Sono ore decisive per i diritti tv della Serie A. Sia per i broadcaster interessati sia per i tifosi che ancora non sanno su quale tv e piattaforma Internet potranno vedere le partite. Mediapro, la società spagnola-cinese che si è aggiudicata, per 1 miliardo e cinquanta milioni di euro, i diritti televisivi del Campionato di Serie A per il triennio 2018/2021, nei prossimi giorni presenterà (salvo sorprese) i suoi pacchetti, che devono seguire le linee guida dell’Antitrust. Poi ci vorranno 60 giorni per avere il via libera dalle Autorità.
Sky, Mediaset Premium e Perform sono in attesa di vedere le carte che saranno scoperte da Mediapro, ma anche Tim e Vodafone potrebbero essere interessate a pacchetti ad hoc per piattaforma, Internet e mobile: Perform al momento si è fermata a 100 milioni e Tim a 30.
Come sempre si uscirà dall’impasse con un accordo economico ritenuto conveniente da tutte le parti in gioco.
L’intermediario indipendente Mediapro sarebbe pronto a chiedere a Sky 650 milioni all’anno, poco più di quello che era stato offerto nell’ultimo bando, però l’emittente vorrebbe l’esclusiva per prodotto e non per piattaforma, mentre Mediaset Premium ha offerto 200 milioni e non cambierà idea. L’obiettivo dei club della Serie A è incassare l’introito record di 1,05 miliardi, questo il minimo garantito da Mediapro.
Sky, essendo già la tv dei motori (per esempio trasmette tutta la Formula 1 in diretta fino al 2020), vuole continuare ad essere anche quella del calcio. La pay Tv si è assicurata per i prossimi tre anni in esclusiva i diritti televisivi della Champions e della Europea League, e nel bouquet non può mancare il campionato di calcio più importante in Italia: è quello che garantisce i maggiori abbonamenti.
Nelle prossime ore verranno scoperte le carte da MediaPro che potrebbe anche venire incontro alle esigenze di broadcaster e Ott, per due motivi:
- Oltre ai tradizionali pacchetti per le pay tv su satellite e digitale, potrebbe annunciare anche un maxi-pacchetto da 380 partite ognuna confezionata in un prodotto da 270 minuti con i 90 minuti sul campo più pre e post incontro, con la raccolta pubblicitaria gestita autonomamente dalla multinazionale cino-spagnola.
- Questa prima esperienza italiana le consentirà di sporcarsi le scarpe, fare esperienza per cercare poi di coronare il suo sogno, creare il Canale della Lega.
Ma quest’ultimo potrebbe accendersi solo dal 2021.
E chi si prenderà la briga di mettere in piedi ex-abrupto una infrastruttura distributiva?
Chi sarà disposto ad assumersi un rischio di impresa (così alto) che è tipico, in questo caso, dei broadcaster?
In attesa di conoscere le risposte l’unica certezza è il prossimo campionato di calcio di Serie A che inizierà tra 4 mesi. E nelle prossime ore sapremo dove vederlo in Tv e chissà anche su Internet.
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