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Donne Ceo, solo il 10% guida le prime 500 big mondiali

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Lunga è la strada per la parità dei sessi nel business, a giudicare da quante poche sono le donne Ceo a capo delle più grandi aziende del mondo.

Nelle stanze dei bottoni mancano le donne. Lunga è la strada per la parità dei sessi nel business, a giudicare da quante poche sono le donne Ceo a capo delle più grandi aziende del mondo. Scorrendo la classifica delle prime cento aziende del mondo per fatturato, tratta dalla Fortune 500, ci si accorge infatti che 9 su 10 sono guidate da uomini: solo una su dieci ha come Chief Executive Office, o amministratrice delegata se si preferisce, una donna.

E soltanto una donna guida un’azienda che figura tra le prime dieci società al mondo per fatturato mentre le altre nove colleghe non raggiungono nemmeno la top 20. Anche se si considera l’intera classifica Fortune 500, la rappresentanza di donne Ceo è sostanzialmente identica: appena il 10,4%. Vediamo quali sono le principali, quelle a capo delle aziende che rientrano tra i primi cento posti della graduatoria. Il grafico mostra quali sono le più grandi aziende del mondo che sono guidate da donne Ceo.

Karen S. Lynch è la Ceo del colosso sanitario americano CVS Health

Karen S. Lynch è considerata la principale donna Ceo del mondo: guida di CVS Health, colosso statunitense del settore sanitario, proprietario di una catena di farmacie e fornitore di servizi assicurativi. CVS Health ha un fatturato annuo di oltre 322 miliardi di dollari ed è la sesta azienda al mondo per volumi di vendite. Dietro solo a WalmartAmazonExxonMobilApple e UnitedHealth Group: grandi multinazionali, tutte guidate da amministratori delegati uomini.

Lynch ha preso in mano le redini di CVS Health nel 2021, dopo il pensionamento del precedente Ceo, Larry Merlo. La nomina, arrivata nel pieno della pandemia, l’ha quindi resa la Ceo donna di più alto grado nella graduatoria per fatturato di Fortune 500. Classifica nella quale, per incontrare un’altra collega donna, bisogna scendere al ventunesimo posto.

Mary Barra è stata la prima Ceo donna del settore automotive

Amministratrice delegata di General Motors (oltre 156 miliardi di dollari di fatturato) dal 2014, Mary Barra ha legato indissolubilmente il proprio nome a quello dell’azienda di cui è Ceo da ormai dieci anni. Iniziò a lavorarci da studentessa, diventando poi direttrice di uno stabilimento e in seguito vicepresidente della divisione Global manufacturing engineering. Barra è passata alla storia come prima Ceo donna all’interno dell’industria automobilistica ed è stata nominata più volte da Forbes e Fortune come la donna più potente del mondo, oltre a essere stata tra gli amministratori delegati più pagati del settore automotive.

Donne Ceo, molto diffuso il settore salute e benessere

Scorrendo la classifica di Fortune 500, tra il ventunesimo e il ventottesimo posto, si incontrano ben cinque aziende guidate da CEO donne. Dopo Mary Barry al posto 21, al 22 c’è l’imprenditrice ed ex atleta americana Gail Koziara Boudreaux, amministratrice delegata di Elevance Health, compagnia di assicurazioni sanitarie da 156 milioni di dollari di fatturato. Al venticinquesimo si trova Sarah London, CEO di Centene, altra compagnia di assicurazioni sanitarie da 144 milioni di fatturato e al ventisettesimo Roz Brewer, amministratrice delegata di Walgreens Boots Alliance. Anche in questo caso, 132 milioni di fatturato, il settore di riferimento è quello della salute: Walgreens Boots Alliance, infatti, è tra le multinazionali leader nella distribuzione di prodotti per la salute e il benessere.

Donne Ceo, nell’Unione Europea sono solo il 7%

Oltre dieci anni fa, la Commissione Europea aveva fissato l’obiettivo di arrivare almeno al 40% di rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società europee. Oggi solo Norvegia e Francia riescono a superare questo livello. Per gli altri paesi sono obiettivi ancora lontani e che naturalmente, nel caso in cui si parla di presenza femminile tra gli amministratori delegati, sono ancora più difficili raggiungere. Secondo l’European Women on Board, che nel 2021 ha analizzato gli organigrammi di 688 aziende europee, appena il 7% di queste era guidato da una Ceo donna.

In Italia soltanto 1 impresa su 10 è guidata da donne

Secondo un’analisi Cerved, solamente un’impresa su dieci in Italia è guidata da una donna. La regione con la maggiore rappresentanza femminile tra gli amministratori delle aziende è il Lazio, dove è donna il 28% dei manager. A seguire, al 27%, ci sono SardegnaSicilia e Umbria, mentre la regione con la minor presenza di amministratrici donne è il Trentino-Alto Adige, al 19%. La Sardegna è la regione con la più alta presenza di donne presidenti e vicepresidenti di consigli di amministrazioni, rispettivamente al 26% e al 35%.

I risultati della legge Golfo-Mosca

Nel 2011 il Parlamento italiano ha approvato la legge Golfo-Mosca, che ha introdotto delle quote rosa nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate. Quando la legge venne approvata la rappresentanza femminile fra i consiglieri di amministrazione delle società quotate era circa del 7%, mentre oggi è quasi vicina al 40%.

I dati si riferiscono al: 2022

Fonte: Cerved, European Women on Board, Fortune 500

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