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Draghi: “Green pass in 3 mesi, ma con tutela dati e senza discriminazioni. E web tax da metà 2021”

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Il premier Mario Draghi crede nel digital green pass come uno degli strumenti per la ripartenza dalla pandemia, ma fissa importanti paletti per l’utilizzo in Italia. 

“La Commissione europea ha presentato il 17 marzo scorso la proposta per creare un certificato verde digitale per permettere una libera e sicura circolazione dei cittadini nell’Ue. L’obiettivo è dare, entro 3 mesi, un certificato digitale a coloro che sono stati vaccinati, che hanno effettuato un test diagnostico per il SARS-CoV-2, o che sono guariti” dal virus, ha ricordato Draghi in Senato in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì.

Senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei

Ma, ha aggiunto il premier: “la libertà di movimento deve andare di pari passo con la garanzia della salute. Occorre raggiungere questo obbiettivo senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei. È un progetto complesso, la Commissione dovrà presentare delle linee guida dettagliate e gli Stati membri dovranno essere in grado di renderlo operativo”.

“Non sarà facile raggiungere gli obiettivi della bussola digitale”

Tra i temi del prossimo Consiglio europeo anche le politiche per la digitalizzazione dell’Unione europea.

“Non sarà facile” raggiungere “gli obiettivi per rafforzare il ruolo dell’Europa nell’economia digitale in termini di competenze ed infrastrutture” definiti nella “cosiddetta ‘bussola digitale’ presentata dalla Commissione europea il 9 marzo”, ha ammesso con sincerità il premier. 

“Non sarà facile”, ha spiegato Draghi, “visto il divario accumulato con Stati Uniti e Cina. Questo processo richiederà profondi cambiamenti nella formazione professionale e nei processi della Pa”.

Inoltre, Draghi ha ribadito “l’importanza del mercato unico per il nostro sviluppo. Difendere l’unicità del mercato significa difendere le aziende italiane, che ne beneficiano in grande misura”.

“Rafforzare imprese ICT”

Alcune iniziative di politica industriale comune”, ha aggiunto Draghi, “possono contribuire a rafforzare la capacità d’innovazione in Europa, soprattutto in quei settori in cui l’Ue è rimasta indietro. Penso alla crescita di nuove grandi imprese che operino nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

E così ha ricordato che il “il 20% dei fondi destinati a finanziare i piani europei di ripresa e resilienza riguarda proprio la trasformazione digitale, ma occorre una equa distribuzione dei proventi dallo sviluppo dei nuovi settori”.

“Tassare tech company da metà 2021”

E su questo principio, il premier Draghi confida nell’introduzione della tassazione per le tech company. “Riteniamo che il Consiglio Europeo debba procedere verso una soluzione globale e consensuale sulla tassazione digitale internazionale, entro metà 2021, nell’ambito dell’OCSE”.

“Sulla tassa digitale ora apertura degli Usa”

Credo sia un approdo possibile, grazie proprio alla collaborazione con la nuova amministrazione degli Stati Uniti, e quindi su questo fronte noi intendiamo impegnarci. In altre parole, si vede una certa quale apertura, una certa quale disponibilità dall’amministrazione di un Paese che in passato invece aveva dimostrato completa chiusura sulla possibilità di avere una tassa digitale. La presidenza italiana del G20 è un’occasione particolarmente adatta per farlo”, ha concluso il premier Draghi. 

Imposta sui servizi digitali in Italia si paga il 16 maggio 2021

 In Italia il versamento dell’imposta sui servizi digitali (ISD) è fissata al 16 maggio 2021: oggi è stata pubblicata la circolare dell’Agenzia delle Entrate che fornisce chiarimenti interpretativi attesi dagli operatori per l’applicazione dell’ISD. 

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