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Disney, pronti 7mila licenziamenti. Bob Iger: “Situazione difficile”. Anche lo streaming fa i conti con la crisi

Non solo big tech, anche lo streaming fa i conti con la crisi.

Dopo la pubblicazione della trimestrale, anche il colosso dell’entertainment Disney adotta drastiche politiche di riduzione del personale analoghe a quelle seguite dalle Big Tech della Silicon Valley.

La piattaforma Disney+ ha perso 2,4 milioni di abbonati negli ultimi tre mesi del 2022 e il gigante dell’intrattenimento ha annunciato di voler tagliare 7mila posti di lavoro. E’ la prima volta da quando il servizio di streaming è stato lanciato, alla fine del 2019, che Disney+ non ha guadagnato nuovi spettatori nell’ultimo trimestre. Il gruppo Disney ha registrato un fatturato di 23,5 miliardi di dollari da ottobre a dicembre, superiore alle aspettative degli analisti.

Il taglio del personale genererà circa 5,5 miliardi di dollari di risparmi sui costi. “Sebbene ciò sia necessario per affrontare le sfide attuali, non prendo questa decisione alla leggera”, ha dichiarato il CEO Bob Iger durante la conference call sui conti.

Secondo il rapporto annuale del 2021, al 2 ottobre di quell’anno il gruppo impiegava 190mila persone in tutto il mondo, l’80% delle quali a tempo pieno.

Per Disney+ perdite di 9 miliardi dal 2019

Il calo del numero di abbonati alla piattaforma streaming Disney+ è stato inferiore alle attese, con un numero di abbonati di 161,8 milioni al 31 dicembre 2022, in calo di oltre l’1% rispetto a tre mesi prima, ma superiore ai 161,1 milioni delle attese. A causare la perdita di circa 2,4 milioni di abbonati nel trimestre è dovuto anche l’aumento dei prezzi.

Da quando è stata lanciata nel 2019, la piattaforma Disney+ ha perso oltre 9 miliardi di dollari. Molto positivo il risultato dei ricavi della divisione parchi, esperienze e prodotti, che è stato superiore del 21% rispetto a un anno prima a 8,7 miliardi di dollari. Oltre 6 miliardi di dollari di ricavi sono arrivati solo dai parchi tematici.

In base a quanto riferito dal Wall Street Journal, sembra che Disney abbia intenzione di eliminare completamente la divisione dedicata alla costruzione del metaverso, che sarebbe stata di fatto smantellata nella recente ondata di licenziamenti che ha colpito la compagnia

Tech, media, consulenza: dal 2022 licenziate oltre 315mila persone

Con questo annuncio si allunga la lista dei licenziamenti nei colossi statunitensi dei tech e dei media, che supera ormai abbondantemente le 300 mila persone secondo quanto riporta il sito Layoff.

Solamente a gennaio Twitter dopo il convulso passaggio di proprietà seguito all’acquisto della società da parte di Elon Musk ha espulso 3.700 dipendenti. Meta ha licenziato 11mila addetti, il13% dei suoi dipendenti a cui si aggiunge la volontà di licenziarne altri 5mila. il gruppo Salesforce ha ridimensionato i suoi organici del 10% con il taglio di 8mila dipendenti.

E ancora: ad Amazon le risorse sono diminuite di 18mila unità, il taglio più massiccio di tutta la storia del gruppo, che conta peraltro 1,5 milioni di dipendenti. L’esodo, nel caso di Amazon ha riguardato soprattutto i negozi fisici, tra cui Amazon Fresh e Amazon Go. 

Microsoft, per concentrarsi sulle priorità strategiche, tra cui l’intelligenza artificiale ha deciso di eliminare il 5% della forza lavoro, quindi oltre 10mila persone per un gruppo che ne impiega circa 220 mila. Chiudono questa classifica in continuo aggiornamento i 3mila 500 fuorusciti di IBM e i 3mila del colosso del software aziendale Sap.

L’ultima grande multinazionale a licenziare dipendenti è invece Accenture, leader mondiale di consulenza. La scorsa settimana ha annunciato che taglierà 19mila posti di lavoro, circa il 2,5% della sua forza lavoro totale, nel corso dei prossimi 18 mesi.

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