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Donne e smart city. A Oslo la sindaca che innova con open data e intelligenza artificiale

Le automobili sono il mezzo più usato nel nostro Paese per muoversi in città. In tutta Italia, si legge nel Rapporto Istat sulla Mobilità urbana 2016, gli utenti abituali di dei trasporti pubblici sono circa un decimo dei residenti (15% al Centro, 12% al Nord, 9% nel Mezzogiorno) e poco più di un terzo nei centri delle aree metropolitane.

Se è vero che aumenta in quasi tutte le città l’offerta di servizi di mobilità condivisa (car & bike sharing), sappiamo che la gran parte dei cittadini si muove con la propria auto, causando costantemente: traffico, inquinamento e cattiva qualità della vita.

La prima cittadina di Oslo, Marianne Borgen, ha deciso di risolvere il problema alla radice: via i parcheggi dal centro storico, via le auto dalle strade. Uno dei primi atti della sua amministrazione, in carica dal 2015, è stato proprio fare la guerra alla mobilità privata, alle automobili private, annunciando lo stop totale nel centro storico di Oslo a partire dal 2019.

“Non possiamo dire a bambini e persone anziane, che sono le più vulnerabili all’inquinamento, di restare a casa – ha detto la sindaca a gennaio, per via dell’elevato numero di giorni con superamento del limite di Pm10 – capisco che si creeranno notevoli disagi, ma dobbiamo fare qualcosa di concreto per migliorare la vita dei cittadini, a partire dalla loro salute, che va tutelata con ogni mezzo, motivo per cui applicheremo divieti totali al traffico in alcuni giorni e inviteremo tutti a prendere i mezzi pubblici”.

Già entro la fine di quest’anno i parcheggi spariranno nelle strade del centro città. Ancora più significativo, dal punto di vista della smart city, della salute dei cittadini e della difesa dell’ambiente nella lotta ai cambiamenti climatici, è la decisione (ancora non inserita in un provvedimento effettivo) di impedire la circolazione di auto alimentate a benzina o diesel nelle strade di Oslo a partire dal 2025.

Ma come si muove allora la gente in questa città sempre più ‘car free’?

In tanti modi diversi. Anzi tutto i cittadini di Oslo amano muoversi in bicicletta, con il sole, la pioggia, la neve e il freddo. Al posto dei parcheggi saranno realizzate piste ciclabili più grandi, aree pedonali attrezzate, al limite parcheggi per il bike sharing e il car sharing (rigorosamente per auto elettriche).

E ovviamente un’ampia offerta di servizi di trasporto pubblico, come autobus, tram, metropolitana, auto condivise, perfino via mare e con un elevato livello di qualità degli stessi.

Negli ultimi anni la qualità dell’aria nella Capitale della Norvegia si è deteriorata clamorosamente. Il 65% dell’inquinamento cittadino qui è dovuto proprio ai trasporti (l’informazione si trova direttamente nel sito web del Comune di Oslo). Una novità per la gente che vive a queste latitudini. La buona aria scandinava perlomeno nei centri urbani è solo un vecchio ricordo.

Anche in questo momento si può valutare la qualità dell’aria piuttosto mediocre che si respira ad Oslo (tale anche per effetto di una duratura alta pressione che schiaccia al suolo l’aria, riduce al minimo i venti, aumenta il tasso di umidità e facilità la condensazione di inquinanti nell’aria).

Senza parcheggi – ha spiegato la sindaca Borgen nelle scorse settimane – ci sarà più spazio per l’intrattenimento in strada, per l’apertura di locali per mangiare, divertirsi, bere, ascoltare musica o assistere a spettacoli di varia natura”.

Quindi, dopo la mobilità pulita, al centro della sua amministrazione c’è la cultura, la socialità, le necessità del cittadino, l’ambiente (Oslo è Green Capital 2019 dell’Unione europea).

A riguardo, negli ultimi mesi è cresciuta notevolmente la lista delle applicazioni mobili dedicate a chi vive la città, quindi cittadini, viaggiatori e semplici turisti, per favorire gli spostamenti quotidiani, per aggiornarli su quello che c’è da fare, sugli eventi e i nuovi servizi pubblici.

C’è l’app per le attività dei giovani nei vari quartieri, quella che suggerisce i percorsi più sicuri per i bambini che devono recarsi a scuola, quella per i pagamenti in rete di ogni tipo, quella per la promozione del riciclo dei rifiuti, quella per la mappa dei punti di ricarica dei veicoli elettrici, quella per le manifestazioni culturali, quella per i percorsi turistici più belli, quella per gli aggiornamenti relativi al servizio di trasporto pubblico in città (autobus, metropolitana, ferrovie, battelli, quella per acquistare i biglietti direttamente online e tante altre ancora.

Un’altra iniziativa smart city fortemente voluta dalla sindaca di Oslo è lo sviluppo della “Climate Dashboard”, una piattaforma interattiva che in tempo reale mostra i dati relativi alla qualità dell’aria, alle emissioni di agenti inquinanti, all’uso dei mezzi pubblici, delle biciclette, tramite sensori in strada, l’interconnessione di tutte le piattaforme e le applicazioni per la smart city.

La condivisione dei dati e soprattutto di dati aperti rende chiaro quanto sia importante promuovere open data nella Pubblica Amministrazione (smarter use of data), in questo caso con un’attenzione crescente verso l’integrazione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e il machine learning.

Qui il loro utilizzo è centrale nella ricerca di soluzioni valide ed efficienti nel tentativo di ridurre a zero l’impatto ambientale dei centri urbani in tutte le declinazioni (a partire dai trasporti, per finire al riscaldamento e alle attività economiche e industriali).

Articoli precedenti:

Donne e smart city. Fumiko Hayashi, guida dal 2009 la trasformazione digitale di Yokohama

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