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E ora arrivano gli influencer virtuali, che fanno montagne di soldi reali

La pandemia di Coronavirus ci ha chiusi in casa, ci ha distanziati dagli altri e dal mondo reale (sempre più “mediato” dai mezzi di comunicazione), ci ha resi “invisibili”. Discorso diverso per il mondo virtuale: se vivi, lavori e ti manifesti nel mondo di internet e del virtuale, sei sempre più “presente” nella realtà.

Il mondo del marketing l’ha capito da qualche anno, ma è forse questo il momento propizio per l’affermazione del fenomeno “virtual influencer”: modelli e modelle 3D, realizzati da agenzie creative per campagne di marketing, in grado di coinvolgere direttamente milioni di follower in tutto il mondo, alla pari degli omologhi umani.

Virtual influencer marketing e soldi veri

Entro il 2022 i grandi marchi globali spenderanno circa 15 miliardi di dollari in influencer marketing, il doppio di quanto speso lo scorso anno, secondo quanto pubblicato da Business Insider. Una fetta crescente di tali risorse andrà direttamente al marketing effettuato tramite agenti virtuali.

L’epidemia ha favorito l’affermarsi di questo modello di marketing, perché le aziende, affidandosi alla realtà virtuale, l’intelligenza artificiale e la computer grafica (CGI), hanno avuto modo di eliminare la componente “fisica” del loro business, liberandosi così da qualsiasi vincolo: sanitario, sindacale, salariale, biologico, di spazio e di tempo.

In tal modo, è anche assicurata la continuità del business, che non subisce più interruzioni o sospensioni legate ad eventuali ed ulteriori lockdown nazionali. Se anche tutto si dovesse fermare nel mondo reale, questo non varrebbe per quello virtuale.

Chi sono gli influencer virtuali?

I virtual influencer non si ammalano, non hanno bisogno di dormire e mangiare, non fanno sciopero, non hanno richieste particolari, possono apparire in più luoghi del mondo contemporaneamente, non invecchiano e non muoiono, fanno tutto quello che gli viene chiesto di fare e di dire dai propri creatori.

Su YouTube, gli influencer virtuali sono più di 5.000: “Sono virtuali, è vero, ma hanno enormi potenziali di business reale”, ha dichiarato su bloomberg.com Christopher Travers, fondatore di virtualhumans.org.

Seraphine (Riot Games)

La digital influencer Seraphine creata dal celebre studio Riot Games (suo il famoso eSport “League of Legends“), ha più di 420.000 follower su Instagram.

Le immagini di lei che coccola il gatto, tra le soffici lenzuola, hanno raccolto oltre 100.000 like.

Lil Miquela, invece, è una modella virtuale, creata nel 2016 da Trevor McFedries e Sara DeCou (studio Brud), che ha lavorato per campagne pubblicitarie di Calvin Klein e Prada, solo per fare due esempi nel mondo della moda, e che oggi conta più di 2,8 milioni di follower sui social media.

Secondo OnBuy, Miquela potrebbe arrivare a guadagnare 11,7 milioni di dollari quest’anno.

Lil Miquela

Mentre tutte le modelle e i modelli in carne ed ossa non possono viaggiare in questi mesi, spesso non possono neanche uscire di casa e in alcuni casi sono anche stati anche contagiati dal Covid-19, gli influencer virtuali “vivono” online e man mano che l’epidemia avanza prendono il posto di quelli umani.

Agenzie creative, startup ed investitori

Il pubblico principale di questi influencer virtuali si può rintracciare nelle generazioni Y (o millennial) e Z (nel primo caso tutti coloro nati a partire dal 1980, nel secondo tutti coloro nati tra il 1995 ed il 2010). Due fasce di popolazione composte da individui molto giovani e adulti non oltre i 40 anni, ma con un elevato potere di spesa: 350 miliardi di dollari secondo una stima McKinsey & Co.

Tutto questo clamore ha attirato immediatamente l’attenzione degli investitori di tutto il mondo sulle aziende che lavorano alla creazione e allo sviluppo degli agenti di moda e della comunicazione virtuali. La Superplastic, ad esempio, ha raccolto 10 milioni di dollari di finanziamenti ad agosto del 2019 e altri 6 milioni di dollari nel round di ottobre 2020.

Imma (Aww)

Ottimi anche i riscontri del mercato finanziario per le startup del settore, come la Aww, che ha raccolto più di un milione di dollari lo scorso settembre.

Imma, la creazione più recente di questa startup giapponese, ha più di 300 mila follower su Instagram e ha già partecipato a campagne pubblicitarie di marchi di moda celebri come Ferragamo, mentre per la sua versione di #syncchallenge su Tik Tok ha quantificato 5,6 milioni di visualizzazioni.

Per il futuro, comunque, non solo influencer virtuali dal volto umano, ma anche creazioni più fantastiche.

Janky & Guggimon (Superplastic)

Come nel caso di Janky & Guggimon, della Superplastic, che mettono assieme 2,3 milioni di follower su Instagram e hanno già pubblicizzato prodotti Prada.

Un mercato in crescita

Mixare la realtà con il virtuale, l’umano con il fantastico, non è solo una bizzarria digitale, ma un vero e proprio modello di business, dove poter fare soldi veri e dove l’unico limite è dato da ciò che, al momento, computer ed informatica possono offrire ai creativi.

Secondo l’Influencer Marketing Benchmark Report 2020, per ogni dollaro investito in questo settore se ne guadagnano almeno 6.

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