Problemi in Spagna con i diritti di trasmissione del calcio iberico (Champions League) per Mediapro, la società spagnola controllata dalla cordata cinese Orient Hontai Capital, salita agli onori delle cronache anche in Italia per essere stata scelta a sorpresa dalla Lega Calcio (per un miliardo e cinquanta milioni di euro) i diritti di trasmissione della Serie A per il triennio 2018-2021. Un passo ancora preliminare e non è ancora definitivo, in attesa dello scrutinio dell’Antitrust, che deciderà entro il 22 marzo sulla congruità dell’offerta.
Il caso spagnolo
La situazione in Spagna per Mediapro si è complicata, dopo che le telco spagnole (Vodafone Spagna, Telefonica e Orange) che detengono i diritti di trasmissione per la Champions League, in scadenza, hanno sbottato contro l’aumento “irrazionale” e “infondato” del prezzo per i diritti di trasmissione del calcio in Spagna e in generale in tutta Europa.
In particolare, scrive El Mundo, Vodafone Spagna ha fatto sapere che senza un congruo sconto (dimezzamento dei prezzi?) non rinnoverà i diritti per la Champions League delle squadre spagnole per il prossimo triennio, mentre Telefonica sta prendendo tempo e sta valutando, anche se c’è un’alta possibilità che non sottoscriva il rinnovo. Infine, Orange definisce “irrazionale” il prezzo per i diritti ma ammette che si muoverà in base alla concorrenza: se gli altri player firmeranno, firmerà anche Orange.
Le telco per ora stanno minacciando di boicottare i diritti per la Champions League, ma non è escluso che più avanti lo stesso atteggiamento possa valere anche per i diritti della Liga.
Asta in vista nelle prossime settimane
Nelle prossime settimane è prevista l’asta per i diritti di Champions League per il triennio 2019-2022, dalla quale l’associazione dei club spagnoli spera di incassare 4 miliardi di euro solo per i diritti di trasmissione in Spagna.
Ma le telco non ci stanno e chiedono un consistente sconto a Mediapro, che si è aggiudicata i diritti di trasmissione acquisiti dalla Uefa per 1,1 miliardi di euro. Uno sconto basato sulla modifica radicale del modello di remunerazione dei diritti, non più basati su un prezzo fisso (come avviene oggi) ma su un modello variabile, in base agli abbonamenti finali dei clienti al servizio.
Le telco fanno sapere che il livello di clienti disposti a pagare per vedere la Champions via smartphone e tablet è troppo basso, e non consente nemmeno di coprire la metà delle spese. “Per noi sarebbe più conveniente perdere tutti i nostri clienti del calcio piuttosto che continuare a offrire questo servizio”, ha detto al World Mobile Congress di Barcellona l’amministratore delegato di Vodafone Spagna Antonio Coimbra.
Perché l’offerta del calcio sia sostenibile per le telco, “bisognerebbe aumentare l’abbonamento da 20 a 50 euro al mese”, aggiunge Coimbra.
Le telco abbassano il prezzo
Gli operatori iberici avrebbero rilanciato chiedendo un taglio di circa la metà sui costi sostenuti finora per i diritti della Champions, pari a poco meno di 1,2 miliardi di euro per ipotizzare la loro partecipazione alla prossima asta sui diritti e continuare a includere la Champions nei loro pacchetti convergenti.
Secondo fonti di Mediapro citate da El Mundo il pressing delle telco rientra in una strategia condivisa per tirare sul prezzo.
Peraltro, gli operatori Tlc spagnoli negli ultimi giorni hanno aperto le braccia ai grandi OTT Amazon, Netflix o Facebook, con cui vorrebbero stringere sinergie di distribuzione o di altro genere se fossero disposti ad acquisire i diritti del calcio nelle prossime aste.