Dopo la diffida dell’Agcom, anche la politica interviene e sancisce il ritorno alle bollette a 30 giorni. Lo stop alle fatturazioni a 28 giorni riguarderà “imprese telefoniche, tv e servizi di comunicazione elettronica” con l’esclusione di promozioni non rinnovabili o inferiori al mese. E’ quanto prevede l’emendamento al decreto fiscale del relatore Silvio Lai (Pd), approvato ieri pomeriggio. Lai conferma che restano escluse, diversamente da quanto previsto dall’emendamento di Stefano Esposito (Pd), forniture come gas e luce perché “i costi sono vincolati ai consumi”. Gli operatori Tlc e le pay tv avranno 120 giorni per adeguarsi – dall’entrata in vigore della legge – e dovranno garantire “informazioni chiare e trasparenti sulle offerte”. In caso di connessioni in fibra ottica dovranno anche specificare “se la fibra arriva al domicilio o solo alla centrale”.
Super fibra, l’Italia come la Francia
Un’aggiunta accolta con soddisfazione da Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, che oggi a margine dell’evento Selta Challenge 2017 “Le Infrastrutture Critiche per lo sviluppo”, ha così commentato: “Se prendo il treno non è che posso comprare un biglietto di prima classe e poi tutte le carrozze sono di seconda classe”, ha detto Bassanini a proposito delle tante offerte super fibra in circolazione. In futuro, sarà quindi obbligatorio per gli operatori specificare negli abbonamenti di che tipo di tecnologia si tratta, se Fttc (Fiber to the cabinet) con l’ultimo tratto in rame, Ftth (Fiber to the home), con la fibra fino alle case oppure ad esempio tecnologia mista fibra-wireless per l’ultimo tratto di connessione.
Stop quindi alle offerte in super fibra quando la fibra arriva soltanto fino all’armadio e l’ultimo tratto è in rame o in wireless. L’offerta dovrà quindi essere trasparente rispetto alla qualità di connessione e sarà l’Agcom a stabilire esattamente come l’offerta e la pubblicità della fibra dovrà essere fatta.
Un altro aspetto che secondo Bassanini andrebbe specificato negli abbonamenti in fibra riguarda la velocità minima garantita di connessione, magari con un intervento dell’Agcom. “Le offerte in circolazione oggi dicono velocità fino a 100 Mbps ma non precisano la velocità minima garantita – ha detto – magari di notte si arriva a 100 Mbps, ma poi di giorno la velocità media è di 5 Mbps”.
Indennizzo di 50 euro
Tornando all’emendamento del Dl fiscale, “Nel caso di variazione dello standard da parte dell’operatore – si legge nel testo – si applica un indennizzo forfettario pari a 50 euro in favore di ciascun utente maggiorato di un euro per ogni giorno successivo alla scadenza del termine” di 30 giorni in cui l’operatore, in caso di violazione dell’obbligo di fatturazione mensile, deve cessare la condotta e rimborsare le somme indebite.
L’emendamento non incide sul pregresso. Negli ultimi due anni con la fatturazione a 28 giorni gli operatori hanno incassato circa un miliardo l’anno di maggiore fatturazione. A fronte di multe di ordine di grandezza inferiore – ora raddoppiate da 240mila euro a 5 milioni – il cambiamento ha comportato un aumento delle tariffe dell’8,3% che ora potrebbe essere spalmato sulle 12 bollette mensili. Resta aperto l’altro tema dei costi nascosti.