Dietrofront

Diritto d’autore, la Ue pronta a ritrattare sulla portabilità dei contenuti

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Passa in COREPER la proposta di introdurre un limite temporale alla portabilità dei contenuti.

Si riaccendono i riflettori sulla questione del geoblocking e della portabilità dei contenuti in Europa. Oggi gli Stati membri del Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER) si sono confrontati per trovare una soluzione di compromesso sulla proposta della Commissione Ue, che vuole eliminare il geoblocking a partire dal 2017 (sostenuta anche dall’Europarlamento).

Più precisamente gli Stati membri hanno approvato un documento volto a introdurre un limite temporale fisso per la portabilità dei contenuti a pagamento oltre le frontiere.

La proposta presentata a dicembre dalla Commissione parla invece di accesso illimitato quando si viaggia temporaneamente all’estero a quei contenuti per cui si paga un abbonamento in patria.

Oggi Andrus Ansip, Vicepresidente e Commissario responsabile per il Mercato Unico Digitale, che è un fermo sostenitore della misura, su Twitter ha rilanciato: “La portabilità è fondamentale per raggiungere il Digital Single Market. Spero presto in un accordo”.

La palla passa adesso al Consiglio Competitività si riunirà il 26 maggio. Ma a questo punto appare probabile che sarà approvata la proposta votata oggi che chiede di definire meglio il concetto di ‘temporaneità’ riguardo alla portabilità dei contenuti. Gli Stati membri del COREPER oggi hanno infatti specificato che si tratta di ‘un periodo di tempo limitato’.

Soluzione sostenuta, secondo alcune fonti Ue, da Italia, Francia, Spagna e Grecia e che emergerebbe da un documento interno (visto dall’ANSA) sullo stato di avanzamento dei lavori relativi alla proposta Ue e ora all’esame del Consiglio.

“Alcuni stati membri hanno indicato che vorrebbero fissare un numero massimo di giorni di portabilità” all’anno, si legge nel testo.

Per il giornale tedesco Handelsblatt, la soluzione si sarebbe già trovata sarebbe molto più drastica e la Commissione Ue dovrebbe darne notizie nelle prossime settimane.

Da una bozza circolata, riferisce sempre l’Handelsblatt, vengono fissate delle eccezioni riguardanti i servizi audiovisivi, come per esempio film, serie tv ed eventi sportivi.

Secondo le fonti sentite dall’Handelsblatt, la Commissione Ue non affronterà nuovamente la questione del geoblocking che sarà invece incluso nelle misure di armonizzazione del diritto d’autore.

La proposta presentata a dicembre dalla Commissione Ue dovrebbe permettere ai contenuti online di viaggiare insieme agli utenti.

Attualmente agli europei che viaggiano all’interno dell’Ue accade di non poter fruire di servizi di contenuti online quali film, trasmissioni sportive, musica, eBook o giochi per accedere ai quali hanno pagato nel proprio paese di origine. La proposta di regolamento sulla portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online intende combattere tali restrizioni per consentire ai cittadini dell’Ue che si spostano in un altro Stato membro di continuare ad accedere ai contenuti digitali che hanno acquistato o per i quali hanno sottoscritto un abbonamento nel proprio paese di origine.

Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti anche per quanto riguarda i servizi di video-sharing come YouTube.

Per Paolo Marzano (Partner, Legance Avvocati Associati – Presidente CCPDA), la Ue dovrebbe intervenire con urgenza per rivedere le questioni della distribuzione delle opere senza comprimere il principio di territorialità.

Le nuove misure hanno, infatti, da subito inquietato i produttori di opere audiovisive e i broadcaster di eventi sportivi secondo i quali rappresenterebbero appunto una breccia nel principio di territorialità.

Restano dubbi sulle modalità concrete di applicazione di questo testo.

La Commissione Ue ha chiarito che le misure sulla portabilità dei contenuti si applicheranno agli abbonati ‘presenti temporaneamente’ in un altro Stato membro diverso da quello di residenza.

Quando ci si trova, per esempio, fuori per un viaggio d’affari o per le vacanze, ma non ha precisato la durata di questa permanenza.

Sarà, ha indicato la Ue, responsabilità dei fornitori di contenuti definire le condizioni dell’offerta e di portabilità.

Adesso però le cose potrebbero cambiare di fronte alla richiesta che questo limite temporale venga fissato in modo preciso, che si sappia insomma che la portabilità vale per un certo numero di giorni.

Secondo fonti ufficiali della Ue, citate da EurActiv, Austria, Slovenia, Repubblica Ceca, Belgio, Slovenia, Slovacchia e Croazia vogliono che l’espressione ‘presenti temporaneamente’ contenuta nel testo della Ue sia più precisa e che si capisca immediatamente che si tratta di ‘un breve periodo di tempo transitorio’.

Alcuni Paesi però, trai quali Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria e Grecia, vorrebbero che si facesse un ulteriore passo in avanti con l’indicazione di un numero massimo di giorni per poter usare liberamente i propri abbonamenti ai servizi di video streaming come Netflix.

Una fonte Ue ha riferito a EurActive che la soluzione di compromesso potrebbe essere raggiunta facilmente, aggiungendo la dicitura “per un periodo limitato di tempo’.

Posizioni queste che preoccupano e non poco Ansip che pensa di più alle difficoltà che potrebbero avere i provider di contenuti nel verificare che gli utenti sono in viaggio solo temporaneamente.

Dal fronte opposto però si sottolinea che fissare un limite temporale preciso e un meccanismo di verifica solido sia necessario per evitare che la portabilità diventi una backdoor per l’accesso transfrontaliero ai contenuti originali da Stati membri con diversi accordi sui diritti d’autore.

Se questo accadesse, ha detto un diplomatico che ha chiesto di restare anonimo, ci sarebbe un’importante perdita del valore dei contenuti.

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