Il futuro della Serie A alla ripresa dopo l’emergenza virus è nebuloso. A complicare il quadro le difficoltà finanziarie di DAZN. Len Blatvatnik, il miliardario di origine ucraina proprietario di DAZN terzo uomo più ricco del Regno Unito, sta cercando investitori disposti ad aiutarlo e a finanziare la sua società di streaming di eventi sportivi live, duramente colpita dalla pandemia. Lo scrive il Financial Times, secondo cui Blavatnik starebbe tentando di cedere una quota anche se secondo il quotidiano finanziario potrebbe prendere in considerazione la vendita definitiva del gruppo.
Serie A e asta per il triennio 2021-2024
Per quanto riguarda la Serie A, anche DAZN come Sky e IMG deve ancora saldare ai club di Serie A l’ultima rata complessiva di 233 milioni scaduta a maggio per la trasmissione delle ultime 12 partite del campionato. Venerdì scorso ha proposto alla Lega un nuovo piano di pagamento ma non è detto che non scatti anche nei suoi confronti un decreto ingiuntivo di pagamento come già avvenuto a Sky.
Certo, i problemi finanziari di DAZN gettano ombre anche sulla prossima asta per i diritti di Serie A per il triennio 2021-2024.
Caccia ai nuovi investitori
Secondo le indiscrezioni DAZN avrebbe approcciato i maggiori gruppi media globali per intavolare trattative senza però riscuotere grande interesse. Fra i gruppi coinvolti anche Liberty Global, uno degli azionisti della Formula E.
C’è da dire che DAZN più di altri gruppi concorrenti è stata duramente colpita dal Covid-19 visto che lo stop agli eventi sportivi live ha di fatto interrotto il suo core business bloccando alla fonte sottoscrizioni e pagamenti da parte dei clienti.
Alla fine di marzo, la società ha iniziato a comunicare ai detentori dei diritti sportivi che non sarebbe stata nella posizione di onorare i pagamenti per i contenuti che non sono stati ancora trasmessi.
Un numero imprecisato dei suoi 2600 dipendenti a livello globale sono stati licenziati. L’obiettivo è superare la crisi e in qualche modo ripartire entro la fine dell’anno.
Il business di DAZN
Ad oggi DAZN è operativa in nove mercati: Austria, Brasile, Canada, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Svizzera e Usa – e da tempo aveva programmato il lancio di un nuovo servizio globale a maggio, con l’ampliamento on 200 paesi compreso il sud est asiatico, dedicato alla grande boxe con Golden Boy Promotions, Matchroom Boxing USA e GGG Promotions. Il progetto è stato ovviamente messo in stand by a tempo indeterminato a causa del virus.
Il Ceo Simon Denyer ha definito il virus il peggior disastro che abbia mai colpito il mondo dello sport negli ultimi 75 anni.
DAZN detiene fra le altre cose i diritti di trasmissione per tre partite di ogni turno di Serie A, la Bundesliga e il campionato di calcio giapponese.
Valutazione
Secondo stime del Financial Times, DAZN aveva una valutazione di 3,4 miliardi di euro due anni fa, all’epoca in cui Perform Group cedette per 300 milioni una quota del 10% a Dentsu, il gruppo pubblicitario giapponese. Ma secondo il quotidiano oggi una valutazione del genere sarebbe difficile da replicare.
In questo periodo di stop l’azienda ha deciso di non restituire i soldi degli abbonamenti ai clienti ma di congelarli per 4 mesi.
Lo scorso anno DAZN aveva affidato a Goldman Sachs il compito di esplorare il mercato alla ricerca di nuovi fondi per 500 milioni, una ricerca che si è arenata nelle secche della pandemia che colpisce di più il gruppo vista la totale specializzazione sugli eventi sportivi.
Sky business più ampio
Il principale player Sky al momento può contare su un business più diversificato, con altri contenuti del suo pacchetto in grado di compensare almeno in parte l’emorragia dello sport, in vista peraltro dell’imminente lancio dei servizi a banda larga.
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La storia di DAZN
Di fatto, la storia di DAZN Group è recente: il gruppo è nato nel 2018 quando Perform Group lo ha diviso in due rami di business. Da un lato DAZN, l’OTT che detiene i diritti degli eventi sportivi live, dall’altro Perform Content, il ramo di business specializzato in scommesse, dati e statistiche sportive dopo la fusione con la compagnia tecnologica Stats.
Al momento l’azienda conta dipendenti in 25 paesi diversi la maggior parte dei quali nel Regno Unito. Ma il business è drasticamente diminuito a causa della pandemia.