Sky si è aggiudicata per 600 milioni di sterline i diritti di trasmissione per i prossimi cinque anni delle serie minori del calcio nel Regno Unito, a partire dalla Championship coppe comprese. L’emittente satellitare si è aggiudicata l’asta battendo la concorrenza di BT, assicurandosi i diritti per 183 partite annue a partite dalla prossima stagione 2018/19. La lega inglese (EFL) ha fatto sapere che si tratta di un incremento del 36% rispetto all’accordo in vigore con Sky per coprire i match della seconda, terza e quarta serie.
Fondi freschi, quindi, per le squadre 72 squadre delle leghe minori inglesi.
Il prezzo peraltro è di gran lunga inferiore rispetto a quello multimiliardario pagato negli ultimi anni per i diritti della Premiere League, la serie A inglese.
Sky e BT hanno speso complessivamente 5,14 miliardi di sterline per i diritti della Premiere League per le tre stagioni dal 2016/17 al 2018/19, con Sky che ha fatto la parte del leone sborsando complessivamente 4,2 miliardi. La prossima asta dovrebbe andare in scena l’anno prossimo e se le cose dovessero andare come per la gara appena assegnata per la Championship, il prezzo complessivo per i diritti schizzerebbe intorno ai 7 miliardi di sterline.
Una somma astronomica, che secondo alcuni analisti potrebbe rivelarsi addirittura superiore qualora partecipassero nuovi player come ad esempio Amazon, di cui si vocifera da tempo come possibile outsider.
Nel nostro paese, l’asta per l’assegnazione dei diritti di Serie A per il prossimo triennio si terrà in autunno, dopo il flop della prima gara andata a monte per mancanza di partecipanti (a suo tempo partecipò soltanto Sky Italia).
Sarà interessante verificare chi parteciperà all’asta italiana, in particolare se prenderà parte alla gara la nuova pay tv Canale+ annunciata da Vivendi, fra Tim e Canal+ alla quale potrebbe partecipare anche Mediaset Premium.
Ma diversi nodi nel rapporto fra Vivendi e Mediaset andranno sciolti, prima dell’eventuale costituzione di un nuovo polo dei media nel Mediterraneo, su cui da tempo punta Vivendi in ottica anti-Netflix.