, fondo con un orizzonte temporale medio di breve periodo, sia quello di remunerare in tempi stretti l’investimento effettuato nella rete Tim. La spesa per rilevare la NetCo di Tim a luglio scorso è stata di 18,8 miliardi di euro, che potrebbero ancora salire di ulteriori 2,5 miliardi di euro di earn out a Tim in caso di matrimonio con Open Fiber, entro la fine del 2026.

Sarebbe anche legittimo che KKR puntasse a non dover pagare l’earn out.

Fondi PNRR nelle aree grigie

C’è però di mezzo anche la questione dei fondi del PNRR nelle aree grigie del Piano Italia 1 Giga. Fibercop, che ha meno abitazioni da coprire rispetto a Open Fiber, si è fatta avanti per rilevare una quota dei civici che la concorrente non riuscirebbe a raggiungere. Ma il tempo stringe. I fondi del PNRR sono peraltro a rischio dirottamento e sarebbe davvero uno spreco e un danno per la digitalizzazione del Paese.

A questo punto, visto il clima di incertezza, la rete unica sembra un po’ più lontana.

Prima di parlarne, servirà un chiarimento fra le parti sugli obiettivi rivisti di copertura del bando Italia 1 Giga.

Per quanto riguarda il Piano Italia 1 Giga, uno degli aspetti da considerare sono le penali che gli operatori dovranno pagare in caso di mancato rispetto degli obiettivi di copertura previsti nella convenzione, pari a mille euro per ogni civico non coperto entro il 30 giugno 2026. Una penale a salire nel tempo.  

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