Le decisioni del Governo
Il Consiglio di ministri ha deciso: il Green pass sarà obbligatorio dal prossimo 6 agosto per tutta una serie di attività o ambiti, dalla ristorazione agli spettacoli, passando per le palestre e i cinema, i centri termali e le fiere.
Durante la seduta di ieri sera stabiliti anche i nuovi criteri per assegnare i colori alle regioni, nuovi fondi per alcune attività particolarmente colpite dalle misure e per tenere sotto controllo i prezzi per i test antigenici rapidi.
“Il Green Pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa a termine della cabina di regia.
“L’economia italiana va bene. Ho detto tante volte che per l’Italia questo è momento favorevole, continua ad esserlo ma, perché continui ad esserlo, occorre agire sul fronte del Covid-19”, ha aggiunto il Premier.
“Noi vogliamo evitare che una crescita del contagio porti a nuove chiusure generalizzate e lo strumento fondamentale che abbiamo in questa stagione è proprio quello della vaccinazione”, ha spiegato il ministro della Sanita. Roberto Speranza.
Green pass, ecco quando sarà richiesto
Di fatto, dal 6 agosto in poi, fino a nuovo decreto, gli italiani dovranno portare con sé il proprio Green pass come la carta di identità e la patente. Un documento che, guardando bene la lista delle attività per cui è richiesto, probabilmente saremo tenuti ad esibire con una certa frequenza. Accolte alcune richieste delle Regioni.
Partendo dal presupposto che la certificazione verde Covid-19 (o Green pass) si può ottenere solo dopo almeno la prima dose di vaccino, la guarigione dal virus (validità sei mesi) o un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo (validità 48 ore), di seguito la lista delle situazioni in cui sarà obbligatoria l’esibizione del pass e in quali condizioni:
i servizi per la ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per consumo al tavolo al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.
Esclusi per il momento i trasporti, la scuola e i luoghi di lavoro, ma già a settembre, con il rientro dalle ferie e la riapertura delle scuole, la questione sarà di nuovo sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per questi ambiti il Governo si riserva ulteriori decisioni in base all’andamento della curva dei contagi nel nostro Paese.
Controllori e sanzioni
Il controllo sarà effettuato da personale autorizzato, a cui dovremo mostrare il QRCode con le informazioni essenziali, sia nella versione digitale (quindi tramite smartphone e tablet), sia cartacea.
Se tutto è ok, sullo schermo del controllore comparirà il semaforo verde. Dei nostri dati sarà mostrata solo l’anagrafica. Il verificatore è autorizzato anche a richiedere, se il caso, un documento di identità valido.
Per chi non rispetterà le nuove regole, previste sanzioni che vanno da 400 a 1000 euro, sia a carico dell’esercente, sia dell’utente. In caso di violazione che “si ripeta per tre volte in tre giorni diversi”, è specificato nel comunicato stampa che accompagna il decreto, l’autorità giudiziaria può imporre la chiusura dell’esercizio da 1 a 10 giorni.
Prevista “fino al 30 settembre 2021” anche la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti, che tengano conto dei costi di acquisto, soprattutto per il gran numero di tamponi che serviranno per avere il Green pass valido a seconda degli impegni.
Come cambiano i colori delle regioni
Questo punto del testo, altrettanto critico, è stato esposto dal ministro Speranza, che parte prima di rutto dalla proroga dello stato di emergenza a tutto il 2021, con scadenza il 31 dicembre, per poi passare al cambio dei parametri che consentono di colorare in maniera diversa le nostre regioni, dal bianco al giallo, dall’arancione al rosso.
“Come sapete a questi colori sono poi connesse misure di contenimento che noi abbiamo disposto nel corso dei mesi. Fino a pochi mesi fa, il parametro prevalente era l’RT, ultimamente il parametro decisivo è stato riconosciuto nell’incidenza, quindi sostanzialmente nel numero dei casi (il numero che noi abbiamo utilizzato è quello del numero dei casi ogni 100.000 abitanti alla settimana)”, ha precisato Speranza.
“La modifica sostanziale che facciamo, in accordo con le Regioni con cui ci siamo confrontati, è quella di considerare come parametro prevalente per il cambio di zona il tasso di ospedalizzazione. In particolare, una Regione che oggi è in zona bianca – in questo momento tutte le Regioni italiane sono in zona bianca – passerà in zona gialla soltanto quando il tasso delle terapie intensive supererà il 10% e contemporaneamente il tasso di occupazione dell’area medica supererà il 15%”, ha aggiunto Speranza.
“Le stesse Regioni potranno passare invece in arancione quando il tasso delle terapie intensive supererà il 20% e contemporaneamente quello dell’area medica supererà il 30%. Si andrà invece in area rossa quando il tasso di occupazione delle terapie intensive supererà il 30% e quello dell’area medica il 40%”, ha detto ancora il ministro.