Dopo il flop della prima gara per i diritti di Serie A 2018-2021, disertata da Mediaset e dagli OTT, la Lega calcio ci riprova con un secondo bando per l’assegnazione dei diritti di trasmissione della Serie A in scadenza il 22 gennaio riservato a operatori di comunicazioni e intermediari indipendenti. L’obiettivo è raggiungere un incasso complessivo di 1,05 miliardi di euro (scarica qui il Pdf).
Diversi pacchetti disponibili, con l’advisor Infront e la Lega Calcio che hanno tentato di rendere più varia l’offerta rispetto alla prima gara andata a monte a giugno, alla quale aveva partecipato soltanto Sky.
Porte aperte a Facebook & Co.
I classici pacchetti da 8 squadre (definiti A e B per tv digitale DVBT e a breve DVBT2 e satellite), che comprendono le big Inter, Juventus, Napoli e Milan (ma non la Roma) sono stati estesi anche agli OTT (la speranza è che colossi come Amazon, Facebook, Netflix e perché non anche Google si facciano avanti) con il pacchetto C (riservato a piattaforme Internet, IpTv e/o piattaforme wireless per reti mobili).
Incognita Mediaset
Ma se per i broadcaster televisivi (Sky e Mediaset Premium) l’offerta minima è 260 milioni a pacchetto (resta l’incognita Mediaset, che guarda alla Serie A e al calcio con “occhio opportunistico” e non vuole svenarsi ma che da poco ha bruciato Rai sui diritti del Mondiale in Russia), per le web company il prezzo fissato è più basso, pari a 160 milioni. Lo sconto riservato alle web company è dovuto al fatto che i contenuti online non possono essere riprodotti in locali pubblici (bar e ristoranti) e nemmeno nelle camere d’albergo.
La speranza che aziende come Amazon prendano parte alla gara (anche se a giugno, in occasione della prima gara abortita non si erano fatte vive) non è campata per aria, visto che Amazon sta trattando l’acquisto dei diritti della Premiere League nel Regno Unito, secondo indiscrezioni riportate la settimana scorsa.
Sorpresa Perform?
Con il nuovo bando, secondo Repubblica, potrebbe nascere una Netflix del mondo del pallone. La prima indiziata sarebbe Perform Group, che ha già tentato di accaparrarsi i diritti per l’estero del nostro campionato. L’idea è quella di puntare su formule di abbonamento meno vincolanti e più a buon mercato, per consentire agli utenti di seguire le partite via internet anche acquistando la singola partita.
Vedremo se l’appeal delle nostre squadre di serie A farà breccia nel portafogli degli OTT e se Perform si farà davvero vanti per sfruttare il canale della Rete, anche se 160 milioni a pacchetto non sono pochi.
Che farà Tim-Canal+?
Resta poi da capire se alla gara parteciperà la nuova joint venture composta da Tim (60%) e Canal+ (40%) e se, come ventilato da più parti negli ultimi mesi, alla joint venture sarà invitata anche Mediaset nel quadro dei negoziati per risolvere l’affaire Premium. Secondo gli analisti, la gara per i diritti della Serie A sarà un importante banco di prova per tastare il polso alla nuova joint venture voluta da Vivendi per contrastare lo strapotere delle web company Usa nell’on demand.
Gli ultimi due pacchetti sono “D1” e ”D2”: chi li acquista avrà tutto il campionato. Il primo ha un prezzo di 144 milioni, il secondo 166 perché ha più partite in esclusiva. E’ qui che dovrebbe finire la Roma: su D1 le partite casalinghe dei giallorossi, su D2 le trasferte. Infront ha deciso di dividere il pacchetto D, unito nell’ultima asta, nella speranza di far crescere concorrenza. La somma di questi minimi è pari 990 milioni. Si arriverebbe a un miliardo e 50 milioni con i diritti accessori (interviste a bordo campo e negli spogliatoi ecc).
Infine, secondo TuttoSport è stato inserito anche il pacchetto dedicato a cinema e teatri che dà la possibilità di trasmettere partite a pagamento in sale distanti almeno 50 chilometri dallo stadio del match in corso.