Lo scorso 8 febbraio, il Comitato europeo delle Regioni (CdR) ha adottato una serie di proposte per rivedere le norme che disciplinano il diritto d’autore con l’obiettivo di “promuovere un’economia europea equa, efficiente e competitiva”.
Questo perché la tutela della proprietà intellettuale e del copyright sono due misure propedeutiche alla nascita e lo sviluppo del mercato unico digitale dell’Unione europea.
Il parere su questo tema è stato elaborato da Mauro d’Attis, consigliere del Comune di Brindisi e membro effettivo della delegazione italiana al CdR: “Vorrei insistere sull’importanza di norme trasparenti in quello che fino ad oggi è stato un mercato frammentato, il che spesso ha danneggiato tanto i creatori quanto i clienti o gli utenti”.
Il membro del Partito popolare europeo ha inoltra sostenuto e rilanciato l’invito della Commissione Ue a riconoscere gli editori come titolari dei diritti, auspicando che le proposte di Bruxelles possano offrire “un riconoscimento alla dimensione locale e regionale, dato che in molti casi sono la collaborazione e il sostegno delle comunità “dal basso” che rendono possibile queste attività”.
Le proposte adottate dal Comitato pongono l’accento sulle “maggiori possibilità di scelta e un migliore accesso ai contenuti online e transfrontalieri”, sul miglioramento delle “norme sul diritto d’autore per la ricerca, l’istruzione e l’inclusione delle persone con disabilità”, e su un “mercato più equo e sostenibile per i creatori e la stampa”.
Il testo accoglie inoltre con favore le proposte di interventi per il mercato interno delle comunicazioni elettroniche destinati ad accelerare lo sviluppo dinamico e sostenibile di tutti i settori economici e a creare nuovi posti di lavoro, nonché a garantire “l’aggiornamento della normativa sul diritto d’autore tenendo conto della rivoluzione digitale e della modifica dei comportamenti dei consumatori”.
Tutti i progressi tecnologici disponibili dovrebbero essere utilizzati a vantaggio dei titolari dei diritti, si legge nel documento del CdR. Il parere, infine, “sostiene lo sviluppo di misure intese a migliorare la posizione dei titolari nella negoziazione relativa allo sfruttamento dei contenuti cui tali diritti si riferiscono, in particolare per gli usi da parte di servizi online che danno accesso a contenuti caricati dagli utenti e che non sempre offrono un’equa remunerazione per tale sfruttamento”.