Tv in rosa

Donne e Media, Appello al Governo: ‘L’Italia ha fame di cultura’

di Redazione |

‘L’Italia ha bisogna di una nuova televisione’. L’Appello Donne e Media, dopo la riunione nella sede del Parlamento Ue, rilancia il progetto di un Talent sul merito delle donne e dei giovani.

“C’è un’impressionante domanda di nuova televisione, di una rinnovata narrazione mediatica. Questo è il messaggio lanciato dai 10 milioni di italiani che per due sere sono rimasti inchiodati davanti al lungo e non facile monologo di Benigni sui 10 comandamenti, trasmesso da Rai 1”.

E’ quanto afferma la promotrice dell’Appello Donne e Media, Gabriella Cims, a conclusione del gruppo di lavoro riunitosi in settimana nella sede del Parlamento Europeo.

La medesima esigenza è emersa chiaramente nel corso del lungo dibattito in cui si è confrontata la Rete di associazioni nazionali e internazionali, di rappresentanze professionali, di organismi di parità, di donne e uomini, che sostiene l’Appello.

La stessa rete che, giova ricordarlo, con il supporto del Presidente Napolitano quale primo sostenitore, è riuscita ad imporre all’agenda politica la prima riforma di genere nei media, facendo sì che venissero inseriti 13 articoli ad hoc nel Contratto di servizio pubblico radiotelevisivo, siglato tra lo Stato e la Rai, in vigore dal 2011.

Pubblicato da Rainews24 nel novembre 2009 e attraverso l’ampia campagna web diramata dal quotidiano key4biz, l’Appello ha raccolto infatti migliaia di adesioni attorno ad uno specifico piano di riforme volte a contrastare gli stereotipi dilaganti e la violenza sulle donne, puntando ad una rappresentazione più realistica e plurale delle donne in tutti i mezzi di comunicazione e a riportare il merito al centro dell’attenzione mediatica. Il presupposto che guida l’iniziativa, infatti, è che solo attraverso un rinnovato approccio culturale, fortemente guidato dai media, sarà possibile contrastare l’insopportabile prezzo di violenza e morte subìto dalle donne nella nostra società e, quindi, dalla società nel suo insieme.

Una lettera aperta alle istituzioni e un appello multimediale sono le due iniziative concordate dal gruppo di lavoro per chiedere con urgenza al governo del premier Renzi “una scossa culturale che parta dai mezzi di comunicazione”, come ha affermato Cims, evidenziando che “gli italiani dimostrano di avere fame e sete di contenuti diversi da quelli che dilagano su tutti i mezzi di comunicazione; c’è una domanda impressionante di una svolta culturale che mostra il suo potenziale appena le si dà l’occasione, come dimostra lo share di oltre il 33% ottenuto da Benigni”.

 

Occorre dare con urgenza risposta a questa domanda.

“Specie in un paese come l’Italia, dove si legge ancor meno della media europea – ha dichiarato Elisa Manna, responsabile politiche culturali Censis e tra le prime firmatarie dell’Appello – la stragrande maggioranza degli input che formano l’immaginario collettivo e i modelli di riferimento delle persone provengono dai mezzi di comunicazione, il cui potenziale pervasivo è infinitamente più forte in conseguenza delle differenti piattaforme mediali su cui uno stesso contenuto oggi può viaggiare”.

Con gli articoli promossi dall’iniziativa dell’Appello nel Contratto di Servizio pubblico radiotelevisivo in vigore, è la prima volta che la Rai si è impegnata a realizzare (art. 9, comma 2b) “trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale, economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia, valorizzandone le opportunità, l’impegno ed i successi conseguiti nei diversi settori, in adempimento dei principi costituzionali”.

Ora la Rete dell’Appello chiede al governo un’accelerazione verso quel processo di “educazione di genere” in grado di invertire la deriva, prima di tutto culturale, del mancato rispetto delle donne.

Ma nel corso della riunione è emerso a gran voce un altro elemento su cui si avverte l’esigenza di accendere l’attenzione della politica e della produzione mediatica: “il merito sembra il grande scomparso di chi l’ha visto” – ha affermato Elisabetta Strickland, vice Presidente dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica e membro dell’Osservatorio Interuniversitario di Studi di Genere, aggiungendo che “occorre ripartire dalla centralità delle competenze e del talento creativo anche per fare televisione, informazione e pubblicità”.

“Affinché ciò accada – ha sottolineato Arianna Voto, giornalista Radio Rai e coordinatrice delle pari opportunità per l’Associazione Stampa Romana – sarà importante non tanto cosa si eliminerà dai palinsesti ma quanto di innovativo verrà immesso nelle strade convergenti delle diverse tecnologie che moltiplicano la capacità pervasiva di ogni contenuto mediatico”. Sonia Albanese, cardiochirurgo infantile ed esponente di Zonta International, ha infatti dichiarato che “quanto più plurale e non riduttiva sarà la galleria di modelli femminili di riferimento che sapremo offrire all’immaginario collettivo, tanto più rapidamente saremo in grado di voltare pagina”.

La Presidente della Consulta Lazio, Donatina Persichetti, ha sottolineato l’importanza che i messaggi dati dai media possono avere per contribuire a rilanciare la fiducia collettiva nel futuro. “La regolamentazione è sicuramente una leva ma poi occorre la volontà di mettere in atto le norme vigenti, di renderle efficaci” ha evidenziato Antonella Roselli, a nome del Comitato pari opportunità del Consiglio Nazionale Forense.

Anna Maria Buzzetti, Associazione Giuriste Italiane, ha sottolineato la stretta correlazione tra “scarsità di strumenti culturali e violenza omicida sulle donne che molto spesso si rileva nei centri antiviolenza”.

Tra le altre associazioni e rappresentanze, hanno preso parte alla riunione anche Soroptimist, Fidapa, Aidda, Confindustria Giovani, Cug Enea, Zeroconfini.

Per attuare la succitata policy di genere e per avviare un nuovo corso nella Tv e nei media, le associazioni e gli organismi di parità che hanno preso parte al gruppo di lavoro hanno sottoscritto una lettera aperta (il cui testo integrale sarà anticipato dalla redazione di key4biz) al premier Matteo Renzi, alla ministra per le Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi, alla ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, alla ministra della pubblica amministrazione, Marianna Madia, al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, Roberto Fico, alla presidente Rai, Anna Maria Tarantola.

L’iniziativa intende sostenere la proposta dell’Appello Donne e Media di realizzare il “format di genere, sul talento delle donne e dei giovani”, dal titolo “Punto su di te”, presentato in anteprima nel corso della riunione. Dalle Università al Talent show: creatività e capacità di comunicazione, chi è più bravo vince la sua carta per il futuro.

Si tratta di un Talent sul merito che, a partire da un’idea di Gabriella Cims, si basa su una ricerca del Censis-Cultura appositamente progettata e sulla recente campagna di genere di Pubblicità Progresso. Attraverso la Tv e un forte coinvolgimento dei social network, l’obiettivo è riaccendere la fiducia delle persone mettendo al centro dell’attenzione le capacità dei protagonisti, coinvolgendo donne, giovani, adulti, famiglie, la rete delle università e delle aziende, attorno alla concreta possibilità dei concorrenti di conseguire un futuro migliore, a patto di meritarlo.

“Una narrazione di cui si sente fortemente l’esigenza per riportare in vita la fiducia collettiva, senza la quale saranno vane anche le migliori proposte di riforma del sistema Italia messe in campo”, conclude la lettera che ribadisce la necessità di realizzare anche gli altri obiettivi del piano di riforme proposte.

In che modo risponderanno i protagonisti politici interpellati?

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Alle autorità in nota, si chiede altresì di dare slancio alle altre proposte facenti parte del piano di riforme sostenute con l’Appello Donne e Media, a partire dal 2009:

  • Procedere all’adozione del Codice Deontologico Donne e Media, valido per tutti i mezzi di comunicazione, in linea con gli altri Paesi europei, supportandolo a livello normativo con un emendamento al Testo Unico Radiotelevisivo che ne sancisca il rispetto, similmente a quanto già adottato per il Codice Media e Minori.
  • Istituire un “Gruppo di lavoro istituzionale”, Donne e Media, con funzioni non solo di controllo del suddetto Codice ma anche con funzioni propositive, per promuovere la formazione di genere in tutti i settori professionali della comunicazione, la produzione di contenuti audiovisivi, anche individuando le risorse produttive e finanziare atte alla realizzazione; per la verifica dei dati prodotti attraverso il monitoraggio dei contenuti, con un coinvolgimento della Rete di associazioni e rappresentanze attive nell’affermazione dei diritti delle donne;
  • Avviare dall’Italia l’armonizzazione delle diverse normative esistenti nei paesi europei per un condiviso “Standard Europeo Donne e Media”.
  • Attuare i succitati 13 articoli proposti dall’Appello Donne e Media nel Contratto di Servizio Pubblico in vigore, recepire le ulteriori proposte che abbiamo presentato nell’audizione in Commissione Parlamentare di Vigilanza, a dicembre 2013, per il rinnovo del Contratto; dare attuazione all’impegno pubblicamente assunto dalla dirigenza Rai e dal Governo (ormai il 7 marzo 2012!) per la trasmissione del format di genere di cui sopra.

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