Key4biz

Dimissioni Sangiuliano, nomina Alessandro Giuli: “effetto valanga” nel settore cine-audiovisivo? M5S chiede la revoca della delega alla Sottosegretaria Borgonzoni

MULTICINEMA GALLERIA ANTEPRIMA DELLA SERIE DIRTY BLACK BAG ALLA PRESENZA DI AUTORI E PRODUTTORI SALA PROIEZIONE

Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano e la nomina velocissima del suo successore nella persona di Alessandro Giuli (da quasi due anni alla guida del Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo – di Roma, e nominato giustappunto da Sangiuliano), nell’arco di poche ore nel frenetico pomeriggio di venerdì 6 settembre 2024, stanno determinando il rischio di un “effetto domino” dalle imprevedibili conseguenze, anche perché si stanno associando dinamiche indipendenti tra loro, con il rischio di una vera e propria valanga, nell’assetto e nelle politiche del Ministero della Cultura in generale e specificamente nel settore cine-audiovisivo…

La chiusura della edizione n° 81 del Festival di Venezia, nella sera di ieri domenica 8 settembre (con un solo film italiano emergente, “Vermiglio” di Maura Delpero, che ha vinto il “Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria”), è stata caratterizzata da una presa di posizione critica di Nanni Moretti contro la riforma della “Legge Franceschini”, e questa mattina anche il suo collega Gabriele Muccino ha sparato ancor più a zero…

Nella tarda mattinata di oggi, il Movimento 5 Stelle, nella persona del deputato Gaetano Amato (membro della Commissione Cultura della Camera) ha chiesto non le dimissioni bensì la revoca della delega che il Ministro Gennaro Sangiuliano aveva assegnato a suo tempo alla Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni.

In effetti, è il Ministro che decide il “perimetro” delle deleghe, e sarà interessante osservare se Alessandro Giuli “rinnoverà” meccanicamente / automaticamente le deleghe definite dal suo predecessore.

Quel che è necessario rimarcare è che ognuno deve assumersi le sue belle responsabilità: se è infatti vero che la politica culturale è in capo al Ministro “pro tempore”, e che è stato Gennaro Sangiuliano ad impugnare il freno a mano rispetto alla macchina impazzita del “Tax Credit” cinematografico e audiovisivo, va rimarcato che tutta la riforma della Franceschini è stata impostata tecnicamente (e politicamente) dalla sua Sottosegretaria.

Sostiene in effetti Amato, giustamente: “oggi su ‘La Stampa’ Gabriele Muccino segue le sacrosante parole di Nanni Moretti dal palco del Festival del Cinema di Venezia e dice senza mezzi termini che Gennaro Sangiuliano ha messo in ginocchio il mondo del cinema. Il che è vero, ma, se lo ha fatto, è stato anche per responsabilità di chi con le sue deleghe ha gestito quotidianamente i dossier sul settore. Per partire con il piede giusto e dare un segnale di vera discontinuità al mondo del cinema, che da tempo è in agitazione per le ultime riforme ministeriali, Alessandro Giuli dovrebbe togliere alla leghista Lucia Borgonzoni le deleghe sul cinema. La sottosegretaria ha ampiamente dimostrato – con la modifica del Tax credit – la sua totale incapacità a gestire il settore. Migliaia di lavoratori e i produttori indipendenti saranno penalizzati da scelte politiche fatte senza la minima riflessione sui danni che ne sarebbero derivati. Le dimissioni di Gennaro Sangiuliano sono l’occasione per dare il segnale forte che il mondo del cinema attende da troppo tempo. Ma serve coraggio”.

Il Comitato di lavori denominato #siamoaititolidicoda rinnova la lamentazione per il malessere per il grave stallo che affligge il comparto produttivo

Nella giornata di ieri (domenica 8), una delle prime comunicazioni formali al neo-Ministro è stata indirizzata dal Comitato di lavori denominato #siamoaititolidicoda, che ha chiesto un confronto con Alessandro Giuli.

Il Comitato #siamoaititolidicoda, composto da lavoratrici e lavoratori del cinema e dell’audiovisivo italiano, ha scritto al nuovo titolare del Collegio Romano per manifestare “il malessere per il grave stallo che affligge l’intero comparto produttivo” e la “preoccupazione, derivante dall’ultima decisione presa dall’ex ministro Sangiuliano: la nomina della Commissione Cinema, conosciuta anche come Commissione Selettivi, con una celerità che lascia perplessi. Questo provvedimento, adottato in extremis prima della formalizzazione delle dimissioni dell’ex ministro, solleva interrogativi non solo sul merito delle scelte fatte, ma anche sul metodo utilizzato”.

E qui il Comitato #siamoaititolidicoda affonda il coltello in una nuova ferita della controversa “vicenda Sangiuliano”: nella mattinata di venerdì stesso, secondo una ricostruzione esclusiva di Ilario Lombardo del quotidiano torinese “La Stampa” di ieri domenica (intitolata “Addio Sangiuliano: prima di lasciare firma le nomine per i fondi ai film” ripresa da molte testate anche oggi lunedì 9), il Ministro avrebbe chiesto agli uffici di perfezionare d’urgenza il decreto che prevede la nomina degli esperti della Commissione Cinema e Audiovisivo, che dovrà valutare le istanze di sostegno pubblico attraverso il meccanismo dei “contributi selettivi”…

Cosa accadrà al decreto firmato dal Ministro Sangiuliano in modalità “last minute” per la nomina di una delle due “Commissioni Esperti” Cinema e Audiovisivo?!

Questa nomina spetta per legge al Ministro, ed è stata oggetto di una riforma attraverso la Legge di Bilancio 2024, che gli ha assegnato totale “carta bianca” (in relazione alla struttura, composizione, formazione, organizzazione…): da mesi, Gennaro Sangiuliano avrebbe potuto procedere a questa nomina, ed anche da queste colonne l’IsICult lo ha invitato più volte a seguire una procedura trasparente e selettiva. Il suo predecessore, Dario Franceschini, aveva avuto almeno il pudore di far pubblicare un avviso per invitare alla presentazione di autocandidature. Si rimanda – tra l’altro – all’intervento IsICult su “Key4biz” del 10 maggio 2024, “Sangiuliano critica la Commissione esperti Cinema nominata da Franceschini: ma perché non nomina le nuove commissioni previste per legge?”.

Il Ministro Gennaro Sangiuliano ha anche completamente ignorato un appello che era stato lanciato quasi due mesi fa da alcune associazioni degli autori, affinché le nomine di questi esperti avvenissero con criteri trasparenti, meritocratici, plurali (vedi “Key4biz” del 15 luglio 2024, “Tra cinema e televisione: 12 associazioni chiedono a Sangiuliano commissioni ministeriali trasparenti e il Pd vuole chiarimenti sulla cancellazione del Comitato Media e Minori”), appello che è stato rinnovato – inutilmente – nei giorni scorsi, senza registrare feedback alcuno.

Secondo “La Stampa”, il decreto “last minute” sarebbe stato perfezionato – con i nomi della eletta schiera – in fretta e furia, firmato dal Ministro (che pure si sarebbe dimesso poche ore dopo) e quindi trasmesso d’urgenza in modalità “last minute” agli organi di controllo ovvero alla Corte dei Conti

Come dire, formalmente ineccepibile (o forse no?!), ma – data la situazione – sostanzialmente inopportuno. Oltre che certamente tardivo.

Cosa farà il Ministro Alessandro Giuli?!

E cosa farà anche in relazione all’altra Commissione che deve essere nominata in parallelo, ovvero quella che deve assegnare i contributi per le attività di “promozione” (festival in primis)?!

Il Comitato #siamoaititolidicoda alza il tiro (politico) della querelle ed evidenzia la “contraddizione che ha generato la politica dell’ex ministro Sangiuliano, che ha più volte ribadito la volontà di eliminare quella che ha definito come ‘l’egemonia della sinistra’ nel mondo cinematografico. Tali dichiarazioni alimentano il timore che il futuro della cultura cinematografica italiana possa essere indirizzato verso una visione monopolistica, escludendo il pluralismo e rischiando di consegnare il controllo del nostro patrimonio culturale a soggetti esteri. Ci consola vedere che, con le dimissioni dell’ex ministro, molte voci finora rimaste in silenzio, anche fra figure di rilievo del panorama culturale italiano, abbiano finalmente iniziato a esprimere il loro dissenso”. Questa sottolineatura è senza dubbio opportuna, perché in effetti finora le critiche nei confronti della “riforma Borgonzoni” erano state poche, limitate, circoscritte…

Dopo diverse manifestazioni in varie piazze d’Italia, dopo – ricorda il Comitato – l’intervento alla serata dei Nastri d’Argento, dopo esserci fatti promotori di una lettera aperta al ministero sottoscritta con oltre 20 associazioni di categoria e letta durante uno degli eventi dell’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ancora una volta ci preoccupiamo di dare voce ad un settore fortemente in sofferenza, senza lavoro, con il codice dello Spettacolo rinviato, senza sostegno al reddito e senza un welfare adeguato a far fronte a una crisi come questa. Il nostro è un segnale chiaro di determinazione nel sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sullo stato critico del settore”. I lavoratori segnalano “le carenze e i ritardi accumulati dal suo predecessore e dall’esecutivo, come il totale silenzio di fronte alle continue richieste di dialogo e confronto per risolvere le problematiche scaturite dai decreti del Tax Credit, che oltretutto sono arrivati alla pubblicazione con grave ritardo costringendo quasi alla paralisi della produttività cinematografica dell’anno in corso”.  

La situazione è molto complessa: cosa deciderà di fare il neo Ministro Alessandro Giuli? Confermare o meno l’approccio della Sottosegretaria Borgonzoni?!

Chi cura questa rubrica dell’Istituto italiano per l’Industria CulturaleIsICult per il quotidiano online “Key4biz” resta convinto che intorno al “caso Boccia-Sangiuliano” si sia venuta a determinare una tempesta mediatica surreale e che le dimissioni del Ministro siano state determinate da una dinamica personale emotiva comprensibile quanto eccessiva (vedi “Key4biz” di martedì della scorsa settimana 3 settembre, “Caso Boccia-Sangiuliano, una tempesta in un bicchier d’acqua: e tutti si distraggono dai malesseri del settore cine-audiovisivo”). La vicenda è semplicemente una storia di debolezza umana e di vendetta personale, strumentalizzata dalla solita “politica spettacolo: la vendicativa (non) consigliera Maria Rosaria Boccia ha spinto il suo ex amico in un tritacarne terribile, dal quale il Ministro non è riuscito ad uscire, verosimilmente anche perché mal consigliato…

Abbiamo peraltro già spiegato – anche su queste colonne – che le norme vigenti consentono ai Ministri di cooptare discrezionalmente una discreta quantità di collaboratori nel proprio staff, sulla base di un criterio di “intuitu personae” squisitamente soggettivo e discrezionale: si presuppone che un titolare di dicastero scelga persone non soltanto di fiducia, ma con requisiti tecnici adeguati, ma va precisato che la legge non lo richiede…

In sostanza, alcune leggerezze relazionali ed alcune debolezze umane di Gennaro Sangiuliano sono state amplificate oltre ogni misura: l’utilizzo dell’auto di scorta per accompagnare ad un concerto la sua amica (allora amica), la frequentazione della signora Boccia di ambienti parlamentari e ministeriali (anche ben oltre il rapporto personale con il Ministro) e dinamiche simili non rappresentano alcun profilo di reato da parte del Ministro (come prevediamo potrà confermare anche la Corte dei Conti, che ha annunciato di aver avviato una indagine). Peraltro, a poche ore dalla sua decisione di dimettersi, lo stesso Gennaro Sangiuliano, nel pomeriggio di venerdì scorso, aveva dichiarato (comunicato dell’ufficio stampa del Collegio Romano diramato alle 16:21): “sono lieto di apprendere che la Corte dei Conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda. In tal modo avrò la possibilità di chiarire tutto e dimostrare che non sono stati spesi fondi pubblici né un euro del Ministero è stato utilizzato per viaggi e trasferimenti della signora Maria Rosaria Boccia”…

Caso “Boccia-Sangiuliano”: che ci sia stato un “gomblotto” promosso dai “poteri forti” del settore cine-audiovisivo?!

Meno di un’ora dopo (alle 17:12), l’agenzia stampa Adnkronos anticipava la notizia delle dimissioni e venti minuti dopo pubblicava anche un estratto della lettera di “dimissioni irrevocabili” di Sangiuliano: “sono consapevole di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip”.

L’affermazione di Gennaro Sangiuliano è netta e chiara, deve stimolare una riflessione, e lascia intendere che – nella alimentazione mediatica del caso Boccia – possa esservi stato un qualche intervento di coloro che contestano la revisione radicale del sistema di sostegno pubblico al cinema e audiovisivo.

Si dovrà attendere qualche tempo, lasciando decantare la polemica accesa di questi giorni, per scoprire se c’è stato effettivamente un “gomblotto” (per scherzarci sopra) ed ordito da chi… forse dai “poteri forti” del sistema cine-audiovisivo nazionale?!

Comunque, ieri su “La StampaMaria Corbi riportava una voce secondo la quale l’“operazione Boccia” sarebbe il risultato di una trama promossa da Dario Franceschini, Matteo Renzi, Salvo Nastasi(“il potentissimo Segretario generale del Ministero fatto fuori da Jenny”): scrive Corbi che “avrebbero creato la buca dove è scivolato il ministro, sollevando le loro conoscenze, nei media e nel mondo dello showbiz”.

Allorquando il “Principe” cade – come sempre nella storia – molti sono gli avvoltoi che si avventano sul cadavere, e gli opportunisti che finalmente gettano il manto dell’ipocrisia dei portatori d’acqua.

E così molti “improvvisamente” scoprono che sarebbe stato il Ministro Gennaro Sangiuliano il “reo” unico ed esclusivo della crisi acuta del settore cine-audiovisivo, allorquando il regista (la regista) della riforma della “Legge Franceschini” è sempre stata la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, la quale – si ricordi – ha peraltro esercitato la delega anche durante un governo nel quale era proprio Dario Franceschini ad essere Ministro della Cultura. A proposito di “continuità” versus “discontinuità”…

Latente il rischio di ulteriori rallentamenti nel riavvio della macchina ministeriale per il sostegno pubblico al cinema e audiovisivo

Cosa accadrà, nei prossimi giorni e settimane?!

Una conseguenza, ben negativa, è certa: la riforma avviata con la pubblicazione del decreto interministeriale del 10 luglio 2024 di riforma del “Tax Credit Produzione” (firmato da Gennaro Sangiuliano e Giancarlo Giorgetti) subirà un ulteriore rallentamento.

Il neo-Ministro potrebbe anche mettere in discussione anche la guida della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, da tanti anni nelle mani di Nicola Borrelli, che è stato sempre confermato da ministri di maggioranze di varia cromia, fatta salva una parentesi quando c’è stato il grillino Alberto Bonisoli Ministro della Cultura.

In quell’anno, Borrelli fu trasferito alla Direzione Creatività Contemporanea (Dgcc), per poi presto tornare nuovamente con Dario Franceschini ministro (con la pentastellata Anna Laura Orrico come Sottosegretaria delegata) alla Dgca, ed in quel periodo (dal marzo del 2019 al marzo del 2020) la direzione fu retta da Mario Turetta che qualche settimana fa è stato nominato – dal Ministro Sangiuliano (ovvero dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 3 luglio) – Capo del (neo) Dipartimento per le Attività Culturali, il Diac, che coordina ben 4 direzioni.

Fino alla riforma voluta da Sangiuliano, Turetta è stato Segretario Generale del dicastero. Il Diac esercita le competenze del Ministero in materia di: promozione dello spettacolo, delle attività teatrali, musicali, di danza, circensi, dello spettacolo viaggiante e delle attività cinematografiche; promozione delle produzioni cinematografiche, audiovisive, radiotelevisive e multimediali; promozione delle imprese culturali e creative, della creatività contemporanea, della cultura urbanistica e architettonica, partecipazione alla progettazione di opere destinate ad attività culturali; diritto d’autore e proprietà intellettuale; promozione del libro e sviluppo dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali; gestione e valorizzazione delle biblioteche nazionali…

E si ricordi che Nicola Borrelli è il co-autore primo, assieme alla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, della ora tanto contestata riforma della “Legge Franceschini”…

E a Nicola Borrelli spetta – ad oggi – la firma dei ben 25 decreti direttoriali (tutti in gestazione) che renderanno finalmente operativo il decreto interministeriale del 10 luglio di riforma del “Tax Credit Produzione”…

Il neo Ministro Alessandro Giuli, che non può certo vantare nel suo curriculum alcuna competenza in materia di cine-audiovisivo, avrà naturalmente necessità di tempo, per divenire concretamente operativo: dovrà costituire un suo staff (dal capo di gabinetto al legislativo, passando per la segreteria ed i consulenti…), incontrare i capi dipartimento ed i direttori generali (conoscerli almeno un po’), comprendere qual è la situazione strutturale ed organizzativa del dicastero, e soprattutto valutare – nello specifico – se confermare o meno alla senatrice Lucia Borgonzoni (Lega) ed a Gianmarco Mazzi (Fratelli d’Italia) le rispettive deleghe (su cinema e audiovisivo e spettacolo dal vivo, ovvero teatro e musica e danza e simili)…

La situazione è veramente complessa, complicata, confusa. Critica. Molto critica. Il rischio “effetto domino” latente.

Nel mentre, il settore cine-audiovisivo vedrà inevitabilmente crescere la propria in/sofferenza, perché il rischio di perdurante ed aggravato stallo è in agguato.

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz” (ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale).

Exit mobile version