Sky interviene in merito all’indagine dell’Antitrust su possibili ‘accordi spartitori’ tra il gruppo e Mediaset nell’assegnazione dei diritti televisivi del campionato di calcio della Serie A per le stagioni 2015-2018, avvenuta lo scorso giugno. L’istruttoria si chiuderà entro il 30 aprile 2016.
All’indomani della notizia delle perquisizioni della Guardia di Finanza nelle sedi di Sky, Mediaset, Infront e Lega Calcio, l’azienda approfitta della presentazione oggi a Milano del nuovo box per la Tv online per dire la sua e chiarire alcuni aspetti della vicenda.
L’amministratore delegato di Sky, Andrea Zappia, è apparso molto sereno, dicendo chiaramente che da parte dell’azienda non c’è alcuna preoccupazione.
“Preoccupati proprio zero”, ha risposto l’Ad ai cronisti, aggiungendo: “C’è un’indagine e aspettiamo di vedere il convincimento dell’Autorità, evitando di interpretare noi il pensiero dell’Antitrust”.
Zappia ha, quindi, invitato ad attendere l’esito dell’istruttoria, senza interpretazioni “arbitrarie”.
“L’Antitrust ha iniziato una sua procedura, deve lavorare, vediamo come andrà in fondo”, ha ribadito.
“Piuttosto – ha aggiunto Zappia – sono altri che interpretano l’Antitrust e a mio avviso non sempre è stata interpretata bene: l’ultima volta sono girate molte voci mentre l’Antitrust era stata molto chiara sull’esisto dell’asta”.
L’Ad di Sky ha poi precisato di “condividere” l’idea che i diritti del calcio vadano visti nel loro complesso, da un punto di vista sia nazionale sia internazionale.
Zappia ha poi commentato all’Ansa: “Dal giugno scorso la nostra posizione è chiara. Per i pacchetti A e B avevamo vinto noi”.
L’Ad ha poi tenuto a sottolineare che “sin dal giugno scorso dall’apertura delle buste in poi, Sky ha sostenuto con forza e coerenza in tutte le sedi, inclusa AGCM, che le sue offerte per i pacchetti A e B erano quelle vincenti ai sensi delle regole del bando. La Lega, consigliata dal proprio advisor, ha invece adottato con propria decisione e nonostante l’opposizione forte di Sky, un’assegnazione diversa, assai più penalizzante per il business di Sky (pacchetti B e D a RTI). Sky ha poi acquisito da RTI, con un regolare contratto di sublicenza approvato da AGCM e Agcom, i diritti sul pacchetto D”.
“Sky non ha quindi partecipato ad alcuna intesa – ha concluso Zappia – e peraltro l’assetto dei diritti, a valle dell’assegnazione decisa dalla Lega, ha visto Sky particolarmente penalizzata rispetto ai risultati prefigurabili dopo l’apertura delle buste”.
Ricordiamo infatti che all’epoca non fu facile raggiungere l’intesta sui diritti di Serie A e l’assegnazione fu anticipata da una diffida da parte di Sky Italia che invitava la Lega al rispetto delle regole del bando e da una controdiffida di Mediaset.
L’istruttoria Antitrust
Quella sull’assegnazione dei diritti tv di serie A “è un’istruttoria lunga, perché c’è il massimo della garanzia per i soggetti coinvolti. Ci vorranno mesi di attività“, ha detto il presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella in audizione in Commissione Comunicazioni al Senato, aggiungendo che “l’attività potrà concludersi con un’archiviazione, con una contestazione di responsabilità e poi con una decisione finale“.
Pitruzzella ha specificato che “una cosa è un’eventuale attività spartitoria, un’altra è un’autorizzazione ad operare, concessa sulla base della legge Melandri, sia sul digitale che sulla piattaforma satellitare”. Antitrust e Agcom, ha spiegato, hanno “solo autorizzato una sublicenza. Altro discorso è un accordo spartitorio in cui dopo la gara ci mettiamo d’accordo sulla base elementi transattivi e quello sarebbe un accordo illecito”.
Ieri l’Antitrust con una proprio nota ha informato di aver aperto “un’istruttoria nei confronti delle società Sky Italia, Rti-Mediaset, Infront Italy e della Lega nazionale professionisti di Serie A sull’assegnazione dei diritti televisivi per il Campionato di calcio nel triennio 2015-2018, volta a verificare se siano intervenuti “accordi spartitori” fra Sky e Mediaset”.
Per accertare queste ipotesi, ha spiegato l’Autorità, “funzionari dell’Antitrust hanno eseguito oggi una serie di ispezioni nelle sedi delle società, coadiuvati dai militari del Nucleo speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza”.
L’AGCM ha precisato che al termine della procedura per l’assegnazione dei diritti televisivi, “Sky avrebbe dovuto trasmettere le partite del Campionato di Serie A sulle piattaforme satellitare e digitale terrestre contenute nei “Pacchetti A e B”, mentre a Mediaset – che aveva presentato l’offerta più alta solo per il “Pacchetto D” – sarebbero spettate le restanti partite su tutte le piattaforme. Successivamente alla gara, tuttavia, l’assetto definitivo delle assegnazioni è risultato diverso per i singoli “pacchetti” in cui erano stati inseriti i diritti televisivi: il pacchetto satellitare (A) è stato assegnato a Sky, il pacchetto digitale terreste (B) è stato assegnato a RTI, mentre il pacchetto D è stato assegnato a RTI e poi da questa ceduto a Sky”.
L’Antitrust ha quindi deciso di avviare l’istruttoria per verificare “la possibile sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza, in violazione dell’art. 101, comma 1, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, volta eventualmente a “condizionare e alterare” gli esiti della procedura di assegnazione e a escludere i potenziali nuovi entranti, in modo da pregiudicare il commercio intracomunitario”.
La precisazione di Agcom
Sulla vicenda è intervenuta anche l’Agcom per precisare, “anche a conferma delle attività di coordinamento e della leale collaborazione tra le due Autorità, che la deroga al divieto di sub-licenza, prevista dall’articolo 11, comma 6, del decreto legislativo n. 9/2008 (c.d. decreto “Melandri”) è stata accordata in seguito alla richiesta della Lega Calcio – per il pacchetto di diritti audiovisivi relativi al campionato di Serie A per le stagioni sportive 2015/16, 2016/17 e 2017/2018 – da entrambe le Autorità, con decisioni contestualmente assunte dai due Collegi nel luglio 2014, a seguito della verifica del rispetto delle condizioni previste dalla citata normativa”.
La nota informa che “le due Autorità, infatti, ai sensi del decreto Melandri (art. 19, comma 1) sono entrambe tenute, ciascuna per i profili di competenza, a pronunciarsi sulle richieste di deroga al divieto di sub-licenza, ferme restando le competenze esclusive dell’AGCM di verifica ex post del rispetto delle norme in materia di concorrenza (ai sensi della legge 287/1990) e oggetto dell’istruttoria avviata”.