Se pensiamo al mondo dell’edilizia o delle costruzioni la prima immagine che abbiamo è quella di un’industria tradizionalmente maschile.
Secondo il sito Go Construct la percentuale di donne che lavora all’interno del settore delle costruzioni è solamente il 14%, ma, per fortuna, il quadro generale non è del tutto negativo: infatti, il 37% dei nuovi assunti sono donne, segno di un (lieve) progresso positivo verso la parità di genere.
Allo stesso modo, anche l’industria del Tech è da sempre un settore nel quale la componente femminile si trova in netta minoranza rispetto alla controparte maschile.
Per Adeva, ad esempio, le donne rappresentano il 25% degli impiegati, ed è ancora più allarmante il dato del report Women in Tech per il quale soltanto il 5% delle posizioni Tech più alte è occupato da donne.
La situazione nel proptech
Quale è, invece, la situazione nel Proptech, che, come abbiamo già visto, possiamo considerare un “ibrido” tra quello del tech e quello delle costruzioni?
Essendo ancora un ambito in forte via di sviluppo, le statistiche o gli studi a disposizione sono ben limitati, ma, facendo una stima in base alle mie conoscenze, possiamo affermare che la percentuale di donne che fondano una start up nel campo del Proptech è tra il 5 e il 20%.
Ho trovato conferma di questa mia analisi in uno dei pochi report disponibili sull’argomento, quello di Women in Proptech.
Analizzando i dati di 15 paesi europei con il maggior numero di aziende Proptech, è infatti emerso che le donne fondatrici sono il 9%, un numero decisamente ancora troppo inferiore.
Però, il fatto che la componente femminile non arrivi neanche a costituire un decimo del totale non sorprende. Purtroppo, nonostante le numerose misure adottate per ridurre la distanza fra i due generi, neanche in quelle società che si sono fatte pioniere di questi valori la parità di genere è stata pienamente raggiunta.
Come rimediare
Inoltre, il Proptech nella maggior parte dei casi è associato alle start up e, come sostiene la British Business Bank, le donne fondatrici di start up ricevono in media molti meno fondi degli uomini, 157 volte in meno, per l’esattezza.
Quindi la parte “rosa” del mondo del Proptech non solo si trova a dover combattere con un mondo a forte impronta maschile come quello delle tecnologie, ma deve anche dimostrare molto di più rispetto a un qualsiasi competitor dell’altro genere per ottenere un trattamento paritario.
Bisogna arrivare al punto in cui la partecipazione delle donne in settori abitualmente considerati maschili non venga più considerata un’eccezione.
Altrimenti, anche le giovani ragazze interessate a lavorare in questo mondo faticheranno a trovare modelli di ruolo e mentori femminili con i quali potersi confrontare e fare squadra, e così sarà sicuramente più difficile riuscire a creare un ecosistema lavorativo plurale.