La Lega Serie A va avanti per la sua strada, in attesa dell’esito del reclamo di Mediapro, che si è vista annullare il bando dal Tribunale di Milano, ed è stata anche ‘scaricata’ dai presidenti dei club perché inadempiente al contratto firmato con la ‘Confindustria’ del calcio italiano. Oggi l’assemblea della Lega Calcio, riunita a Milano, ha approvato all’unanimità i pacchetti sui diritti tv della Serie A. Si tratta di tre pacchetti principali, la modalità di vendita decisa dall’assemblea sarà legata al prodotto e non al sistema di piattaforme. Le offerte da parte degli operatori delle comunicazioni dovranno arrivare entro la mattina di martedì 13 giugno, giorno in cui la Lega punta a chiudere, finalmente, la partita dei diritti Tv per il triennio 2018-2021 del campionato di calcio di Serie A che inizierà con gli anticipi della prima giornata il 18 agosto.
Ecco i tre pacchetti per prodotto nel dettaglio sul sito della Lega Serie A.
Alle ‘consultazioni’ per le trattative private con i rappresentanti dei club e l’advisor Infront, oltre a Sky, Perform, Mediaset, Tim e Italia Way, ha partecipato anche Mediapro, che ieri ha mandato una manifestazione di interesse. Sempre ieri si è svolta l’udienza per la sentenza del Tribunale di Milano a cui Mediapro ha presentato ricorso contro la decisione del giudice Claudio Marangoni di annullare il bando che prevedeva la vendita di prodotti audiovisivi chiavi in mano con la gestione di contenuti editoriali e pubblicitari. Mediapro, questa la motivazione del giudice, non è un editore, ma solo un intermediario finanziario per cui non può offrire pacchetti editoriali con inclusi gli spot pubblicitari. Il collegio composto da tre giudici, presieduto da Alessandra Dal Moro, al termine di un’udienza sul ricorso di Mediapro, si è riservato sulla decisione e tra circa una settimana esprimerà la sentenza, qualora le parti non dovessero arrivare a una conciliazione.
Gli operatori in gioco
Sky guarda, logicamente, al satellite, ma non solo perché dal 5 giugno scorso è su tutte le piattaforme, per cui potrebbe anche trasmettere le partite su Internet e sul digitale terrestre. Per quest’ultimo Mediaset sembra non più intenzionata a investire nella paytv: “guarderemo con interesse a tutte le opportunità da cogliere”, ha detto Piersilvio Berlusconi, pronto soprattutto a “un’unione sulle tv free che nessuno ha mai fatto” ha aggiunto.
Per la trasmissione delle partite, invece, su Internet la sfida è tra Perform e Tim (affascinato anche dal mobile?), il cui ingresso nel mercato del calcio è stato annunciato dal suo Ad Amos Genish. In campo c’è anche Italia Way Srl società collegata all’imprenditore Francesco Di Stefano, il fondatore di Europa 7, protagonista a cavallo fra gli anni ’90 e 2000 di una lunga battaglia legale contro Mediaset per l’assegnazione delle frequenze.
Il dossier diritti tv è arrivato anche a Palazzo Chigi, in particolare sulla scrivania del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, con delega allo sport.
In Inghilterra ‘in campo’ Amazon
Amazon si è aggiudicata i diritti per trasmettere in streaming 20 partite della Premier League, per le prossime tre stagioni. Lo stesso era già avvenuto in Germania con la Bundesliga l’anno scorso. I diritti sono limitati al Regno Unito e all’Irlanda, dove gli spettatori potranno guardare un ristretto numero di partite attraverso Prime, che non includeranno i big match tra le squadre più titolate. Le partite più importanti sono infatti già andate a Sky (comprati i diritti per 128 partite a stagione a 1,2 miliardi di sterline) e a BT Group.
Il prossimo passo di Amazon sarà il campionato di calcio di Serie A?