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DPO, Matteo Colombo alle Pa: “No bandi per scegliere chi costa meno”. Marco Menegazzo (GdF): “I DPO? Come sceriffi”

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La pandemia non ha fermato il Congresso internazionale Asso Dpo, perché la 6^ edizione si sta svolgendo oggi in modalità digitale. 

Matteo Colombo (Asso Dpo): “I criteri per nominare un data protection officer”

4 sono i punti chiave dell’introduzione del presidente di Asso Dpo, Matteo Colombo

1) “A circa 2 anni e mezzo dalla piena applicazione del GDPR, come stanno lavorando i Dpo? Come ci stiamo ‘sporcando le mani?”, ha chiesto Colombo annunciando il panel dedicato proprio alle attività dei data protection officer.

2) “No alla scelta dei Dpo che costano di meno”. Questo è stato il primo, forte, messaggio lanciato alle aziende private e alle pubbliche amministrazioni da parte del presidente di Asso Dpo. “La scelta”, ha spiegato, “dovrebbe andare su professionisti che hanno consapevolezza della data protection, conoscenze di cybersecurity e della legislazione sul trasferimento transfrontaliero dei dati personali”. 

3) “Sì alla sensibilizzazione delle Pubbliche amministrazioni per scegliere con il metodo migliore i Dpo, ossia puntare sulle competenze e sulla formazione multidisciplinare dei data protection officer e non predisporre bandi sul prezzo più basso per il ruolo di Dpo”.

4)“Continuare a guardare alle sfide internazionali e mai fare a meno della formazione, anche in modo digitale”, questo è stato l’appello rivolto da Matteo Colombo ai Data protection officer.

Claudio Filippi, Vicesegretario Generale Garante Privacy: “Per l’Autorità sfide digitali e GDPR la bussola per tutti”

“Le nuove sfide del Garante sono digitali, per affrontarle occorre creare una cornice di carattere generale per consentire a tutti di rispettare le regole per la protezione dei dati personali”, così Claudio Filippi, Vicesegretario Generale dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali intervistato da Raffaele Barberio.

“Il GDPR è la bussola per orientarci nel nuovo mondo digitale, ma con la persona al centro di questa rivoluzione”, ha aggiunto Filippi, che ha anche ricordato l’attività sanzionatoria dell’Autorità: “Negli utlimi 2 anni il Garante ha emanato sanzioni pari a 56 milioni di euro per 15 maggiori infrazioni”.

Infine, il messaggio di Filippi ai Data protection officer: “Fate rete e troverete nel Garante privacy, non solo un’Autorità che emana sanzioni, ma un sostegno”.

Dopo Filippi, nella versione digital del Congresso Asso Dpo è stata la volta della videointervista a Marco Menegazzo, Comandante Gruppo Privacy Nucleo Speciale Tutela e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, che ha subito spiegato: “Siamo sempre delegati dal Garante Privacy ad effettuare le ispezioni, come previsto dal GDPR”. 

Poi Menegazzo ha tracciato il profilo ideale del data protection officer:
“I Dpo? Li vediamo come sceriffi”
, ha detto, “perché devono, sostanzialmente, mettere in atto tutte le procedure per proteggere i dati e non limitarsi a segnare una ceck list”. 

Marco Menegazzo (GdF): “Cosa manca ancora a molti DPO? L’approccio tecnologico”

Infine, Menegazzo dà anche un consiglio ai data protection officer: “Troviamo sempre più Dpo preparati e specializzati, soprattutto sulla protezione dei dati sanitari che sono i più appetibili dai cybercriminali, ma manca in molti l’approccio tecnologico”. 

“Non è sufficiente l’assessment giuridico”, ha spiegato il Comandante Gruppo Privacy Nucleo Speciale Tutela e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, “ma i DPO devono sapere e verificare, tecnicamente, come avviene la protezione dei dati, per esempio da quando un utente si iscrive a una newsletter, se va a buon fine la richiesta di cancellarsi e su quale cloud sono gestiti i dati”.

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