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DVB-T2, a fine agosto il primo Mux Rai. Milioni di Tv da cambiare?

A fine agosto partono i primi I test della Rai in vista dell’accensione del primo MUX DVB-T2. Come verificare se il tuo tv è compatibile con il DVB-T2 e le tempistiche per il completamento dello switch-off al nuovo digitale.

Primi test a fine maggio

Nuovo digitale terrestre in arrivo nel 2024 nel nostro paese. La Rai ha fissato per il 28 agosto l’accensione del primo Mux DVB-T2, il multiplex di trasmissione del digitale terrestre, primo passo verso l’adozione del nuovo standard del digitale terrestre. Alcuni test sono stati pianificati da Raiway a fine maggio, il 27 e 28 maggio.

Per questo è importante capire se il televisore di casa è già compatibile per la ricezione e trasmissione del nuovo standard.

Il mux coinvolto nella sperimentazione riguarda la trasmissione in alta definizione di Rai 1, Rai 2 e Rai 3, allo scopo di migliorare la ricezione nelle aree che ancora hanno problemi di ricezione di ricezione con l’attuale sistema DVB-T.

Leggi anche: Digitale terrestre, a quando il passaggio al DVB-T2? Chiesto lo switch-off entro il 2023

Cessione banda 700 Mhz alle telco per il 5G

Lo standard DVB-T2 in modalità simulcast consente di comprimere un numero maggiore di canali sulla stessa quantità di spettro, consentendo così di offrire una qualità dell’immagine superiore e adeguata afgli standard tecnologici dei Tv di ultima generazione.

Si tratta poi di un passo importante per la liberazione della banda 700 Mhz del DVB-T1 destinata alla telefonia mobile, in particolare allo standard 5G.

Il tempo stringe, visto che la copertura 5G in Italia procede a rilento e c’è quindi fretta di recuperare terreno anche per rilanciare l’economia e rispondere agli obiettivi di copertura fissati dall’agenda europea al 2030 e da quella italiana, ancor più ambiziosa, che prevede la copertura del paese entro il 2026.  

I precedenti switch-off

Già a fine 2022, l’Italia ha già vissuto un altro passaggio tecnologico, che in alcuni casi ha comportato la sostituzione del tv o l’adozione di un decoder con l’abbandono del sistema di codifica MPEG2 del digitale terrestre a favore dell’MPEG4.

Almeno 10 milioni di tv da sostituire in Italia

La transizione al DBV-T2 però non sarà indolore nel nostro paese. Si stima che moltissimi televisori nelle case italiane (da circa 10 a circa 14 milioni di dispositivi) non siano compatibili con il nuovo standard. Un numero rilevante, considerando anche il mercato dei tv, e quindi il ricambio generazionale, ha subito un rallentamento negli ultimi anni, con vendite annuali intorno ai 3 milioni di pezzi contro i 4 milioni del passato. Si tratta perlopiù di secondi apparecchi o di apparecchi obsoleti in seconde case o posizionati in cucina. Ma per vedere il nuovo DVB-T2 sarà necessario, come detto, acquistare un n uovo apparecchio o acquistare un decoder.

Numeri importanti, vedremo se arriveranno dei nuovi bonus Tv.

Sicuramente, non risulteranno più compatibili i dispositivi acquistati prima del 2017, quelli cioè che non integrano un sintonizzatore compatibile con DVB-T2 e il codice HEVC h.265: in parole povere quelli che non possono ricevere il segnale lanciato. Ma attenzione a non fidarsi troppo dell’anno di acquisto del televisore.

Tv DVB-T2? Come verificare

Per verificare la compatibilità del televisore di casa con il nuovo standard in arrivo, gli utenti possono sintonizzarsi sul canale 100, 200 558, dove Rai Sport HD viene trasmesso in formato Hevc. Se il canale è visibile, significa che il televisore è già pronto per ricevere i nuovi segnali DVB-T2, una volta che saranno attivati su larga scala.

Tv DVB-T2, da quando?

Allo stato attuale non è stata ancora definita una data per il completamento della transizione al DVB-T2 e l’abbandono definitivo del vecchio standard DVB-T. La nota del MiSe datata 30 luglio 2021 recita: “L’attivazione dello standard DVB-T2 a livello nazionale sarà disposta a partire dal 1 gennaio 2023, ritenendo necessario un periodo più ampio per l’implementazione a regime del nuovo standard”. Il nuovo switch-off è quindi in ritardo e, considerando lo stato delle cose e il “parco circolante” dei televisori nelle case degli italiani, è del tutto improbabile che possa partire (e men che meno completarsi) in maniera massiva nel 2024. 

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