Si infittisce il mistero che avvolge l’acquisto dei diritti Tv delle partite di Serie A dopo le ultime vicende.
La Procura di Milano ipotizza a vario titolo i reati di turbativa d’asta e ostacolo alla vigilanza sulle società di calcio in relazione alla spartizione dei diritti televisivi.
L’indagine è complessa e riguarda anche l’ipotesi di riciclaggio per la quale è stato arrestato il fiscalista Andrea Baroni, consulente di Infront Italia, advisor della Lega Calcio per i diritti tv per i campionati 2015-2018, assegnati a giugno 2014.
Negli ultimi giorni la Guardia di Finanza ha perquisito nuovamente la sede milanese della Lega Calcio (lo aveva già fatto a maggio e pure negli uffici di Sky, Mediaset e Infront, ndr).
Le Fiamme Gialle hanno effettuato perquisizioni anche nelle sedi di alcune delle squadre di serie A e B, per tentare di ricostruire i retroscena di questa intricata vicenda.
L’asta per i diritti tv della Serie A si è tenuta a giugno 2014: a Sky sono andate tutte le partite del campionato da trasmettere sul satellite per 572 milioni di euro mentre a Mediaset 8 squadre big per il digitale terrestre per 373 milioni di euro.
Sull’assegnazione dei diritti televisivi della Serie A lo scorso maggio anche l’Antitrust ha avviato un’indagine, ipotizzando possibili ‘accordi spartitori’ tra Sky e Mediaset. L’istruttoria si chiuderà entro il 30 aprile 2016.
In quell’occasione, l’amministratore delegato di Sky, Andrea Zappia, è stato molto diretto sulla vicenda “Dal giugno scorso la nostra posizione è chiara. Per i pacchetti A e B avevamo vinto noi”.
L’Ad ha tenuto a sottolineare che “Sky non ha quindi partecipato ad alcuna intesa e peraltro l’assetto dei diritti, a valle dell’assegnazione decisa dalla Lega, ha visto Sky particolarmente penalizzata rispetto ai risultati prefigurabili dopo l’apertura delle buste”.
Ricordiamo infatti che all’epoca non fu facile raggiungere l’intesta sui diritti di Serie A e l’assegnazione fu anticipata da una diffida da parte di Sky Italia che invitava la Lega al rispetto delle regole del bando e da una controdiffida di Mediaset.