Key4biz

Dossieraggi, Nordio: “Un serio e concreto pericolo per la nostra democrazia. Al lavoro per controllare hacker”

CARLO NORDIO MINISTRO GIUSTIZIA

“Sulle specifiche vicende dei cosiddetti “dossieraggi”, rappresento che i due procedimenti penali – uno presso la procura di Perugia e l’altro presso la procura di Milano – sono, ovviamente, coperti dal segreto istruttorio. Questo non impedisce, tuttavia, di esprimere la mia più profonda preoccupazione per ciò che è accaduto e sta accadendo, che è inaccettabile ed è inquietante e che costituisce un serio e concreto pericolo per la nostra stessa democrazia”.

Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio al question time alla Camera rispondendo a una interrogazione sugli intendimenti in ordine a una revisione delle politiche del governo in materia di intercettazioni e iniziative volte a potenziare le infrastrutture informatiche del ministero in relazione ad attacchi esterni.

“Noi abbiamo già istituito, l’abbiamo detto prima, ha aggiunto il ministro, tutta una serie di agenzie e stiamo investendo tutta una serie di cifre molto importanti per realizzare questa sicurezza, nella consapevolezza – ripeto ancora una volta – che tutto il mondo si è trovato impreparato di fronte a questa aggressione dell’hackeraggio, proprio perché i malintenzionati, un po’ in tutti i settori, agiscono e intervengono sempre prima che lo Stato si munisca della normazione necessaria e sufficiente per controllarli. Poi arriverà un momento – e per noi è un momento molto vicino – in cui riusciremo a controllarli del tutto.

Le critiche del M5s a Nordio in Aula

“Vogliamo sapere dal ministro Nordio se intende assumere personale specializzato e se vuole continuare a indebolire le intercettazioni, il sequestro degli smartphone e l’utilizzo dei trojan o se finalmente il governo cambierà strada”. Lo ha detto la deputata del Movimento 5 stelle, Elisa Scutellà, nel corso del question time alla Camera.

La risposta di Nordio

“Per quanto riguarda le “riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo sul trojan e sulla invasività delle intercettazioni, sono volte a coniugare l’articolo 15 della Costituzione, che riguarda la riservatezza delle comunicazioni, con la necessità del combattere la delinquenza soprattutto quella criminalizzata, nel riaffermare ancora una volta che tutte queste riforme non riguardano la criminalità organizzata, non riguardano il terrorismo, non riguardano la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra”.

Nordio ha anzi aggiunto la consapevolezza che “queste criminalità organizzate oggi comunicano attraverso sistemi che noi non siamo in grado di intercettare, non sono quelli tradizionali; dissi una volta che la mafia non parla attraverso i telefonini, oggi di questo ne abbiamo la riprova: parla attraverso dei sistemi ultra sofisticati che noi non siamo in grado di intercettare o saremmo in grado di intercettare a prezzi altissimi”.

“Quindi la proposta era di trasferire quelle risorse che vengono impiegate per delle intercettazioni magari lunghe e costose, per reati minori che spesso si rivelano inutili – ha concluso – proprio per indirizzarle al fine di intercettare questi sistemi che ha la criminalità organizzata oggi per parlare tra di loro”.

Nella replica, la deputata M5s Valentina D’Orso ha detto al ministro che “la sua risposta sembra una resa totale del governo. La cybersicurezza ha un costo, ve lo abbiamo ripetuto decine di volte in occasione dell’approvazione della legge su questo tema. Ma voi siete stati sordi e avete sfornato la solita scatola vuota buona solo per fare propaganda, ha concluso la deputata.

Exit mobile version