Al convegno dell’IGF tenutosi oggi a Roma si è discusso anche della definizione dei nuovi diritti digitale della persona. In particolare, si è registrato un interessante confronto tra l’approccio giuridico e quello economico che ha visto tra i protagonisti il Prof. Stefano Rodotà e il Prof. Antonio Nicita, Commissario Agcom, nella sessione dedicata alla dichiarazione dei diritti in Internet, alla quale hanno preso parte anche Guido Scorza componente del team del Consigliere per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio, la Professoressa Giovanna De Minico dell’ Università Federico II Napoli e il Prof. Oreste Pollicino dell’Università Bocconi.
Nel suo intervento d’apertura il Prof. Rodotà ha ricordato il percorso che ha portato ad istituire in Italia, in sede parlamentare, una Commissione di studio sul tema dell’Internet Governance. Il risultato di questi lavori è confluito nella Dichiarazione dei Diritti in Internet, approvata dalla Commissione, pubblicata il 28 luglio 2015 e che verrà presentata per un confronto internazionale al prossimo IGF globale che si terrà in Brasile.
Il punto di partenza, secondo il Prof. Rodotà, è la visione di Internet come spazio comune, come bene comune non appropriabile sull’arena internazionale e tale da richiedere la cooperazione internazionale. “L’accesso a Internet, a questo riguardo, non va pensato – ha detto Rodotà – solo come una condizione economica di mercato, ma come un diritto di rango costituzionale che permette l’accesso alla conoscenza, essa stessa da intendersi come bene comune”.
Per tale ragione l’accesso deve essere universale e non discriminatorio, altrimenti si rischia di “offrire ai cittadini una chiave che apre una stanza vuota o piena di pacchetti disponibili solo a pagamento”.
Al tempo stesso, il diritto all’accesso va coniugato, per il Prof. Rodotà, con il diritto della persona sulla propria identità digitale, un diritto che non è negoziabile e soprattutto il contenuto non può essere affidato alla discrezionalità di terze parti che perseguono interessi economici, ancorché legittimi, sul mercato.
Dal canto suo, il commissario Nicita, che è anche docente di Politiche Economiche Università La Sapienza, ha sottolineato la necessità di far entrare nel dibattito anche l’analisi economica del diritto e in particolare il tema delle modalità di tutela dei diritti proprietari su Internet. “Se il tema rilevante è quello dell’accesso alla conoscenza, allora si presenta l’occasione di tutelare i diritti proprietari con le cosiddette liability rules, le quali separano la proprietà dal consenso all’accesso, tipico invece delle property rules”. Si tratta, ha aggiunto Nicita, di un dibattito ormai consolidato nei paesi di common law e che costituisce un tema irrinunciabile. “In un mondo di liability rules, la questione si sposta dal consenso per consentire l’accesso al prezzo di accesso”. Sotto questo profilo, Nicita invita a non confondere il diritto all’accesso con l’assenza di prezzo, “perché un prezzo implicito viene sempre pagato”. E’ sufficiente rendersi conto, ha proseguito Nicita, che “l’accesso ad Internet e la libertà di informazione sono indissolubilmente legati alla rivelazione delle informazioni su di sé. Nel momento in cui ciascuno di noi entra nella rete a cercare informazioni diventa egli stesso oggetto di informazione, diventa un prodotto. Va allora posto il tema delle liability rules anche sotto il profilo dell’accesso alle informazioni individuali che lasciamo nel nostro passaggio sulla Rete”.
Il Prof. Rodotà ha poi voluto sottolineare la rilevanza dei temi affrontati da Nicita, concordando sulla necessità che, dopo la Carta, si apra un dibattito anche su questi profili e in particolare sulla relazione tra diritto di informazione e diritti allo sfruttamento delle informazioni oggetto di profilazione.