La Corte di Giustizia ribadisce principio fondamentale nella lotta alla pirateria, il rispetto della legalità
Scaricare e condividere contenuti audiovisivi protetti dal diritto d’autore è un reato e la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea ha ribadito il concetto che la tutela della proprietà intellettuale è un principio fondamentale e che le leggi nazionali possono autorizzare le Autorità nazionali ad accedere ai dati e quindi risalire agli utenti che hanno commesso atti di pirateria.
La tutela dei dati personali rimane un altro principio fondamentale del nostro diritto e della civile convivenza, ma ad una condizione: che si rispetti la legalità nelle pratiche quotidiane in rete.
“Lo scorso 30 aprile, nell’ambito della causa C-470/21, la Corte di Giustizia ha reso una sentenza in cui ha stabilito un principio fondamentale per il contrasto alla pirateria online nell’Unione europea”, ha affermato Massimiliano Capitanio, Commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), in un post sui social.
“Le leggi nazionali possono autorizzare le autorità competenti ad accedere ai dati conservati dai provider, grazie ai quali è possibile risalire agli utenti che compiono atti di pirateria online, al fine di adottare provvedimenti nei loro confronti”, ha precisato il Capitanio.
Una sentenza che è da considerarsi “storica”, secondo il Commissario Agcom, perché ribadisce che “il fondamentale diritto alla tutela dei dati personali non può essere usato, al pari della libertà di internet, come coperta per chi compie atti di pirateria”.
Guarda il video dell’intervento di Massimiliano Capitanio all’evento italiano della Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale 2024, dal titolo “Legalità e innovazione per un’industria audiovisiva sostenibile“, promosso dalla FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, in collaborazione con l’Associazione CIVITA di Roma.
Tutela dei dati personali da rispettare, ma gli atti di pirateria sono da perseguire
Il post è relativo alla decisione presa dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, nella causa “C-470/21 – La Quadrature du Net e a. (Dati personali e lotta contro la contraffazione)”, in cui si precisano i requisiti relativi alle modalità di conservazione di tali dati e di accesso agli stessi.
Si tratta di una sentenza in risposta ad un ricorso di diverse associazioni per la tutela dei diritti e delle libertà su internet, diretto all’annullamento di un decreto del Governo francese che ha introdotto due diversi trattamenti dei dati personali, che avrebbero consentito trattamenti dei dati personali contrari alla Direttiva sulla privacy nelle comunicazioni elettroniche n. 2002/58/CE e della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
Secondo tali decreti, ha spiegato il Commissario Agcom, “i titolari dei diritti potevano chiedere ai provider tutta una serie di dati connessi agli indirizzi IP che effettuavano accesso a contenuti illegali, da mettere a disposizione dell’autorità francese competente per il contrasto alla pirateria, la Hadopi; questa poteva poi chiedere ai provider di ricondurre i dati al titolare dell’indirizzo IP e, in ultima istanza, all’identità dell’utente”.
Trattamenti che in generale sono da considerarsi illegittimi “a patto che, ovviamente, rispettino dei principi fondamentali in materia di dati personali, quali in primo luogo, la proporzionalità: i dati dovranno essere conservati in modo che non possano essere utilizzati per trarre conclusioni precise sulla vita privata dell’interessato, neanche dall’autorità pubblica, che li potrà utilizzare esclusivamente per identificare gli autori dell’illecito”, ha precisato Capitanio.
4 giugno a Roma i nuovi dati della ricerca FAPAV/Ipsos sulla pirateria in Italia
In Italia abbiamo una legge antipirateria tra le migliori d’Europa, ma la pirateria rappresenta ancora una minaccia seria per l’industria audiovisiva, gli eventi sportivi e gli spettacoli live.
“Il web, i social e le nuove tecnologie devono essere utilizzate come veicolo di messaggi positivi, soprattutto nei giovani, e come finestra aperta verso il mondo delle Industrie audiovisive, realtà che ricoprono un’importante risorsa culturale, economica e occupazionale per il nostro Paese, e che va quindi sostenuta. Il problema della pirateria mina in modo rilevante l’economia della creatività e della cultura audiovisiva, un freno che va contrastato attraverso l’applicazione delle norme sulla tutela del diritto d’autore e mediante la disseminazione di messaggi e campagne di comunicazione che mirano a spiegare i rischi connessi all’utilizzo di piattaforme illegali, tra cui la violazione della privacy e l’accesso a dati sensibili. Si tratta di modalità spesso giudicate poco importanti dagli utenti ma che al contrario minano la loro identità di corretti cittadini digitali” ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV.
In attesa della nuova ricerca FAPAV/Ipsos sulla pirateria audiovisiva in Italia, che saranno illustrati il prossimo 4 giugno a Roma, alla Camera dei Deputati, nel nostro Paese gli atti di pirateria sugli eventi sportivi sono aumentati del 26% durante il 2022, del 20% sui programmi tv e del 15% per le serie/fiction.
I film rimangono al momento il contenuto più piratato: il 35% degli atti di pirateria audiovisiva (oltre 120 milioni) riguarda il cinema, ma il trend, sia rispetto allo scorso anno, sia in un’ottica di medio periodo, è in calo (-4% vs. 2021; -68% vs. 2016).