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Donald Trump, Anonymous e la cybersecurity

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Costantemente nell'occhio del ciclone, Donald Trump è di nuovo sotto cyber attacco ma questa volta non basteranno un paio di battute sugli 'hacker cinesi' per risolvere il problema.

Il 15 marzo, il collettivo di hacker Anonymous ha dichiarato- attraverso un video youtube- guerra al candidato repubblicano Donal Trump, con l’intenzione di smantellare la sua campagna presidenziale, a partire dalla tappa che avverrà ad aprile a Chicago.

La campagna, chiamata (#OpTrump) è già da qualche mese in corso (per essere precisi da inizio dicembre 2015 ndr.) e uno dei primi risultati era stato l’oscuramento del sito trumptowerny.com per oltre 3 ore attraverso un attacco DDos.

L’attacco che Anonymous sta lanciando ad Aprile però, prevede di mettere offline il sito TrumpChicago.com  e incoraggia più persone possibili a partecipare. Movente di questa campagna contro il candidato repubblicano sembrano essere le varie incitazioni alla violenza e insulti di stampo religioso e razzista che Trump ha avuto modo di fare durante i suoi convegni in lungo e in largo per l’America.

Proprio oggi, sull’account Twitter di Anonymous sono stati pubblicati molti dati sensibili di Trump come il numero di previdenza sociale, indirizzo, numero di cellulare, nome del personale più stretto del candidato, e altri dati sensibili. Una pubblicazione che non è di certo piaciuta al repubblicano.

Quello che stupisce in questa situazione, non è tanto questa guerra digitale dichiarata da Anonymous contro Trump, quanto il fatto che il candidato repubblicano non abbia una posizione precisa sul fenomeno cyber security. Un fenomeno che in America dilaga e al quale bisognerebbe dare maggiore considerazione.

Secondo Wired America, le uniche volte in cui  Trump ha parlato di cyber security lo ha fatto sempre accusando il governo Cinese di essere la minaccia più grande in questo settore ( Trump  lo chiama il ‘rampant cybercrime’ ndr.) e ha anche proposto varie volte di eliminare alcune ‘parti’ dell’Internet per combattere lo Stato Islamico.

Sarà quindi un cyber attacco di dimensioni ben più grandi del solito a far cambiare idea a Trump sull’ importanza della cybersecurity oppure rimarrà sempre dell’idea che è colpa dei cinesi? Lo scopriremo ad aprile.

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