La digitalizzazione sta portando notevoli cambiamenti anche nell’industria del fashion: i grandi brand si affidano ai servizi digitali per migliorare vendite, fatturati, ma in primo luogo l’esperienza del proprio consumatore. La Digital Transformation ha fatto capolino nelle imprese soprattutto con l’avvenire della pandemia di COVID-19 e non solo le aziende hanno compreso l’importanza della digitalizzazione, ma anche i consumatori stessi hanno capito qual è il potenziale di quest’ultima. Quindi ora cosa li spinge a comprare online?
Esperienza del consumatore tra online e offline
A causa dei lockdown imposti, anche l’industria della moda ha dovuto adattarsi alla situazione cercando nuovi metodi per raggiungere gli appassionati, in quanto prima faceva affidamento soprattutto sulla relazione personale tra dipendenti di negozi e clienti.
Dal lato di questi ultimi, invece, acquistare online è diventata un’abitudine, amplificatasi con la pandemia, che li ha spinti a effettuare sempre più acquisti online.
Infatti, secondo le ricerche effettuate da McKinsey State of Fashion Technology Report 2022, il 48% dei consumatori afferma che il passaggio da offline a online è stato determinato dalla pandemia, mentre il 27% ha dichiarato che il passaggio è dovuto alla convenienza; l’11% invece ha affermato che si è affidato allo shopping online per la maggior disponibilità di prodotti e possibilità di avere sconti e promozioni.
C’è da dire che la pandemia ha anche rafforzato il rapporto tra le persone e i marchi digitali: sempre secondo il Report 2022 di McKinsey, il 72% dei consumer dice che nel 2021 ha interagito con i marchi online. Il rafforzamento del rapporto tra persone e marchi digitali non è dato solamente dalla pandemia, qui entra in gioco un altro fattore molto influente: il digital marketing.
Il marketing digitale è la parte fondamentale che i brand utilizzano per rafforzare i rapporti con i loro consumatori, infatti ad oggi quasi tutti i brand fashion e non solo sono presenti e molto attivi, oltre che nel web, anche nei social media.
L’intento è quello di creare un rapporto di vicinanza tra il brand ed il loro pubblico, cercando il più possibile di creare interazioni.
Facciamo solo alcuni esempi per capire come i brand hanno rafforzato il loro rapporto di vicinanza con i rispettivi fan.
- ASOS, con la campagna “As Seen on Me”, ha chiesto alla propria community di condividere foto indossando prodotti marchiati ASOS. I contenuti raccolti sono stati inseriti in una gallery che collegava gli UGC (user generated content) direttamente al proprio e-commerce.
- ZALANDO, invece, con il test della personalità “Scopri che tipo di ragazza sei in base al tuo look e guadagna uno sconto speciale su Zalando”, una campagna mirata a mostrare la nuova collezione e raccogliere dati sulle preferenze dei propri utenti.
Le campagne di marketing più sono creative, più sono efficaci. Lo scopo è sicuramente quello di incrementare i fatturati, ma per aumentarli c’è bisogno di clienti, di conseguenza lo scopo principale è quello di creare e coinvolgere la community, intrattenere ed ascoltare il pubblico, ma soprattutto renderlo partecipe.
Per raggiungere tali risultati i vari brand si affidano a dei veri e propri professionisti di Digital Marketing e per diventarlo ci sono scuole di formazione in ambito digital, come ad esempio Digital Coach, che offre corsi di formazione certificati per intraprendere questi lavori oggi tenuti molto in considerazione dalle aziende.
I vantaggi
Ma quali sono i vantaggi dello shopping online?
Sicuramente la comodità! Non doversi spostare ha un impatto positivo sia per il consumatore che per l’ambiente. In secondo luogo l’esperienza del pre e post acquisto: si parla di maggiori servizi rivolti al cliente come ad esempio spedizione, resi e cambio gratis.
La scelta dei capi e delle conseguenti taglie disponibili è sicuramente un altro fattore influente e infine, ma non per importanza, la fidelizzazione del cliente, che sicuramente è uno dei punti cruciali che sta determinando sempre più il passaggio dagli acquisti offline a quelli online.
Ci sono però alcune domande che sorgono spontanee: come si possono provare i capi? Come capire se la taglia è giusta? E se poi voglio restituire i capi che non utilizzo?
Per rispondere a queste domande dobbiamo fare un piccolo excursus e analizzare quali sono i servizi che vengono offerti da alcuni negozi online. Ad oggi, sono presenti in molti siti e app diverse funzionalità che rispondono perfettamente alle tre domande poste qui sopra.
In alcuni e-commerce, attraverso l’inserimento della propria altezza, peso e preferenza di vestibilità, vengono restituite le taglie che più si addicono a quella del consumatore, basti pensare sempre al caso di Asos. Addirittura è presente la possibilità di ricercare outift creati da influencer attraverso l’inserimento di foto: il sito, analizzando la foto caricata dall’utente, restituisce automaticamente i risultati che più si avvicinano a quelli dell’immagine inserita.
Per la restituzione torniamo a quanto citato in precedenza: i resi e i cambi sono gratis, ma non solo, anche servizi come ad esempio quelli offerti da Lookiero, che permette di acquistare dei capi e comprarli solo dopo averli ricevuti e provati a casa. I capi che invece non sono di gusto al cliente verranno restituiti senza essere pagati.
Infine, le nuove tecnologie come il Metaverso e la realtà aumentata danno la possibilità di provare i capi in anteprima, ancora prima di essere acquistati.
Con queste funzionalità, che saranno sempre più presenti col passare del tempo, si parla di un diverso tipo di approccio da parte dei brand, un approccio phygital, ovvero una fusione tra “fisico” e “digitale”. Questo termine fa riferimento all’integrazione di nuove funzionalità digitali, inserite nell’esperienza fisica che il cliente vivrebbe in negozio.
La nuova frontiera del fashion: il Metaverso
Con l’avvenire dell’E-fashion, quindi, la nuova spinta è data ora dell’esperienza virtuale che il cliente vive all’interno di un sito o di un’app. Non parliamo del classico E-commerce, ma bensì di metaverso, realtà aumentata e virtuale.
Teniamo in considerazione una cosa molto rilevante: l’E-fashion è un settore in forte crescita e mira sempre più a realizzare prodotti e servizi subito fruibili dal cliente finale.
Il metaverso, insieme alla realtà virtuale, sta cambiando definitivamente l’esperienza del cliente, aprendo così una nuova frontiera per il settore del fashion.
Per chi ancora non avesse ben chiaro cosa significa “metaverso” diamo una piccola definizione: il metaverso è un insieme elementi tecnologici, in particolare video, realtà virtuale e realtà aumentata, che arricchiscono la percezione sensoriale umana attraverso l’utilizzo di informazioni elettroniche.
Per accedervi con il proprio avatar si utilizzano delle piattaforme apposite, al cui interno si ha la possibilità di vivere delle vere e proprie esperienze, come ad esempio avere relazioni con altri utenti, creare, vendere e comprare oggetti, andare a concerti e addirittura, come avvenuto quest’anno nella piattaforma di Decenterland, ospitare la prima Metaverse Fashion Week, tenutasi dal 24 al 27 marzo.
I modelli, in questo caso avatar, dei vari brand, hanno sfilato presentando così le loro collezioni autunno-inverno 2022-2023, dopodiché era possibile acquistare gli abiti virtuali e avere la copia fisica dello stesso abito direttamente a casa. Ad esempio, Tommy Hilfiger, in occasione della Metaverse Fashion Week, ha presentato la sua collezione e la possibilità per gli utenti di comprare NFT (non-fungible token), spendibili per il proprio avatar o articoli fisici.
Prospettive future
Possiamo quindi dire che il metaverso sta cominciando a essere una delle nuove soluzioni che le aziende del fashion stanno tenendo in considerazione per migliorare l’esperienza utente e per incrementare le vendite implementandolo alle strategie di marketing. D’altra parte, migliora l’impatto ambientale, riducendo i consumi e l’inquinamento dell’acqua, elimina gli sprechi di tessuto e riduce le emissioni di carbonio.
Inoltre favorisce l’inclusione sociale, in quanto durante le sfilate non c’è più la distinzione tra chi guarda dalla prima o dall’ultima fila e permette di promuovere i prodotti senza distinzione tra taglie, età e genere. Sarà dunque questa la nuova vita delle industrie della moda?