La guerra fredda fra Sky e DAZN-Tim sui diritti della Serie A è tutt’altro che conclusa. Secondo indiscrezioni rilanciate oggi da Bloomberg, DAZN avrebbe rifiutato un’offerta di 500 milioni di euro da parte di Sky per poter ospitare anche sulla piattaforma satellitare le partite della Serie A detenute in esclusiva dalla società di streaming. DAZN si è aggiudicata i diritti di trasmissione di 7 partite di campionato per 840 milioni di euro, mentre 3 partite in co-esclusiva via satellite sono state aggiudicate anche da Sky.
L’offerta di Sky prevede di ospitare l’app di Dazn sulla piattaforma Sky Q e su un canale dedicato, accessibile agli abbonati Sky. Tra l’altro, un accordo analogo è stato invece siglato in Germania da DAZN con Sky Deutschland.
Neutralità tecnologica interviene l’Agcom?
A questo punto, non è escluso un intervento dell’Agcom e del Mise, che potrebbero esaminare la questione dal punto divista della neutralità tecnologica, un principio peraltro sostenuto dal Governo Draghi per la copertura a banda ultralarga del paese che potrebbe essere traslato alla trasmissione del calcio in Italia.
Il Governo stesso potrebbe ritenere che non è il momento di esacerbare gli animi di milioni di tifosi italiani con una moltiplicazione di abbonamenti per il calcio che, in un periodo post pandemico, sembra davvero fuori luogo.
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DAZN in Italia rifiuta l’accordo
Ma in Italia DAZN, in partnership con Tim, si è aggiudicata i diritti di trasmissione della Serie A per il prossimo triennio per un totale di 2,5 miliardi di euro e non intende condividere l’esclusiva. Eppure, diversi dubbi sono stati sollevati sulla capacità tecnologica di trasmettere le partite da parte di DAZN, viste le condizioni non certo ottimali della rete copertura di rete in Italia.
Sarebbe la prima vota che tutta la serie A viene trasmessa esclusivamente in streaming, anche se è previsto il ricorso al digitale terrestre laddove il segnale non arriverà.
Spezzatino rifiutato in extremis
Diversi club di serie A sono preoccupati dal rischio di mancata copertura del servizio. Fra queste, Sampdoria, Genoa, La Spezia, Roma, Sassuolo che non più tardi della scorsa settimana si sono espressi contro la proposta di DAZN di trasmettere la Serie A in spezzatino totale, vale a dire 10 partite in dieci orari differenti fra loro. Una soluzione che in un primo momento era stata invece accettata dalla Lega.
Rischi congestione
Una soluzione che per molti detrattori di DAZN, fra cui ad esempio Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, sarebbe in realtà un modo di nascondere i problemi tecnici di DAZN, che vorrebbe così spalmare il traffico e diluire il più possibile la trasmissione delle partite per alleggerire il carico sulla rete internet. Uno spezzatino per evitare il rischio di picchi di traffico dovuti alla contemporanea trasmissione di diversi match in contemporanea. La trasmissione di più partite allo stesso tempo potrebbe saturare la rete, con conseguenti problemi di trasmissione. La Lega di Serie A si riunirà nuovamente la prossima settimana per discutere e votare la proposta di spezzatino totale del campionato di serie A. Di certo, l’offerta economica dovrebbe essere aumentata in cambio della modifica degli orari delle partite.
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Tim non è d’accordo?
Tornando all’offerta di 500 milioni rifiutata da DAZN, c’è da dire che la società di streaming sportivo, anche grazie all’alleanza con il partner tecnologico Tim – che contribuisce con 340 milioni di euro all’anno – investe complessivamente un miliardo all’anno per la trasmissione in esclusiva di tutta la Serie A. E per questo non vuole rinunciare all’esclusiva.
D’altra parte, se DAZN condividesse la trasmissione delle partite anche sul satellite di Sky in cambio di 500 milioni, di fatto abbatterebbe quasi totalmente l’investimento per l’acquisto dei diritti ed eviterebbe di creare problemi ai clienti Sky rimasti orfani della Serie A, al di là delle tre partite in co-esclusiva che si è aggiudicata. Ma non è escluso che a premere per l’esclusiva completa sia in primo luogo Tim, che punta molto sul fatto di essere l’unica telco a poter trasmettere in esclusiva la Serie A ai suoi clienti internet e smartphone tramite Timvision. E per farlo avrebbe deciso di affossare il satellite, una tecnologia considerata obsoleta dall’ad Luigi Gubitosi.
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Cosa diranno i tifosi in caso di down?
Se davvero DAZN ha ricevuto questa offerta da Sky, e sembra proprio che l’abbia ricevuta, farebbe bene a pensarci due volte prima di rifiutare.
Cosa diranno i consumatori in caso di problemi di ricezione del segnale?
Cosa accadrà al primo inevitabile down della rete durante una partita di cartello?
Un problema che non sembra poi così peregrino e che tra l’altro si è già verificato diverse volte, dopo l’esordio da incubo del 2018, anche lo scorso 11 aprile, quando un down della rete creò problemi a due partite di A Inter-Cagliari e Verona-Lazio riaccendendo le perplessità dei tifosi inviperiti sui social.
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DAZN-Tim, accordo nel mirino dei concorrenti
In Italia, lo ripetiamo, un evento in diretta, socialmente importante per non dire sensibile, come il calcio non è mai stato trasmesso prima esclusivamente in streaming. La perdita dell’esclusiva della Serie A per Sky, dopo 18 anni, è un duro colpo e rappresenta inoltre cambiamento di abitudini epocale per milioni di tifosi.
Il racconto del calcio di DAZN, tra l’altro, è molto diverso da quello di Sky. I commentatori di DAZN si trovano tutti soltanto sul campo di gioco, con un format che ai più sembra alquanto demodé rispetto al salotto televisivo di Sky.
L’alleanza fra DAZN e Tim non è certamente piaciuta alla concorrenza. Vodafone, che attualmente consente di accedere a DAZN tramite la sua applicazione Vodafone Tv con un accordo valido fino a giungo 2022, ha rifiutato la richiesta di rescissione del contratto avanzata da DAZN, che vorrebbe lasciare l’esclusiva a Tim. Una gran non secondaria per DAZN che tra l’altro deve affrontare anche l’ostilità di altri concorrenti che avrebbero segnalato all’Antitrust l’accordo Tim-DAZN per abuso di posizione dominante, anche se il vero problema è la tenuta della rete.