Caso dossieraggio: non rientra più nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, convocato per oggi alle 16, il decreto-legge contenente “Misure urgenti in materia di ordinamento giudiziario, di personale di magistratura, di incarichi dirigenziali e di competenza investigativa sulla criminalità informatica”. Rimangono nell’odg gli altri provvedimenti, tra cui diversi decreti legislativi.
Il Governo dunque sembra non voler varare al momento nessuno schema di decreto legge per arginare i dossieraggi usciti nelle scorse ore e che vede coinvolta l’azienda Equalize Srl, la società di investigazione privata attorno a cui ruoterebbe l’imponente traffico illegale di informazioni.
Ieri, secondo quanto riferivano alcune agenzie di stampa, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, frenava su un nuovo decreto legge in quanto “le leggi c’erano già, una stretta ulteriore è stata introdotta a gennaio scorso, quando il governo ha dato disco verde al ddl in materia di reati informatici e di rafforzamento della cybersicurezza nazionale, con pene raddoppiate e multe più salate per chi viola sistemi informatici”, aveva detto.
Al momento nessun decreto legge, il Governo pensa ad un nuovo sistema di Alert
Per l’Agenzia di stampa Adnkronos il Governo vuole introdurre un nuovo sistema alert più efficace e puntuale con una task force già operativa al Viminale. Un sistema, viene spiegato, teso a stanare non tanto gli hacker quanto piuttosto gli ‘infedeli’, ovvero coloro che hanno diritto di accesso al sistema – agenti, funzionari di Tribunali, privati che hanno vinto appalti per poter entrare in possesso di dati – ma usano le loro credenziali in modo indebito e criminoso.
Dossieraggio: 800mila persone “spiate”
Gli investigatori intanto hanno raccolto montagne di documenti su oltre 800mila persone “spiate”, con le analisi e le informative delle più importanti operazioni di criminalità organizzata nazionali e internazionali, le schede dei più pericolosi uomini di mafia e una seria di carte ‘scottanti‘ .
Parte dell’archivio sequestrato, spiegano le autorità, è stato rinvenuto in un garage a casa della segretaria di Carmine Gallo, l’ex super poliziotto e amministratore delegato di Equalize Srl. Un archivio che dovrà essere analizzato, assieme ai dispositivi informatici nelle disponibilità di tutto il gruppo, da un pool di tecnici dei carabinieri del Ros e che potrebbe diventare una miniera per inquirenti e investigatori.
Quanto all’archivio, ora in mano ai pubblici ministeri, è lo stesso Gallo, intercettato, a parlarne e a dare indicazioni. L’estate dell’anno scorso ha raccontato ai suoi di avere “quasi un quindici, sedici mila schede personali di soggetti, ma non soggetti mafiosi, anche soggetti non mafiosi, nome, cognome, dove è nato, a chi è collegato, la famiglia chi sono, i parenti chi sono” e “la mappa delle famiglie calabresi in Germania”.
Oltre ai video su Silvio Berlusconi e sul caso Ruby, ha spiegato di aver “tantissimo materiale,” come un “database che non ce l’ha nessuno… tutti i sequestri di persona, i tentati sequestri di persona (…) dal sessanta ad oggi, (…) da Alemagna nel settanta, fino…”. Materiale che avrebbe regalato al gruppo e che aveva riposto in scatoloni e che, come lui stesso ha detto, conservato nel “garage” della sua segretaria, “così siamo a posto, non dobbiamo avere nulla qua”.
Il Copasir vuole gli atti, il PD prepara un’interrogazione per chiedere conto della violazione dello Sdi
Sulla vicenda vuole vederci chiaro anche il Copasir, la commissione parlamentare sui servizi segreti, che ha chiesto di poter accedere agli atti dell’inchiesta di Milano sui dossieraggi, compatibilmente con il segreto istruttorio.
Il sottosegretario Alessio Butti, che ha la delega all’innovazione tecnologica, propone anche di “costituire una sorta di agenzia del dato, che sovrintenda ovviamente tutto ciò che riguarda la qualità del dato ma anche al fatto che non possa essere sottratto o indagato da soggetti che non hanno alcuna competenza”. E anche il riconoscimento biometrico facciale per i soggetti che devono accedere a determinate banche dati.
Le opposizioni intanto vogliono vederci chiaro. Dopo le critiche del presidente di Italia Viva, Matteo Renzi, all’agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), il Partito democratico prepara un’interrogazione per chiedere conto della violazione dello Sdi (il Sistema di Indagine delle forze dell’ordine) la cui sicurezza fa capo al Viminale.