Velivoli a guida autonoma al servizio della sanità. Quali sono i possibili sviluppi? Prima di entrare nel dettaglio dei droni per il trasporto di materiale sanitario è bene parlare di numeri. A questo proposito, uno studio dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano rileva che entro il 2030 il mercato dei servizi effettuati con i droni in Europa avrà un valore di oltre 14,5 miliardi di euro (creando 145 mila nuovi posti di lavoro).
Calendario alla mano, la Drone Strategy 2.0 avviata il 29 novembre del 2022 dalla Commissione europea prevede che “i seguenti servizi di droni diventino parte della vita europea entro il 2030: servizi di emergenza, mappatura, imaging, ispezione e sorveglianza nell’ambito dei quadri legali applicabili da parte di droni civili, nonché consegna urgente di piccole spedizioni, come campioni biologici o medicinali. Servizi innovativi di mobilità aerea, come gli aerotaxi, che forniscono servizi di trasporto regolare per i passeggeri, inizialmente con un pilota a bordo, ma con l’obiettivo finale di automatizzare completamente le operazioni”.
Europa in pole position
Fermo restando che la Strategia 2.0 per i droni con l’intento di farne i vettori della mobilità intelligente e sostenibile del futuro (e qui si inserisce anche il tema dei droni per il trasporto del materiale sanitario) dovrà “ascoltare” gli enti locali, e in particolar modo i cittadini, in termini di tutela della privacy e di apprensione in materia di rumore e sicurezza, il Vecchio Continente resta in pole position.
Dei 120 casi applicativi di servizi con droni censiti a livello globale dall’Osservatorio Droni, infatti, tra giugno 2019 e dicembre 2022, 58 sono sviluppati in Europa, 30 in America, 15 in Africa, 12 in Asia e 5 in Oceania. Per quanto concerne il trasporto in ambito sanitario, il 33% dei progetti interessa dispositivi e forniture mediche; il 28% medicinali; il 21% campioni di sangue e biologici; il 12% tamponi e vaccini; il 3% ciascuno organi e ricette mediche.
Ospedale San Raffaele, primi test con i droni
Parliamo di una sfida complessa, poiché per realizzare fisicamente la sperimentazione dei droni per il trasporto di materiale sanitario è indispensabile conciliare molteplici elementi organizzativi. L’obiettivo finale: comprendere in quale direzione dovrà (e potrà) muoversi l’uso dei droni nelle metropoli e, soprattutto, in un ambito come quello della sanità.
E qui si inserisce il progetto H2020 Flying Forward 2020, sviluppato dal Centro di Tecnologie Avanzate per la Salute e il Ben-Essere dell’ospedale San Raffaele di Milano insieme ad altri 10 partner europei, volto a sviluppare servizi innovativi per il trasporto di materiale biomedicale e per la sicurezza tramite droni.
Preceduto, a livello temporale, dall’High-Tech Campus di Eindhoven e dal Municipio di Saragozza (ognuno con casi d’uso diversi ma sempre indirizzati a dimostrare come le tecnologie possano fornire servizi utili per i cittadini e per le organizzazioni), l’ospedale San Raffaele ha avviato, con esito positivo, dei modelli di dimostrazione pratica.
Il primo test riguarda l’uso dei droni per il trasporto di farmaci e campioni biologici. Il personale sanitario richiede un farmaco alla farmacia ospedaliera e un incaricato inserisce il prodotto in un contenitore ancorato al drone per il trasporto precisamente dove richiesto. Durante la dimostrazione, il drone è partito da una corte interna all’ospedale, attigua al deposito della farmacia e ha portato il farmaco in un’altra area dell’ospedale.
La seconda dimostrazione, invece, attiene alla sicurezza all’interno dell’Ospedale: il personale deputato alla sicurezza, selezionando un punto sulla mappa della struttura, invia un drone sul posto per la ricognizione di una condizione di pericolo. Il drone registra e trasmette in real-time le riprese agli addetti alla sicurezza, che poi intervengono secondo quanto richiesto dalla situazione.
Sangue ed emoderivati dentro smart-capsule
In entrambe le dimostrazioni sopracitate, un ruolo centrale è stato rivestito nello sviluppo dell’analisi del rischio per l’operatore da ABzero, startup italiana e spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa incubata presso il Polo Tecnologico di Navacchio (Pisa), che ha svolto le attività come operatore di droni per ciascuno dei test.
Droni per il trasporto di materiale sanitario: sulla stessa scia, uno studio congiunto dell’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze, dell’Asl Toscana Nord Ovest, della stessa Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con la già citata ABzero, ha dimostrato l’integrità biologica di campioni ematici, trasportati all’interno di una smart-capsule mediante un drone. I risultati sono stati resi noti sulla rivista Drones.
Nel dettaglio, la capsula sensorizzata, disegnata per contenere sangue ed emocomponenti, nel completo rispetto della normativa UN3373 e della direttiva 2002/98/EC, è stata sviluppata così da poter monitorare in tempo reale le condizioni dei materiali, rilevandone la temperatura, l’umidità, il pH ed l’emolisi, ed attivando una serie di procedure di allerta e di risposta in caso di necessità.
Droni per il trasporto di medicinali in Sicilia
La stessa startup toscana ha sviluppato in Sicilia un progetto, a partire dall’idea di Gaetano Crisà, direttore dell’Unità operativa trasfusionale di Patti e capo dipartimento dei servizi dell’Asp di Messina, che prevede l’utilizzo di droni per trasportare materiale a scopo sanitario (sangue e organi, ma anche farmaci e campioni biologici di vario tipo).
Completato il primo test sperimentale, un velivolo a guida autonoma (dotato di una capsula che può contenere fino a una decina di sacche di sangue nonché di un paracadute che consente di attutire un eventuale impatto e di recuperare il mezzo aereo) sarà in grado di concludere il tragitto dalla città di Patti all’isola di Lipari in meno 27 minuti, viaggiando a circa 55 km (per 25 km via mare).
Il pilota potrà gestire il drone grazie alla rete 4G controllandolo in tempo reale. Una soluzione fondamentale per raggiungere aree complesse (laddove i sistemi tradizionali di trasporto faticano) e nei contesti in cui si ravvisa l’urgenza di minimizzare le tempistiche di trasporto, aggirando le barriere geografiche e ulteriori, possibili impedimenti (come nel caso, ad esempio, del traffico urbano).