Oggi ancora nulla di fatto alla nuova assemblea in Lega per discutere sui diritti tv della Serie A. In lizza restano sempre Sky da un lato e il duo Dazn-Tim dall’altro, con quest’ultima in vantaggio sulla prima avendo presentato un’offerta maggiore dal punto di vista economico. C’è da dire, però, che la piattaforma in streaming non ha ancora i voti sufficienti per avere la meglio e assicurarsi la trasmissione di 7 partite su 10 del massimo campionato italiano previste per il triennio 2021-2024. La Lega è ancora spaccata e oggi non si sono registrate novità. Gli schieramenti sono rimasti immutati.
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Diritti tv Serie A, gli schieramenti
Al momento, 11 squadre sostengono la proposta di Dazn (Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese), mentre 9 al momento si astengono (Roma, Bologna, Torino, Crotone, Genoa, Samp, Sassuolo, Benevento, Spezia). Per ottenere la maggioranza servono 14 voti e la piattaforma online potrebbe spingere per ottenere qualche voto in più. Tuttavia, secondo Il Corriere dello Sport non ci sono state rilevanti novità, nessuna decisione è stata presa oggi. Tra l’altro, c’è tempo fino a fine marzo per chiudere.
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La decisione, così come la discussione sull’operazione con i fondi di private equity dopo l’intervento durante l’assemblea della cordata formata da Cvc, Advent e Fsi, è stata quindi rinviata a una nuova riunione tra le società prevista per la prossima settimana.
Grandi contro piccole
La spaccatura rispecchia un po’ i valori del campionato: da un lato, le squadre cosiddette “grandi” sarebbero favorevoli alla proposta di Dazn, mentre le piccole sarebbero più restie, e favorevoli invece al mantenimento dello status quo, con il mantenimento dei diritti in mano a Sky.
Questo anche perché da un punto di vista di copertura di rete a banda larga le “piccole” rischierebbero di più situazioni di digital divide e di carenza del servizio streaming. Il 40% della rete in Italia è ancora in rame, e questo potrebbe comportare alcuni buchi nella fornitura del segnale tramite streaming. Le piccole non vogliono rischiare brutte sorprese per i loro tifosi.
Spaccatura anche tecnologica
Una spaccatura, quella fra grandi e piccoli club, che rispecchia anche una divisione tecnologica: da un lato lo streaming, dall’altro il satellite.
C’è da dire però che il satellite, lungi dall’essere ormai una tecnologia obsoleta, rappresenta una piattaforma comprovata. Sky peraltro, tramite la casa madre americana Comcast, sta investendo in maniera massiccia sulla diversificazione e sulla diffusione dell’ultrabroadband nel nostro paese, tramite gli accordi siglati dal Ceo Maximo Ibarra con Open Fiber e Fastweb per la diffusione di Sky WiFi.