Wall Street traballa sotto il peso delle politiche commerciali volute da Trump: Nasdaq -4%, S&P 500 -8,6%
Le borse statunitensi hanno subito un duro colpo lunedì, con il Dow Jones Industrial Average e il Nasdaq Composite che hanno registrato il loro peggior calo giornaliero da oltre un anno. L’ondata di vendite è stata alimentata dall’incertezza creata dalle nuove politiche tariffarie dell’amministrazione Trump, che continuano a generare tensioni con i principali partner commerciali, tra cui Cina, Canada, Messico ed Europa.
Le cose non stanno andando meglio neanche oggi. In questo momento sta svanendo quello che sembrava un possibile rimbalzo in apertura di contrattazioni, stamattina, con il Nasdaq che torna a perdere lo 0,60%, mentre l’S&P 500 e il Dow Jones Industrial Average perdono rispettivamente circa l’1% e l’1,4%.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, nel lunedì nero delle Borse, il Nasdaq è crollato del 4%, trascinato verso il basso dai giganti tecnologici. Tesla ha subito una perdita del 15%, mentre Apple e Nvidia hanno registrato cali intorno al 5%. Anche l’S&P 500 ha chiuso in forte ribasso, perdendo oltre l’8,6% rispetto ai suoi massimi recenti. Con oltre 4 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato svaniti in poche settimane, gli investitori temono una recessione imminente.
Apple, Microsoft, Tesla, Nvidia, Gruppo Alphabet (casa madre di Google), Amazon e Meta, le cosiddette Mag 7 (“Magnificent seven“) hanno lasciato per strada ben 750 miliardi di dollari nel lunedì nero di Wall Street.
Trump annuncia “periodo di transizione” e si scatena il panico tra gli investitori
In una intervista rilasciata a Fox News il presidente Donald Trump ha parlato di un prevedibile “periodo di transizione” dell’economia. Trump non ha escluso che le tariffe potrebbero aumentare e ha dichiarato: “Quello che stiamo realizzando ha una portata enorme: stiamo riportando ricchezza in America e per fare questo ci vuole tempo”.
Ancora nelle ultime ore sono arrivati i nuovi annunci di dazi al 50% “su tutto l’acciaio e l’alluminio in arrivo negli Stati Uniti dal Canada“. Se poi il vicino di casa non eliminerà le tariffe sui prodotti caseari importati dagli Stati Uniti, “il 2 aprile, aumenterò sostanzialmente i dazi sulle auto in arrivo negli Stati Uniti, il che, essenzialmente, farà chiudere definitivamente il settore di produzione automobilistica in Canada“.
Uno scenario che non fa che deprimere ancora di più le borse non solo americane.
La Fed di Atlanta, una delle banche di riferimento del sistema finanziario statunitense, nelle sue proiezioni sul Pil, ha già sentenziato un calo dell’attività economica nel primo trimestre nell’ordine del 2,8% (pur sottolineando l’estrema volatilità dell’indice economico GDPNow).
Da qui il termine oggi rilanciato da sociale e stampa negli Stati Uniti di “Trumpcession” (crasi tra il nome del Presidente americano protagonista di questo momento storico in patria e nel mondo e la minaccia sempre più probabile di una recessione dell’economia a stelle e strisce).
Goldman Sachs ha rivisto al rialzo dal 15% al 20% le probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi, mettendo in guardia che potrebbero ulteriormente aumentare se l’amministrazione Trump andrà avanti con le sue politiche anche di fronte a un peggioramento dei dati economici. Secondo Morgan Stanley, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso e le aspettative di inflazione al rialzo, un mix pericoloso che lascia intravedere una possibile stagflazione.
Il settore tecnologico sotto assedio
I titoli tecnologici, che per anni hanno spinto la crescita dell’economia statunitense, sono oggi al centro della tempesta. Nvidia, che nel biennio 2023-2024 ha beneficiato del boom dell’intelligenza artificiale, ha subito un brusco arretramento. Tesla, già sotto pressione a causa delle difficoltà nel settore dei veicoli elettrici e della crescente concorrenza cinese, ha visto il suo valore di mercato ridursi drasticamente.
Le cause di questo crollo sono molteplici. Da un lato, le nuove tariffe imposte dall’amministrazione Trump stanno generando incertezza e disorientamento tra gli investitori (ok la Cina, l’avversario definitivo, ma perché Canada, Messico ed Europa?), spingendo molti a liquidare le proprie posizioni nei titoli più volatili. Dall’altro, il rialzo dei tassi d’interesse e le preoccupazioni per un rallentamento economico globale stanno aggravando il quadro generale.
Uno scenario geopolitico complesso: la Cina potrebbe trarre vantaggio?
La crisi del mercato statunitense arriva in un momento cruciale per l’economia globale. La Cina, principale antagonista commerciale degli Stati Uniti, potrebbe trarre vantaggio da questa fase di debolezza americana. Mentre l’amministrazione Trump intensifica le restrizioni sulle importazioni cinesi e cerca di ridurre il deficit commerciale, Pechino ha risposto rafforzando le proprie alleanze economiche in Asia e in Europa.
Le aziende cinesi, in particolare nel settore tecnologico, stanno guadagnando terreno rispetto alle controparti statunitensi. Huawei e BYD, ad esempio, stanno espandendo la loro presenza nei mercati emergenti, mentre le restrizioni americane sull’export di semiconduttori stanno costringendo le aziende statunitensi a riconsiderare le proprie strategie globali.
Senza contare i recenti successi dell’high-tech cinese come DeepSeek, Qwen 2.5 e il nuovo Manus, presentato al mondo in maniera trionfalistica come la prima AI completamente autonoma.
Le prospettive per il futuro
Gli analisti avvertono che se l’instabilità persiste, potremmo assistere a una fase prolungata di volatilità nei mercati finanziari. L’indice Cboe Volatility, che misura la paura degli investitori, ha già raggiunto il livello più alto da agosto 2024.
Nel frattempo, gli occhi sono puntati sulle prossime mosse della Federal Reserve e del Congresso. Il rischio di una chiusura parziale del governo federale aggiunge ulteriore pressione sui mercati. Gli investitori sperano in una soluzione rapida alle dispute commerciali, ma la politica economica americana sembra destinata a restare una fonte di incertezza.
Se la situazione non verrà gestita con attenzione, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi di fronte a un rallentamento economico che potrebbe avere ripercussioni globali. E mentre Wall Street scricchiola sotto il peso delle politiche di Trump, Pechino osserva con attenzione, pronta a cogliere ogni opportunità per rafforzare la propria posizione nell’ordine economico mondiale.