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Diritti Tv Serie A, asta sotto le attese. OTT assenti

Ammonterebbero a meno di 800 milioni di euro a stagione le offerte per il bando domestico per i diritti tv della Lega Serie A del triennio 2018/21. Una cifra, riferisce l’Ansa, ben al di sotto del miliardo e 50 milioni della base d’asta cui puntavano Lega e Infront, con l’assemblea dei club che a questo punto sarebbe perciò orientata a procedere per trattative private con i broadcaster, facendo slittare le decisioni finali a venerdì. L’obiettivo della Lega è chiudere almeno al prezzo minimo fissato dal band, pari a 1 miliardo e 50 milioni altrimenti. La Lega “si riserverà di valutare l’offerta presentata dall’intermediario indipendente” che ha partecipato al bando subordinato, ha detto il commissario della Lega Carlo Tavecchio, dopo l’assemblea dei club, che “all’unanimità ha deliberato di non accettare alcuna offerta e dar corso alla trattativa privata” con i broadcaster.

Se i colloqui dovessero fallire entrerebbe in gioco l’intermediario spagnolo MediaPro, disposto a pagare 990 milioni per tutto. Ma anche i 990 milioni al momento appaiono eccessivi considerando la realtà del mercato tv italiano che finora non si è spinto oltre gli 800 milioni. Certo, le cose nei prossimi mesi potrebbero cambiare se si sbloccasse la convergenza industriale tra Mediaset, Tim e Vivendi di cui si parla da mesi.

Le offerte

Secondo le agenzie, sono state 5 le buste presentate, alcune delle quali con più di un’offerta. Da Sky sarebbero arrivate offerte per il pacchetto A (gare di 8 squadre fra cui le big per il satellite), per il C (stesso contenuto per Internet) e per D1 e D2 (le partite delle altre 12 squadre, Roma inclusa), oltre che per i diritti accessori di A e D1-D2. Da Mediaset e Italia Way sarebbero arrivate offerte per il B (stesso contenuto di A per il digitale terrestre), mentre Tim e Perform avrebbero avanzato offerte per il C (trasmissione online).

Per il pacchetto Platinum ABC, secondo le agenzie, avrebbero fatto offerte sia Sky sia Mediaset.

OTT fuori dai giochi

Spicca l’assenza dal novero dei pretendenti l’assenza degli OTT (Over the Top) che avrebbero quindi disertato l’asta per il calcio italiano. Un business che evidentemente non fa ancora gola ai grandi player internazionali dello streaming, Netflix e Amazon in primis, ma anche Twitter e Facebook, che invece in un modo o nell’altro, hanno già investito non poco (altrove) in contenuti sportivi ad esempio nel Regno Unito sulla Premiere League e negli Usa sui diritti del baseball e del basket.

Secondo le agenzie, le uniche proposte sopra i minimi sarebbero arrivate da Sky, che avrebbe offerto 261 milioni di euro per il pacchetto A (le partite di 8 squadre, le big Juventus, Milan, Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina e due di fascia bassa per la piattaforma satellitare), quotato 260 milioni come il pacchetto B (stessi contenuti, per il digitale terrestre). Mediaset dal canto suo avrebbe messo sul piatto 200 milioni soltanto per il digitale terrestre.

Per il pacchetto C (per la piattaforma Internet, con le stesse partite di A e B che però includono anche i diritti a trasmettere in bar, hotel e altri accessori), quotato 160 milioni di euro, ci sarebbe un’offerta di Sky da 170 milioni di euro (da trasmettere su Now Tv), una di Perform da 100 milioni e un’altra di Tim che sarebbe inferiore (per trasmettere le partite su Timvision).

Ad ogni modo, la partecipazione di Tim alla gara giunge a sorpresa, dopo che nelle scorse settimane i vertici dell’azienda avevano negato l’interesse per i diritti di Serie A del prossimo triennio.

Sarebbe molto al di sotto della base d’asta di 300 milioni di euro l’offerta per i pacchetti D1 e D2 (con le partite delle altre 12 squadre) di Sky, che invece avrebbe superato il prezzo minimo nella sua offerta per i diritti accessori (fra cui le interviste a brodo campo e le riprese pre-gara negli spogliatoi).

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