Il Comitato d’esperti nominato da Google, dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue sul diritto all’oblio (Scheda) dello scorso maggio, sarà a Roma il prossimo 10 settembre.
Il Comitato sta raccogliendo “testimonianze e opinioni pubbliche sui problemi emersi dopo la sentenza” che potranno essere ammesse agli incontri europei.
Sulla questione sta lavorando anche il gruppo di lavoro G29 che rappresenta i Garanti Privacy Ue che nei giorni scorsi ha incontrato i rappresentanti dei motori di ricerca per definire le linee guida che saranno presentante in autunno e risolvere le questioni che si sono presentate in merito alla messa in atto della sentenza.
I giudici europei hanno, infatti, stabilito anche la responsabilità dei motori di ricerca per i contenuti pubblicati online da terzi.
La situazione si è subito complicata. Google ha dapprima protestato per poi allinearsi ai nuovi dettami, lanciando un modulo online per le richieste di rimozione, seguita a ruota da Bing.
Ma la rimozione dei link non è una pratica così semplice, al punto che Google, dopo essere rimasta coinvolta in una serie di polemiche per aver cancellato alcuni link poi ripristinati, ad articoli del Guardian e della BBC, ha lanciato un sito ad hoc e un Comitato d’esperti per gestire le richieste degli utenti.
Oltre a Roma, tra settembre e dicembre il Comitato sarà anche a Madrid, Parigi, Varsavia, Berlino, Londra e Bruxelles. Gli esperti che vorranno presentare la propria testimonianza agli incontri pubblici possono inviare una domanda, fino all’11 agosto, attraverso un modulo online. Il comitato di esperti di Google è composto da 10 persone. Tra gli altri, ne fanno parte anche il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, l’italiano Luciano Floridi professore di etica dell’informazione ad Oxford e anche esponenti del mondo dell’informazione come Sylvie Kauffman, direttore editoriale de Le Monde. Dopo la sentenza, il comitato sta raccogliendo pareri di tipo giuridico, procedurale, sulla privacy e sul relativo bilanciamento col diritto dei cittadini ad essere informati.
Google al momento ha ricevuto oltre 90 mila richieste dagli utenti, di rimozione di link ritenuti “inadeguati o non più pertinenti”. Ne ha approvate la metà.