Generalmente, ogni anno, negli Stati Uniti si contano qualcosa come 5 milioni di incidenti d’automobile sulle strade della nazione, con una media di 30 mila decessi.
Un modo per ridurre tale tragica cifra è stato individuato in alcune misure volte ad implementare i sistemi di sicurezza, tra cui l’educazione ad una guida più prudente, nuove leggi più restrittive e l’introduzione delle nuove tecnologie informatiche nell’industria automotive.
Meno auto in giro per la pandemia, ma più incidenti
Secondo un nuovo studio pubblicato dal National safety council (Nsc), il Consiglio nazionale per la sicurezza e la salute dei cittadini, durante il 2020 il numero di decessi dovuto ad incidenti stradali è cresciuto notevolmente del +24% a 42.060 unità.
Si tratta di stime preliminari, ci tengono a sottolineare più volte i ricercatori, ma sicuramente drammaticamente alte: “E’ la prima volta che si raggiungono tali cifre dal 1924”.
Un dato allarmante, perché a causa della pandemia di Covid-19, in realtà, molte meno automobili sono circolate e molti meno km sono stati percorsi (-13% rispetto al 2019).
È aumentato spaventosamente anche il numero dei feriti, 4,8 milioni di persone in più su base annua, per un costo complessivo stimato attorno ai 474 miliardi di dollari.
Lettera a Biden per il target “zero morti in strada” entro il 2050
Sulla base di questi dati, l’Nsc ha scritto una lettera alla nuova amministrazione americana (firmata da oltre 1.500 organizzazioni di categoria), in cui si chiede al Presidente della nazione, Joe Biden, e al Segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg, di impegnarsi solennemente nell’obiettivo degli zero morti sulle strade entro il 2050.
Per far questo, sono state suggerite varie soluzioni, tutte incentrate sulla necessità di colmare l’enorme mancanza di una cultura della sicurezza nella mobilità stradale, che parte proprio dalle famiglie, tra cui ad esempio l’utilizzo sbagliato e pericoloso dello smartphone alla guida.
Anche le Istituzioni devono fare qualcosa in più, però, perché serve una legislazione più restrittiva che favorisca la nascita di un modello di guida più prudente, in cui tutti si allaccino le cinture di sicurezza e nessuno guidi mentre utilizza un device elettronico connesso in rete (non solo smartphone, ma anche pc e tablet).
C’è da fare investimenti, che nel tempo sono stati dismessi, perché le infrastrutture stradali sono considerate dall’Nsc tutte da rivedere, carenti proprio sul lato sicurezza, così come l’offerta di trasporti pubblici e la facilità di accesso a tali servizi, soprattutto per le fasce di popolazione più povere e marginalizzate (o che vivono in periferia).
C’è poi il tema tecnologico, che certamente comporta una maggiore spesa da parte delle amministrazioni locali e delle case automobilistiche, ma che allo stesso tempo potrebbe ridurre sensibilmente gli indicenti stradali e quindi i feriti e i decessi conseguenti.
Le nuove tecnologie contro gli incidenti stradali
I sistemi per il controllo automatico della velocità legati ai sensori diffusi lungo le infrastrutture stradali, i semafori intelligenti, le soluzioni tecnologiche Vehicle-to-Vehicle (V2V) e Vechile-to-infrastructure (V2I), potrebbero essere utilizzati proprio per tale scopo.
Tali comunicazioni tra veicoli e tra questi e la strada che si percorre, interconnesse ai semafori di nuova generazione e l’internet delle cose, infatti, consentirebbero di anticipare le minacce alla sicurezza, prevedendo possibili criticità (reazione rapida ad una frenata improvvisa davanti a noi; allertare il conducente in caso di incidente o coda improvvisa in un tratto di strada più avanti al nostro, fino a 300 metri di raggio; allerta su movimenti anomali di altri veicoli in strada).
Sostanzialmente, le auto a guida autonoma e connessa in rete offrono al conducente un sostegno alla guida stessa, che dovrebbe evitare gli errori umani più classici e ricorrenti (considerati il 90% delle cause degli incidenti).
Lo stesso Dipartimento ei Trasporti americano ha stimato in uno studio del 2014 che tali tecnologie potrebbero ridurre gli incidenti stradali e i decessi dell’80% l’anno.
Secondo lo studio, si dovrebbero montare sui veicoli i nuovi sistemi automatizzati di assistenza alla guida (Adas) e di dovrebbero essere delle leggi che ne garantiscano l’obbligo di integrazione nel mezzo per il costruttore e ne certifichino gli standard.
Il mercato mondiale delle soluzioni V2V
Il mercato mondiale di tali soluzioni tecnologiche avanzate in ambito automotive è stimato raggiungere i 9 trilioni di dollari entro il 2027, a un tasso di crescita medio annuo valutato attorno al +27% per i prossimi sei anni.
Gli Stati Uniti rappresenteranno il 23% circa del mercato mondiale delle soluzioni V2V entro il 2027, secondo uno studio Coherent Market Insights, mentre la fetta più grossa andrà all’Asia, che è attesa raggiungere i 3 trilioni di dollari di ricavi nel settore.