Google cede alle richieste dei Garante Privacy europei e accetta di estendere il diritto all’oblio a tutte le versioni del suo motore di ricerca, non solo quindi su base nazionale come avveniva finora.
L’unico paletto che impone la web company è che le ricerche siano state effettuate in uno dei Paese europei.
In altre parole, se un tedesco chiede a Google di cancellare i risultati di ricerca che conducono al suo nome, questi non saranno più visibili su nessuno dei siti del gruppo, compreso google.com, sempre però che la connessione al motore sia partita dalla Germania.
La compagnia filtrerà, quindi, i risultati di ricerca in base all’indirizzo IP dell’utente. Le persone che però accederanno a Google fuori dall’Europa continueranno a vedere i link in questione.
Da quando la Corte di Giustizia Ue ha riconosciuto, nel maggio del 2014, il diritto all’oblio (Scheda), Google ha ricevuto circa 400 mila richieste e ne ha accolte il 42%.
Stando all’ultimo Report sulla trasparenza, dall’Italia ne sono partite 26 mila.
Il gruppo finora si era rifiutato di piegarsi alle richieste delle autorità europee che dal 2014 invocavano un diritto all’oblio ‘completo’.
In particolare è stato il Garante Privacy francese, Cnil, a chiedere fermamente a Google, minacciando pesanti sanzioni, che la cancellazione dei link che puntano a notizie, ritenute non più pertinenti dai cittadini che lo chiedono, fosse estesa a tutte le versioni del motore di ricerca, specie quella google.com, non solo quelle su scala nazionale.
Per l’Autorità d’oltralpe, infatti, limitare il delisting solo ad alcune estensioni del motore di ricerca e non anche a quelle extraeuropee “priverebbe di efficacia il diritto all’oblio e farebbe variare i diritti riconosciuti ai singoli in funzione dell’utente che interroga il motore di ricerca e non in funzione delle persone interessate”.
Un’argomentazione finora non condivisa da Google, convinto che estendere il diritto all’oblio a livello mondiale avrebbe ostacolato la libera circolazione dei dati.
Con questa decisione, Google ammorbidisce adesso la propria posizione. Una vittoria per il vero significato che la Ue ha inteso dare al diritto all’oblio.