L’arrivo del nuovo anno porterà con sé un nuovo passaggio tecnologico molto importante, in termini di fruizione dei contenuti e anche di sostituzione degli apparecchi televisivi in casa. È lo switch-off regionale, a partire dal Nord Italia, che segna l’avvio progressivo del digitale terrestre di seconda generazione, il DVB-T2, a cui parallelamente si è affiancato anche il passaggio di standard del digitale satellitare, il DVB-S2.
Abbiamo chiesto a Luca Balestrieri, uno dei consiglieri delegati di tivù Srl, società partecipata Rai, Mediaset, Telecom Italia, Associazione TV Locali e Aeranti Corallo, in che modo è avvenuta questa transizione e con quali vantaggi per pubblico ed editori, considerando che la piattaforma satellitare gratuita tivùsat, con i suoi 130 canali, di cui 60 in alta definizione e 7 in 4K Ultra HD, sta anch’essa rinnovando la propria tecnologia diffusiva.
Key4biz. Televisione digitale terrestre o di seconda generazione. A partire dal Nord Italia, dal 2022, si darà il via al calendario degli switch-off regionali. Di volta in volta, gli italiani a casa dovranno risintonizzare il proprio Tv per agganciare le frequenze ricollocate e visualizzare correttamente i vari canali. Ma questa è la televisione digitale terrestre, per quel che riguarda la tv via satellite? Anch’essa è stata coinvolta in un processo di rimodulazione trasmissiva detta “DVB-S2”, il satellitare di seconda generazione, con il passaggio dei canali all’alta o super alta definizione, HD o 4K. Possiamo dire che tivùsat il suo switch-off lo ha già fatto? In che modo?
Luca Balestrieri. Occorre inquadrare queste trasformazioni della tecnologia broadcast, sia terrestre che satellitare, in un quadro più largo, e anche più drammatico se vogliamo, di discontinuità tecnologica, industriale e culturale, che sta caratterizzando questi anni ’20. È la rapida conquista di centralità da parte del non lineare, dell’online, dei consumi di piattaforma. Di fronte a questo, tutti i soggetti del sistema mediale sono chiamati a trasformarsi, a partire dal prodotto e dal rapporto con l’utente: il satellite è uno strumento, non è un attore di questa trasformazione che dovrà essere immaginata e realizzata nei prossimi anni; ma è uno strumento che ha ancora molto da offrire. Il passaggio dal DVB-S al DVB-S2, ossia il salto tecnologico nella diffusione satellitare, dimostra le ancor vive potenzialità del satellite. tivùsat ha avviato questa transizione di tecnologia con una duplice prospettiva, di immediato e di medio-lungo periodo. Nell’immediato, in questa fase di switch off del digitale terrestre, tivùsat offre tre elementi di certezza. Il primo: la sua capacità di coprire tutto il territorio e tutta la popolazione nazionale garantisce che, in questa fase di transizione delle reti terrestri, nessuno rimarrà indietro perché, non importa quanto marginale o difficile sia la sua collocazione dal punto di vista della copertura, il satellite comunque c’è e assicura la continuità del servizio. Il secondo: grazie al passaggio al DVB-S2, il satellite offre agli editori la possibilità di posizionare la propria offerta ai più elevati livelli di qualità audiovisiva, aprendo davvero la pagina del 4K. Il terzo, infine, è la stabilità tecnologica nel tempo: le incertezze su ulteriori ristrutturazioni delle frequenze del terrestre nel corso di questo decennio per il satellite non si pongono. Come ci piace dire, tivùsat è future proof.
Key4biz. Nel suo libro, “Le piattaforme mondo. L’egemonia dei nuovi signori dei media”, edito da Luiss University Press, Lei sostiene che siamo in una fase nella quale i sistemi mediatici nazionali sono messi sotto pressione dallo sviluppo delle grandi piattaforme globali, come Netflix e Amazon: in tutto questo, il satellite ha ancora un ruolo?
Luca Balestrieri. Negli ultimi anni si è scatenata una grande tempesta, che sta stravolgendo il sistema tradizionale dei media. Le piattaforme streaming hanno sottratto i consumatori, e le risorse derivanti dagli abbonamenti, alla pay-tv. I video brevi dei social o i videogiochi stanno erodendo a danno del broadcasting il tempo degli utenti. I sistemi nazionali dei media sono destrutturati da questa duplice pressione. Nella seconda metà degli anni ’20 avremo consumi mediali e assetti industriali irriconoscibili rispetto al decennio passato. Questo pone alle industrie creative del paese e all’industria audiovisiva in particolare una sfida formidabile, per rinnovarsi in profondità con strategie, prodotti e orizzonti diversi. Il satellite, come piattaforma tecnica distributiva, avrà ancora un ruolo in questo scenario, come strumento che gli editori potranno utilizzare in una prospettiva di trasformazione. Fino a poco fa pensavamo al satellite come complemento del digitale terrestre. Dobbiamo abituarci a concepire il satellite sempre più anche come integrazione dell’online, grazie ad alcuni vantaggi che il satellite continuerà a garantire: la copertura integrale del territorio (anche dove non arrivano il digitale terrestre e la banda larga, o dove quest’ultima arriverà più tardi), la capacità di supportare prodotti ad elevata qualità video in modo omogeneo e con costi infrastrutturali irrisori. Per servizi mediali che non chiedono un corrispettivo al consumatore, tivùsat sarà nei prossimi anni uno strumento di grande duttilità, con potenziale proiezione internazionale e qualità tecnica elevata. Dobbiamo abituarci a un universo di consumi nel quale il video breve sullo schermo dello smartphone si sposa con la grande narrazione sullo schermo del televisore 4K. Nel grande passaggio di questo decennio, nel quale la centralità del lineare sta passando la mano alla centralità dell’on demand, il lineare dovrà e potrà ritrovarsi un proprio spazio e un ruolo, anche attraverso l’elevata qualità d’immagine possibile solo tramite il satellite.
Key4biz. Quali sono le principali differenze in questo momento tra le tecnologie DVB-T e DVB-S?
Luca Balestrieri. Il satellite mantiene sempre una maggiore “capacità di fuoco”, ossia la possibilità di offrire una capacità di diffusione di almeno un ordine di grandezza superiore al terrestre: era una caratteristica nella prima fase del DVB-T e DVB-S, resta tale nel nuovo orizzonte DVB-T2 e DVB-S2. Se negli anni passati il satellite offriva agli editori che lo volevano la possibilità di trasmettere in HD tutta l’offerta, cosa impossibile nella diffusione terrestre, adesso si apre davvero la potenziale fase dell’UHD.
Key4biz. Quali opportunità il DVB-S2 offre al pubblico televisivo?
Luca Balestrieri. In termini di qualità video, c’è un gap tra quello che i televisori consentono e ciò che il consumatore trova disponibile dal lato dei contenuti. Il DVB-S2 consente di colmare questo gap, perché i costi trasmissivi si dimezzano, la capacità diffusiva è ottimizzata e gli editori possono osare di più con il 4K.
Key4biz. Considerando che sono 4.402.000 le smart card attivate dagli utenti tivùsat e l’Auditel stima in circa 2.800.000 circa le famiglie attive sulla piattaforma, cosa possiamo dire del rapporto tra il pubblico italiano e il satellitare?
Luca Balestrieri. I numeri che Lei cita sono la dimostrazione che tivùsat è ormai una componente importante del sistema mediale italiano, e che tanto il pubblico quanto gli editori ne hanno compreso i vantaggi e l’utilità. La straordinaria crescita registrata da tivùsat nel 2021 è una conferma che questa percezione resiste anche nel nuovo scenario. Due dati a confronto devono far riflettere: come ci dice Auditel, nell’elaborazione dello Studio Frasi, dal 2019-20 al 2021 la platea televisiva (terrestre e satellite insieme) si contrae, con punte del 30% per gli under 25; e nello stesso tempo, tivùsat ha guadagnato mezzo milione di carte attivate nel solo 2021. La televisione in quanto prodotto soffre, mentre il satellite in quanto mezzo tecnico cresce, quasi quale complemento alla crescita dello streaming non lineare: come negarne le potenzialità nel nuovo mix di consumi mediali?