Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della lettera firmata dalla vice presidente della Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo, Patrizia Toia, e del vice presidente della Commissione Cultura ed istruzione Stefano Maullu:
Al termine dell’incontro dedicato alla direttiva europea sul copyright, a cui hanno partecipato associazioni e organizzazioni di settore, riaffermiamo, in qualità di vice presidenti dell’ITRE e della Commissione CULT, la centralità dei diritti d’autore e di proprietà intellettuale per la crescita dell’industria culturale e creativa.
Una posizione condivisa anche dall’intero Parlamento europeo e dalle forze politiche che ne fanno parte.
Nostro compito è cercare un equilibrio tra la libertà di parola e di accesso alla rete da un lato e dall’altro il rispetto delle regole, soprattutto nell’ecosistema digitale, tra cui quelle relative al copyright.
La Dichiarazioni di Malaga del febbraio 2017 e la Dichiarazione di Parigi di maggio 2017, che hanno visto assieme i Governi di Francia, Italia e Spagna, riconoscono apertamente la necessità di affrontare quanto prima e con strumenti efficaci il problema della giusta ripartizione del valore (value gap) tra chi crea il contenuto e gli intermediari di rete, i quali sono responsabili del caricamento online di una grande quantità di contenuti protetti da copyright senza che venga corrisposto il giusto ai detentori dei diritti.
La misura introdotta 17 anni fa con la Direttiva sul commercio elettronico (E-commerce) riguardava esclusivamente fornitori di servizi passivi. Apprezziamo pertanto l’iniziativa presa dalla Commissione europea per fare chiarezza sulle responsabilità relative ai diritti d’autore, valutata come un ulteriore passo in avanti nella giusta direzione.
Per quanto riguarda la Proposta di Regolamento Sat-Cab, chiediamo che sia difeso il principio di esclusività territoriale, unico modo per proteggere e valorizzare la qualità, la produzione e la distribuzione di contenuti dell’industria culturale europea.
Affermiamo infine che indebolire il copyright non significa essere più liberi, semmai l’esatto contrario, perché così facendo si impoverisce la diversità culturale europea.
Approfondimenti:
Copyright Ue. Abolire l’esclusiva territoriale? Un danno per cinema e serie tv made in Italy
Copyright Ue. Dalla politica ai consumatori, tutti i dubbi sulla riforma (Il videoreportage)