Oggi è approdato all’Aula del Senato il testo del Decreto-legge Semplificazione e innovazione digitale arricchito dalle novità contenute negli emendamenti approvati. Venerdì si dovrebbe tenere il voto sulla questione di fiducia sul decreto, come deciso dall’Assemblea che ha respinto con voto la richiesta di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di modificare il calendario dei lavori stabilito dalla conferenza dei capigruppo e far slittare la votazione a lunedì.
Le novità
Grazie agli emendamenti approvati:
- è stata ampliata la platea delle imprese obbligate a rendere accessibili ai disabili i propri siti web. Ora questo obbligo riguarda le imprese con un fatturato medio negli ultimi tre anni di 500 milioni di euro, anziché 900 milioni come era indicato nella prima versione del decreto.
- È stato previsto che il Codice di condotta tecnologica, che disciplina le modalità di progettazione e sviluppo dei progetti digitali delle amministrazioni pubbliche, debba rispettare il principio di non discriminazione dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone.
- È stata resa più stringente l’azione del Difensore civico digitale rispetto alle istanze dei cittadini.
- È stata introdotta una semplificazione amministrativa nel settore dell’Internet of Things (IoT) per dare un impulso alle applicazioni del settore prevedendo “l’uso delle frequenze gestite dalla Difesa agli operatori LPWAN che hanno dimostrato l’assenza di interferenze dannose”, è scritto nell’emendamento visionato da Key4biz.
- Inoltre sempre sull’IoT, introdutta una misura per la semplificazione nell’identificazione di acquirenti di SIM. Chi acquista lotti di SIM per l’IoT non è obbligato più ad intestarsele tutte. “L’obbligo di identificazione non si applica alle schede elettroniche (S.I.M.) utilizzate per la fornitura di servizi di tipo Internet of Things, installate senza possibilità di essere estratte all’interno degli oggetti connessi e che, anche se disinstallate, non possono essere utilizzate per effettuare traffico voce, inviare SMS o fruire del servizio di connessione a internet”, è scritto nell’emendamento approvato e presentato dalla senatrice Maria Laura Mantovani (M5S), che così modifica l’articolo 55 del decreto legislativo 1^ agosto 2003, n. 259.
Solo con Spid o Cie accesso ai siti delle Pa dall’1 marzo 2021, la sfida in 6 mesi
Invece nel testo del decreto-legge varato dal Governo è previsto:
- l’accesso a tutti i servizi digitali della PA tramite SPID, Carta d’identità digitale (CIE) e tramite AppIO su smartphone
- il domicilio digitale per i professionisti, anche non iscritti ad albi;
- la semplificazione e il rafforzamento del domicilio digitale per i cittadini;
- semplificazioni per il rilascio della Carta d’identità elettronica che può essere richiesta anche se quella cartacea non è in scadenza, precisamente “prima del centottantesimo giorno precedente la scadenza”, stabilisce il decreto nell’articolo 24.
- Da marzo 2021 a tutti i siti della Pubblica amministrazione (ad esempio Inps, Agenzia delle Entrate, ecc..) si potrà accedere “esclusivamente” attraverso lo SPID o la carta d’identità elettronica.
Quest’ultima novità è la sfida principale prevista dal decreto-legge Semplificazioni. In 6 mesi tutti i siti e servizi digitali delle Pa saranno pronti?
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“Sono convinta che il provvedimento potrà dare un contributo importante al rilancio economico del Paese e al processo di innovazione delle pubbliche amministrazioni. La digitalizzazione consentirà di superare le lungaggini burocratiche e garantirà ai cittadini e alle imprese servizi online facilmente fruibili”, ha dichiarato Paola Pisano, ministra dell’Innovazione e della Trasformazione digitale.