Il nuovo digitale terrestre DVBT2 sarà acceso il primo luglio 2022 in banda sub 700. Lo prevede il disegno di legge di bilancio, all’esame del Senato e in particolare l’art.89 (“Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”) che fissa la roadmap per il passaggio della banda 700 Mhz (canali televisivi da 49 a 60 Uhf) dai broadcaster televisivi agli operatori a banda larga mobile.
La roadmap per gli utenti
Entro il 2022, (c’è quindi un lasso di tempo di cinque anni), gli utenti italiani dovranno munirsi di un televisore nuovo o di un decoder che supporta il nuovo codec di compressione delle immagini HEVC.
Dal primo gennaio di quest’anno, le aziende produttrici di televisori sono obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere in DVBT2, trasmettere in Mpeg4 in questo periodo di transizione e successivamente in HEVC o H.264.
Da quest’anno, i nuovi televisori sono gli unici a poter essere commercializzati. Il problema del decoder si porrà principalmente per i vecchi Tv ed è per questo che in prospettiva saranno con ogni probabilità il secondo e il terzo televisore di casa che avranno bisogno di un decoder.
I diritti d’uso del digitale terrestre sono validi almeno fino al 2032.
Contributi per i decoder
Il disegno di legge di bilancio stabilisce, fra il 2019 e il 2022, un contributo complessivo di 100 milioni di euro (25 milioni all’anno per quattro annualità) per le famiglie che dovranno cambiare il televisore o adeguarlo con apposito decoder e che rientrano nella categoria di utenti (2 milioni) già esonerati dal pagamento del canone. Per questa fascia di reddito si prevede un contributo unitario fino a 50 euro.
Il nuovo digitale terrestre DVBT2 promette una qualità di trasmissione migliore, ultra HD e 4K, e consente di comprimere il doppio dei canali sulla stessa quantità di banda.
Altolà delle emittenti locali
Le norme contenute nel disegno di legge di bilancio ridefiniscono l’intero sistema radiotelevisivo, con la dismissione obbligatoria dal primo luglio 2022 (a fronte di indennizzi per circa 304 milioni di euro per le emittenti locali) di tutte le frequenze, che in futuro potranno svolgere soltanto l’attività di fornitori di servizi di media audiovisivi (Fsma).
E’ prevista l’assegnazione ex novo (tramite beauty contest) di alcune frequenze in banda sub 700 ad operatori di rete per mettere a disposizione capacità trasmissiva ai fornitori di media audiovisivi locali.
Il riassetto del sistema radiotelevisivo “non è accettabile” per Aeranti-Corallo, che rappresenta le tv locali e nell’ultimo bollettino settimanale TeleRadiofax chiede più spazio frequenziale per le locali, anticipando che nei prossimi giorni presenterà una serie di proposte di modifica del disegno di legge da sottoporre a Governo e Parlamento.
Aeranti Corallo ha inoltre sintetizzato la roadmap del riassetto delle frequenze. Ecco le tappe.
La roadmap delle frequenze
- Entro il 31.12.2017 Mise e Agcom dovranno concludere le attività di coordinamento internazionale, per garantire la regolarità del nostro paese e chiudere l’annoso problema delle interferenze con i paesi limitrofi, peraltro in via di composizione.
- Entro il 31.03.2018 l’Agcom dovrà definire le procedure di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze (banda 700 e bande pioniere 3.6-3.8 Ghz e banda 26.5-27.5 Ghz) agli operatori di comunicazione mobile a banda larga. Alcuni operatori, fra cui Tiscali e Linkem, chiedono garanzie sul rinnovo delle licenze di utilizzo in banda 3.4-3.8 Ghz in scadenza nel 2023 (ma il testo del disegno di legge Bilancio non contiene nulla al riguardo).
- Entro il 31.05.2018 è prevista l’adozione da parte dell’Agcom de nuovo Piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare alla Tv digitale terrestre (Pnaf 2018) considerate le codifiche e gli standard più avanzati per consentire un uso più efficiente dello spettro ed utilizzando per la pianificazione in ambito locale il criterio delle aree tecniche.
- Entro il 30.06.2018 è previsto un decreto del Mise per stabilire il calendario nazionale e le aree tecniche dello switch off e dei rilasci delle frequenze da parte degli operatori di rete locali e nazionali (dal 1.01.2020 al 30.06.2022). Si partirà con ogni probabilità dalle regioni confinanti con la Francia, per evitare rischi interferenze verso gli impianti di trasmissione 700 Mhz dei nostri vicini, che hanno già fatto l’asta in banda 700 e hanno fissato l’accensione degli impianti per il mobile.
- Entro il 30.06.2018 il Mise assegnerà i diritti d’uso delle frequenze in banda 700 (che saranno disponibili dal 1.07.2022) e delle bande 3.6-3.8 Ghz e 26.5-27.5 Ghz agli operatori di comunicazione elettronica a larga banda (in prospettiva per il 5G). Lo Stato prevede un incasso complessivo di 2,5 miliardi di euro in cinque anni (1,2 miliardi nel 2018).
- Entro il 30.09.2018 il Mise ufficializzerà l’adeguamento del PNFR (Piano Nazionale di ripartizione delle frequenze) e contestualmente avvierà le procedure di selezione e assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze, che non potranno essere in numero maggiore di 1/3 delle 14+1 che resteranno disponibili per le trasmissioni televisive in digitale terrestre, a operatori di rete ai fini di messa a disposizione di capacità trasmissiva a Fmsa locali.
- Entro il 30.09.2018 L’Agcom definirà i criteri per la nuova assegnazione della banda sub 700 (470-694 Mhz) (canali 21-48 Uhf) a operatori di rete nazionali.
- Entro il 30.11.2018 è prevista l’adozione del nuovo piano di numerazione automatica del telecomando dei canali del digitale terrestre (LCN) di competenza dell’Agcom.
- Entro il 1.12.2018 è prevista la liberazione da parte del Mise delle frequenze in banda 3.6-3.8 Ghz e 26.5-27.5 Ghz, la prima tranche delle frequenze per il 5G.
- Entro il 31.12.2018 il Mise avvierà le procedure per la predisposizione, per ogni area geografica tecnica, di graduatorie per gli Fmsa locali
- Entro il 28.02.2019 il Mise rilascerà i diritti d’uso delle frequenze 470-694 Mhz (canali 21-48 Uhf) agli operatori di rete nazionale in base ai criteri fissati dall’Agcom. Rilascio delle frequenze in banda III Vhf alla concessionaria del servizio pubblico per realizzazione di un multiplex regionale per la trasmissione di programmi in ambito locale, destinando capacità trasmissiva al trasporto di FSMA locali e riservando il 20% della capacità trasmissiva alla trasmissione dei programmi di servizio pubblico contenenti informazione regionale. Fino al 30.06.2022 tale percentuale può essere elevata sino al 40%.
- Entro il 30.06.2019 il Mise concluderà le procedure di selezione per l’assegnazione dei diritti di uso a operatori di rete assegnatari delle frequenze destinate alla messa a disposizione della capacità trasmissiva a Fsma locali.
- Entro il 30 luglio 2022 è previsto il rilascio definitivo delle frequenze della banda 700 Mhz da parte degli operatori televisivi.