E’ stata presentata nei giorni scorsi, presso la Camera dei Deputati, la Carta dei diritti di Internet, documento dall’alto valore para-giuridico realizzato da una Commissione ad hoc disposta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e guidata dal prof. Stefano Rodotà.
Si tratta di un documento unico, di rilevanza strategica, non tanto a livello mondiale, dove ci sono già documenti simili e anche giuridicamente vincolanti – come il famoso Marco Civil brasiliano – e non tanto (o non semplicemente soltanto) per quello che afferma che, essendo una bozza, può essere ulteriormente migliorato, ma è importante soprattutto perché fatto in Italia.
Questo documento ha finalmente fatto uscire lo Stato italiano da un fin troppo lungo periodo di buio o, meglio, indifferenza digitale. Questa Carta di diritti, questo Internet Bill of Rights, che affronta tematiche sempre più vitali, dall’accesso ad Internet e la neutralità della Rete alla tutela dei dati personali, dell’identità fino al diritto oblio ecc., è suscettibile, come anche giusto in un ordinamento democratico, dei più svariati giudizi ma sicuramente ha un grandissimo merito: quello di aver portato per la prima volta le istituzioni a confrontarsi col tema, ad affrontarlo e a prendere posizione.
Ha mostrato al Parlamento che Internet non è solo un mezzo di comunicazione, è il futuro delle democrazie e della civiltà. Questa Carta ha il merito di aver unito professori e politici affinché insieme diano il la ad una risposta istituzionale alle nuove esigenze della società, una società che sempre più sfrutta la Rete per evolversi. E tanto più questo è apprezzabile se la Carta si apre ai cittadini. Dal 27 ottobre infatti, ognuno potrà partecipare alla stesura definitiva della carta esponendo le proprie idee e proposte.
Tuttavia, altrettanto importante è informare i cittadini che anche il Senato sta affrontando le tematiche dei diritti di Internet con un disegno di legge costituzionale, il n. 1561 del 10 luglio 2014, volto all’inserimento del diritto di accesso ad Internet come diritto sociale, art 34bis.
Tale proposta, pur perseguendo gli stessi obiettivi della Carta dei diritti, in modo non solo simbolico ma anche e soprattutto giuridicamente vincolante, non è stato però oggetto di attenzione mediatica. In aggiunta, questo ddl, presenta l’ulteriore caratteristica di essere stata realizzata da giovani neolaureati dopo anni di studi, sfruttando le potenzialità di condivisione della Rete. Giovani che, selezionati in base al merito, dopo incontri con esperti, già da mesi erano giunti alle medesime conclusioni della Carta dei diritti di Internet, formalizzando però il tutto in un provvedimento che più della Carta può contribuire a ridurre il gap italiano in materia di digitale.
Stiamo parlando dei giovani del Think Tank Cultura Democratica che hanno trovato nel Sen. Francesco Campanella un’entusiasta portavoce della proposta al Senato il quale ha reso possibile, presentandola ufficialmente, la trasformazione della proposta in disegno di legge costituzionale.
Sebbene questo disegno di legge costituzionale non sia stato reso celebre da stampa e giornalisti comunque esiste e vede, proprio nel successo e nell’acclamazione della Carta dei diritti, una conferma nonché un riconoscimento tardivo e indiretto del suo valore.
Per maggiori informazioni sulla proposta vi rinviamo alla pagina Facebook ufficiale del ddl. Cost. 1561/2014: https://www.facebook.com/34bis